Tranne Alberto Anghileri e un paio d’altri (dei pochi che c’erano) al presidio retorico e ipocrita per i morti di Lampedusa in piazza ieri a Lecco, (per non parlare del minuto di silenzio in sala Giunta patrocinato dal Sindaco Brivio) era pieno di: adulatori e sostenitori della Legge Turco-Napolitano, dei fans dei bombardatori della Jugoslavia e dell’Afghanistan, dei complici dello speronamento mortale della Kater I Rades ad opera della motonave italiana Sibilla: “La sorveglianza dell’immigrazione clandestina attuata anche in mare rientra nella doverosa tutela della nostra sicurezza e nel rispetto della legalità che il governo ha il dovere di perseguire” (Romano Prodi), della nave fantasma di Portopalo della notte di Natale del 1996, degli ideatori dei CPT e dei CIE, di applauditori e compagni di partito dei firmatari l’Accordo Bilaterale Italia Gheddafi/Libia contro i migranti… autorizzati a morire puchè lontano dagli occhi.
L’ipocrisia tutta italiana prevede il commuoversi se il migrante affoga e nel contempo appoggiare leggi che lo classificano clandestino e, quando non lo affogano, lo bombardano.
La frontiera fortezza tatuata nella testa.