Forse rubo del tempo, forse sono io che ho un metro di valutazione novecentesco,
fors’anche ottocentesco, forse ne faccio una questione di etica politica
ed invece la politica è l’arte del tutto è lecito, tutto è possibile,
non lo so proprio ma volevo chiedervi se non paion anche a voi di una gravità deontologica, politica e soprattutto civica le dichiarazioni del portavoce di Appello per Lecco, Corrado Valsecchi a commento delle nuove carte dell’inchiesta Metastasi – le sommarie informazioni rilasciate dal Sindaco di Lecco, Brivio e dal Consigliere Invernizzi ai Pm di Milano – pubblicate dall’Ass.ne Qui Lecco Libera e poi da quasi tutta la stampa riprese con evidenza.
Sono dichiarazioni che denotano qualità politiche, valore civico e quindi condivisibili quelle espresse da un potenziale candidato Sindaco, dal portavoce di un partito che si candida a continuare a governare, quelle appunto che davanti ad una semplice informazione, o anche ad una denuncia di comportamenti contraddittori, imbarazzanti (non ricordo, non so, si adesso che me lo fate ricordare, lottare per la legalità e mangiare in una pizzeria sapendo che è “chiacchierata”..) questi ribatte con:
“Le elezioni sanciranno il finale di questa vicenda. Perché è chiaro che gli unici arbitri e giudici abilitati a emettere sentenze di condanna o assoluzione sono per le eventuali incongruenze etiche e politiche gli elettori”..?
Cioè è serio che uno perchè ha un ampio consenso deve essere immune da critiche, ritenga peggio le critiche illegittime e nemmeno da sollevare? Ritenga che nessuno, forte appunto del proprio consenso, gli debba chiedere conto? Anche se questo è una minoranza o, financo uno solo?
E quanto questa forma mentis – un po’ da petto in fuori – è pericolosa e condannabile per una qualità civica e politica?
Il voto lava ogni responsabilità civica?
Quanto è necessario e corretto misurare la levatura di un politico anche da queste affermazioni?
Grazie dell’attenzione
QUI UNA RISPOSTA DELL’EDITORIALISTA DI LECCOONLINE MARCO CALVETTI