UNA CASA VIRTUALE PER L’ARTE IR-RITATA
La storia dietro al progetto
Nel 1990 abbiamo dato vita alla cooperativa Sensibili alle foglie pubblicando Nel bosco di Bistorco.
Nelle bandelle di questo primo libro gli autori rivolgevano un appello ai lettori, che venivano invitati a condividere i loro linguaggi espressivi, nella convinzione che questi ultimi siano una potente risorsa creativa per sopravvivere nelle istituzioni totali come in quelle ordinarie.
Molti hanno risposto direttamente inviando i loro lavori di arte ir-ritata, altri sono passati attraverso il tramite di vari centri fondati allo scopo di aiutare persone recluse a esprimersi e a sopravvivere alla triste realtà di una non vita: il laboratorio di pittura del Padiglione 8° del S. Maria della Pietà di Roma, La Tinaia di Firenze, i laboratori nati presso i Dipartimenti di salute mentale di Ischia (NA), Ponticelli (Na), Giugliano (Na), Castelnuovo nei monti (RE); il laboratorio del Progetto Ulisse, nato all’interno della Casa di Reclusione di Rebibbia, l’atelier dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere (Mn). Altri materiali sono stati raccolti dalla comunità di S. Benedetto al Porto di Genova, dal Ser.T. di Maglie (Le), dai laboratori di creatività dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di S. Eframo (Na).
Così è nata una raccolta che oggi ospita circa un migliaio opere – dipinti, disegni, scritture, diari, quaderni, quadri, scarabocchi – tracciate sui più diversi supporti.
Si tratta di opere che parlano della sofferenza della reclusione – carceri, manicomi, opg, bracci della morte – ma anche del malessere della normalità – scuola, mondo del lavoro, ambienti giovanili, strada. Questi linguaggi espressivi sono accompagnati da schede che illustrano il percorso istituzionale e creativo dei loro autori e delle loro autrici.
Fin qui abbiamo valorizzato queste opere con mostre itineranti. Siamo anche stati ospiti di Dora Garcia nel Padiglione spagnolo della Biennale di Venezia 2011 e abbiamo recentemente esposto una selezione di opere presso l’Ambasciata svizzera a Roma. Nel 2016 parteciperemo all’esposizione mondiale “Donostia-San Sebastian Capitale della cultura 2016”.
Il progetto
Crediamo che queste opere debbano essere un patrimonio comune, che debbano essere visibili da chiunque lo desideri, in qualsiasi parte del mondo. Perciò vogliamo aprire una galleria online che consenta a tutti di conoscere queste potenti espressioni di creatività.
A tal fine chiediamo il vostro contributo. Per realizzarla, infatti, dobbiamo sostenere dei costi che ci permettano di catalogare e fotografare le differenti opere, scannerizzare i manoscritti, sostenere le spese relative alla digitalizzazione dei documenti e alla realizzazione del sito ospite, nonché tradurre i testi in inglese.
Non abbiamo fissato un budget e non prevediamo ricompense, se non un ringraziamento a ciascun sostenitore, che apparirà in una pagina dedicata della galleria virtuale. La quantità di opere che pubblicheremo sarà commisurata all’entità dei fondi raccolti.
Gli autori di queste opere hanno riposto la loro fiducia in noi. Ci hanno chiesto di portare le loro espressioni creative in tutto il mondo e permettere loro di incontrare la società che un tempo ha rifiutato i loro creatori. Chiedono una possibilità, per una volta nella loro vita, di essere accettati, e guardati come qualcosa di più che persone malate di mente, prigionieri, senzatetto, gente di strada. Questo glielo vorremmo garantire, se ci aiutate, unendo le forze, e aprendo questa galleria online che non conosce confini né esclusioni.
Identità creatrici: i nostri autori e le loro opere
La creatività ha molte facce: può presentarsi come un improvviso bisogno di disegnare o dipingere o come un’idea inaspettata che chiede di essere scolpita o scritta. È un impulso che non possiamo controllare, ma possiamo accettare il dono che porta: la libertà. Se scegliamo di seguire il percorso della creatività siamo liberi da tutti i confini, siano essi fisici o mentali, da tutti gli stereotipi e i pregiudizi. A volte la creatività si presenta più prepotentemente nell’ora più buia, quando tutto il resto sembra essere perso, offre un’ancora, qualcosa a cui aggrapparci, una risorsa vitale che ci può salvare da morte e follia.
I nostri autori lo hanno scoperto nel corso delle loro vite, mentre si trovavano confrontati a limitazioni, esclusioni, solitudini e altre sofferenze. La creatività li ha aiutati a superare questi momenti difficili, permettendo loro di crearsi un’identità che vivesse in altri mondi e altre situazioni attraverso diversi stati di coscienza. Alcuni di essi hanno scelto di continuare a dipingere e sono diventati artisti riconosciuti, come Domenico Giglio e Tonino Loris Paroli, altri, tra i quali Franca Settembrini, Giordano Gelli e Marco Raugei – internati per molto tempo in ospedali psichiatrici giudiziari o in manicomio – sono presenti in importanti gallerie d’arte, come il Museo Aracine di Parigi e il Museo dell’Art Brut di Losanna. Alcuni, invece, hanno semplicemente cessato la loro attività creativa una volta superato il momento della difficoltà. Il valore che attribuiamo alle opere raccolte non è tuttavia quello puramente artistico: ci interessa prima di tutto il messaggio che esse portano, il significato che queste persone dimenticate hanno scelto di dare ai loro lavori.
Crediamo che questo debba diventare un patrimonio comune, valorizzato e aperto al mondo, anche virtualmente.
Vi ringraziamo per la donazione che vorrete farci.