L’ARTE DELLA COMMEDIA DELL’ASSESSORE

teatroTU CHIAMALA SE VUOI MANIPOLAZIONE O COMMEDIA
E’, beninteso una stupidatina così senza troppo valore, ma anche un segnale che se pure i nuovi assessori raccontano farloccate per una cosa così piccola, figuriamoci per quelle serie.

PROLOGO
La stagione teatrale, oltre ad essere ogni anno uno sbrego di soldi così per il gusto di spenderli, quando competenti professionisti del mestiere suggerivano – e suggeriscono – strade meno dispendiose e altamente qualitative, incontra ogni volta la prosopoea amministrativa del sucesso sempre più successo.

I FATTI

I° ATTO
Anche quest’anno il neo assessore Arci alla Cultura, Simona Piazza, ha voluto strafare con l’autoincensamento.

In un articolo così senza contraddittorio – un’abitudine – si legge l’aureo godurioso comizio.
La risposta è stata molto positiva – sottolinea l’assessore Piazza – soprattutto per il Teatro d’Autore dove sono già stati riempiti tre quarti dei posti disponibili. Dalla biglietteria mi dicono che sono tanti i volti nuovi di chi acquista abbonamenti o i biglietti singoli, questo significa che i lecchesi si sono interessati alla programmazione e che l’offerta è piaciuta anche a cittadini che in passato non frequentavano il teatro”.

A guidare la classifica degli abbonamenti più venduti è la rassegna Teatro d’Autore con 320 abbonamenti già acquistati, un dato ancora provvisorio e in crescita rispetto allo scorso anno quando erano ne erano stati venduti 296 (la vendita dei biglietti ha aperto nella giornata di oggi) seguita dalla rassegna Teatro d’Attore con 224 abbonamenti venduti e 140 biglietti singoli, più dello scorso anno.

II° ATTO
Siamo certi del successo? Si può veramente affermare che “…questo significa che i lecchesi si sono interessati alla programmazione e che l’offerta è piaciuta anche a cittadini che in passato non frequentavano il teatro”?

O, in realtà, invece, la verità è che non si possono fare riscontri per un semplice motivo, tecnico e inoppugnabile, che qui sia l’Assessore Arci – che nasconde – che il giornalista – che non sa e non si documenta – sottacciono?

E cioè che gli abbonamenti (e i biglietti) non sono nominativi e che ognuno ne può acquistare fino a 4?

III° ATTO
Il Teatro, soprattutto nelle 2 rassegne “Autore” e “Attore”, per la ridotta capacità di posti, max 460, farà sempre il tutto esaurito, o quasi, e quindi non ci possono essere expoit di pubblico. Quello ci sta. Quello viene.

Ma torniamo alla manipolazione dell’Oste e del Vino fatta dall’Assessore alla Cultura, (che è tutto dire).

Se l’anno scorso mi sono recato IO al Botteghino a comprare 4 abbonamenti (per me, mia moglie, mia figlia e mio figlio quello grande) e quest’anno è andata MIA moglie (sempre per me, lei, mia figlia e mio figlio quello grande) nella realtà, per usare le parole dell’Assessore: “Questo significa che i lecchesi si sono interessati alla programmazione e che l’offerta è piaciuta anche a cittadini che in passato non frequentavano il teatro”? Oppure la sua è solo, piccola, indolore, ma pur sempre, manipolazione?

IV° ATTO
E, continuando. Auspicando il giocoforza solito “tutto esaurito” e fermorestando che non si può in realtà dire se sono nuovi fruitori del Teatro o sempre gli stessi, ma volendo accademicamente seguire le chiacchiere dell’Assessore, “..questo significa che l’offerta è piaciuta anche a cittadini che in passato non frequentavano il teatro”… non vuol dire (potrebbe voler dire) anche il contrario, che però ha sottaciuto? E cioè che l’offerta non è piaciuta a cittadini che in passato frequentavano il teatro?

SIPARIO,

O PIU’ PROSAICAMENTE, UN VELO PIETOSO

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