PARINI: LA SCALA DEL PERICOLO

pariniSullo stato di sicurezza dell’Istituto superiore Parini di Lecco la domanda vera – e preoccupante – da porsi, e che nessuno ha ancora fatto,  è, a mio avviso, una:
Ossia: Visto che 10 classi sono ritenute inagibili a imminente rischio crollo, e altre 27, sulle 44 in totale, devono essere interessate comunque da urgenti e importanti interventi di consolidamento -e questo vuol dire che solo 7 aule sarebbero quelle considerate sicure – tanto da non escludere chiusure drastiche e trasferimenti, mi chiedo se abbiamo coscienza che questo pericolo non può essere stato sopra il capo di studenti e personale solo da settimana scorsa.
Perchè non è credibile, davvero, che si sia passati dal tutto bene al, di botto, rischio che crolla quasi tutto.

I gradini della scala del pericolo non vengono percorsi con un salto.

Dove erano i garanti della sicurezza in questi mesi, anni?
I soldi utlizzati per l’indagine vengono starordinariamente dal Governo, potevano quindi non esserci.
Abbiamo presente il rischio che han corso centinaia e centinaia di studenti e lavoratori?
Mi si passi il francesismo, ma qui pare davvero che per la Provincia il parametro della sicurezza è fondato sulla botta di culo.
Se sta su vuol dire che non è (ancora) caduto.

4 pensieri su “PARINI: LA SCALA DEL PERICOLO”

  1. La situazione all’istituto Parini di Lecco è nota da anni, solo che adesso sono arrivati i soldi alla Regione Lombardia che li girerà alla Provincia che è responsabile della scuola: finchè ci sono i soldi, verrà messa in sicurezza tutta la scuola, anche quelle zone che non ne necessiterebbero…
    Per la cronaca, ieri il Parini era aperto e ospitava alcune riunioni degli insegnanti…
    Funziona così la scuola italiana: si va avanti così, con il rischio di crolli, poi se arriva il finanziamento dalla Regione si sistemano le cose guaste…

  2. Grazie Davide del commento.
    Si la situazione come dici è conosciuta da tempo, io non sapevo da anni e quindi la tua è un’informazione importante.
    A giugno, mi ha detto una mamma, pioveva a secchiate dentro, era una corsa a svuotare secchi.

    La cosa grave è quella che dici. ossia che si va avanti così aspettando, con il rischio che crolli.

    Ma, aggiungo un pezzettino, oggi sul giornale si legge che il Presidente Polano, ha detto che l’indagine è iniziata i mesi scorsi e si è’ rilevato subito la gravità e quindi si sono fatti approfondimenti.
    Ebbene in mesi e mesi non si è pensato almeno di mettere in opzione un Piano B che contemplasse l’eventuale chiusura totale o parziale dell’Istituto?
    E quindi fare ipotesi e incontri con le istituzioni e enti, di soluzioni possibili e praticabili di altre aule e servizi trasporti per non arrivare a metà agosto senza sapere cosa fare di concreto?

    Garzaie davvero Davide per il tuo commento

    Paolo

  3. Ciao Paolo,
    mia moglie lavora come insegnante al Parini ed è lei che mi informa sullo stato dell’edificio e ripeto, è da anni che quando piove ci sono infiltrazioni di acqua dal tetto (quante volte aspettando nell’atrio della scuola ho visto dei secchi per raccogliere l’acqua piovana…) o che l’intonaco si stacca in molte aule…
    L’indagine è iniziata perchè il presidente Polano sapeva di poter contare sui soldi arrivati dalla regione Lombardia e finchè ci sono soldi stanziati ne approfitterà per sistemare tutto l’istituto Parini…
    Secondo mia moglie solo una decina di aule andrebbero messe in sicurezza, il disagio per studenti ed insegnanti potrebbe essere limitato ad una rotazione delle classi relative a tali aule…
    …ma nella scuola non si ragiona così …
    Ancora oggi non si sa nulla sul da farsi: si prevedono lezioni nel pomeriggio per gli studenti del Parini in altri istituti a Lecco, occupati di mattina dai relativi studenti “proprietari”

  4. Caro Davide,
    qui nella scuola e per il Parini con tutta evidenza è come per i tribunali la pena, non c’è certezza.

    Ben vengano i soldi arrivati per le indagini tecniche dalla Regione, ma questo vuol dire che gli altri istituti son sicuri perchè lo sono o perché non han soldi per controllarli?

    E’ mai possibile poi che siamo quasi a ferragosto e non si sa ancora nulla di cosa succederà il 12 settembre, cioè fra un mese non un anno?

    resto allibito della pochezza organizzativa e della carenza comunicativa della politica

    grazie ancora
    Paolo Trezzi

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