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LOTTA ARMATA E RIVOLTA DI PIAZZA

Il nostro pensiero sul terrorismo è il seguente: il terrorismo non è contro il potere, anzi.

Il potere, quando è in difficoltà, il terrorismo lo evoca e lo invoca (vedi recenti casi del direttore del tg2 Mazza e Mastella contro Grillo), quando addirittura non lo alimenta, come negli anni ’70. Le b.r. non hanno tolto potere alla d.c., le hanno dato più potere.

Come al quaeda non ha dato meno potere a Bush, ma più potere. Il terrorismo non destabilizza il sistema, anzi lo stabilizza sempre di più. Questo è il suo vero fine, al di là degli intenti ‘ufficiali’ di quegli utili idioti boccaloni che vi aderiscono in ‘buona fede’. L’omicidio di Biagi non ha impedito l’approvazione della legge 30, anzi.

Noi lavoratori dipendenti dobbiamo augurare, oltre che per ragioni umane, lunga vita a Ichino anche per ragioni politiche, perché se dovesse cadere anche lui vittima del terrorismo un domani ci troveremmo in mezzo a una strada e non potremo neanche protestare e contestare la ‘legge Ichino’ perché offenderemmo la memoria di un altro martire del ‘riformismo’.

La lotta armata serve al potere perché fornisce l’alibi per spostare sul piano militare, dove è imbattibile, la risoluzione dei conflitti sociali.

Altra cosa dalla lotta armata è la rivolta rabbiosa di piazza.

Se poi è di massa, continua, a mani nude e volto scoperto allora è fatta.

Di quello ha terrore il potere.

USO DEI TERMINI PALLIATIVO e INCURABILE

Non è nostra intenzione sminuire il lavoro dei meritori Centri di assistenza delle cure palliative e dei Centri per malati terminali. Azioni utili, ammirevoli e importanti. Vorremmo però condividere con voi, nell’aspetto generale, quella sensazione di disagio che ci suscita ogni volta leggere il termine terapia “compassionevole” o terapia “palliativa”.

Questo disagio è dovuto anche alla spiegazione, illuminante e, secondo noi, condivisibile dell’idea espressa da un altissimo luminare, il pioniere della più avanzata cardiochirurgia italiana, il Professor Sandro Bartoccioni che abbiamo avuto modo di leggere, tempo fa, in un bel libro: “Dall’altra parte” scritto con altri due grandi e famosi medici, Gianni Bonadonna e Francesco Sartori e curato per la Bur da Paolo Barnard.

VI INVITIAMO A LEGGERE IL LIBRO ED INTANTO  A GUARDARE QUESTO VIDEO

Colpito da tumori – come gli altri due coautori — che l’hanno devastato malgrado cure, radioterapie e operazioni chirurgiche confidò alle pagine di un diario/memoria la prostrazione che lo assalì quando dopo l’ennesima comparsa di un linfonodo sopra la clavicola il suo medico gli propose, (se vuoi leggere anche il resto, continua qui)

QUEST’ESTATE SOTTO L’OMBRELLONE SI PARLA DI….

…. socialismo.

E’ questo il tema ricorrente nelle conversazioni degli italiani in vacanza ormai disincantati e non più distratti da false emergenze artificiosamente create dalla cappa mediatica che ha fin qui soffocato la consapevolezza delle gravità della crisi economica in atto. E’ ormai scoperto il bluff, gli italiani non sono più succubi dell’ideologia dell’apparenza, del “fare finta di” , del “fare finta che” e fra loro è diffusa la convinzione che lo sbocco di questa crisi non può essere neo-protezionista come è altrettanto diffusa la certezza che lo stato borghese non si riforma, si abbatte.  “Il momento è decisivo – asserisce un giovane elettrotecnico di Soncino – occorre superare il pensiero hegeliano nella sua pretesa di ricomporre l’esistenza, dialetticamente, all’interno della speculazione astratta, in quanto essa perde la soggettività nel momento in cui la pone, elevandola a momento del sistema. La soggettività è invece immediata e indeducibile. Come ci richiama Kierkegaard in Aut-Aut sta alla soggettività di ognuno di noi la scelta, ormai ineludibile, fra la vita estetica e la vita etica. La posta in gioco è la nostra propria esistenza.

E’ il momento di scegliere noi stessi come compito da realizzare e porre il popolo di fronte all’aut aut, senza infingimenti, senza false terze vie, fra capitalismo o socialismo.”

“D’accordo – aggiunge un sagrestano di Brixen – ma non possiamo prescindere dall’attuale situazione politica italiana. Come per liberarci dal nazifascismo fu costituito un Cln fra forze eterogenee per estrazione ideale e politico-culturale come comunisti, cattolici e azionisti, anche oggi, prima di affrontare il nodo della ‘liberazione’ da questo odioso sistema socio-economico che impone l’aut aut fra il fottere il prossimo o l’esserne fottuti, urge costituire un Cln con Di Pietro, Grillo, Guzzanti, Ferrero, Magistratura Democratica e tutti i cittadini italiani avveduti. 10, 100, 1000 piazze Navona (di massa, continue, a mani nude e volto scoperto)(se vuoi leggere anche il resto, continua qui)

MUTI E CON QUATTRO MANI

Penso  che un’analisi seria del risultato elettorale – e del post congresso di rifondazione  comunista – non possa fare a meno di considerare in primis la sconfitta della sinistra e di conseguenza degli alleati del precedente governo.

L’incapacità di tradurre nei fatti la propria proposta è sotto gli occhi di tutti e il risultato non poteva essere diverso ed è giusto che sia così. Le buone intenzioni non servono a niente se non si è in grado di concretizzarle e a poco serve seguire questioni di principio se non si coniugano con risultati che diano ai cittadini la percezione di un miglioramento della propria condizione. Sbagliare si può, perseverare no, specie se i cocci restano nelle amni altrui: non serve neppure cospargersi il capo di cenere perchè non ci sarà più possibilità di replica, chi non condivide le politiche dei vincitori che governeranno l’Italia per i prossimi cinque anni, minimo, non si può permettere di percorrere la stessa strada che da molti kilometri ormai ha portato fuori rotta e fuori dalla storia. Ha vinto chi non ha perso, questo è il risultato: è ora di avversari diversi, ma diversi davvero, possibilmente muti e con quattro mani.

SI TENGA GLI SPECCHIETTI CHE MI TENGO L’ORO

Qui di seguito vi riproponiamo un post che il 27 gennaio 2007 il nostro Khorakhaneker Francesco ci scrisse di ritorno dalla Colombia. In questi tempi di post congressi di rifondazione e pre finanziaria tremontiana, secondo noi vale la pena riproporvelo.  

C’è un signore in Italia che aveva, e (forse) avrà ancora grazie ai comunisti che tanto odia e che tanto gli fanno comodo, il potere di fare e disfare a suo piacimento. Fra le altre cose ha fatto in modo che un tot delle tasse che pago io e anche voi, fosse destinato a servizi inutili anziché a servizi utili: mi riferisco agli apparecchi per ricevere la TV digitale terrestre di cui è proprietario. Un po’ come gli specchietti che diede Cristoforo Colombo agli indios in cambio dell’oro, del quale rimane una piccola traccia al museo dell’oro appunto, di Bogotà. Ebbene, Non ricordo esattamente quale entità europea, sicuramente comunista, ha stabilito che quella iniziativa facesse ridere anche un condannato a morte poco prima di lasciare questa barzelletta terrena. Ma non è tutto! Lo stesso Signore che ha pattuito un compenso da pagare alla FIGC di 70 milioni di euro l’anno per i diritti televisivi sul calcio, ha ora manifestato la decisione di pagare con riserva visto che lo scandalo intervenuto (Calciopoli) ha fatto diminuire l’interesse sul calcio e di conseguenza anche i suoi profitti. Praticamente c’è un nostro concittadino col pallino della libertà (la sua,) padrone di una bella fetta di calcio, di una bella fetta di televisione, e prossimamente ancora, grazie ai comunisti che ne legittimano l’esistenza, padrone di stabilire che i miei soldi e i vostri soldi saranno utili per comperare specchietti da barattare con l’oro di cui è avido. Il problema è che c’è chi ci crede ancora e ci ha creduto fin dall’inizio, ma ancor più grave, è che c’è chi esiste senza essere libero di esistere nonostante lui! Io? Cogito, ergo sum!

Vi allego un po’ d’oro, specchietti non ne ho.

Francesco

PROMUOVETE BOSSI RENZO

Vicino a Lecco c’è un tizio (uno dei tanti) che quando parla Bossi va in trance mistica. E lo segue come lo schiavo fa con il padrone. Niente di così efferato, intendiamoci. A leggere il comunicato stampa del giovane esponente padano viene da chiedersi da dove attinge, il dott Pasquini, questa micidiale facondia, in grado di sbaragliare anche il più munito degli avversari? Qui in Italia si mormora che, lassù in padania, lavori per lui un agguerritissimo staff, che ha selezionato una ricca serie di frasi inoppugnabili. Tra le quali: “Il bue da del cornuto all’asino” “La canaglia centralista” ;“troppi lacci e lacciuoli”;la Padania è ormai nel cuore di tutti”; “lo stipendio che percepiscono è pagato con le nostre tasse!”. In ogni occasione ufficiale, il dott. Pasquini – o qualche Ministro di verde vestito   ne estrae a sorte una, o tutte assieme come in questo caso. E (qui sta il difficile) la dice.   Il padrone si sa è più sottile e nell’occasione forte del senso di giustizia e di interesse collettivo che lo muove ha gridato a gran voce l’urgenza di una Riforma della scuola. Ed ha parlato chiaro. Umberto Bossi: domenica ha spiegato, durante un comizio, che “un nostro ragazzo è stato bastonato (dagli insegnanti meridionali, evidentemente) agli esami perché ha portato una tesina su Carlo Cattaneo” Bocciatura? La colpa è ancora dei professori, ai quali sempre sfugge la grandezza dei geni. Poi “ancora una volta la stampa italiana di regime, al soldo dei padroni di turno” (un’altra delle frasi top dello staff padano) va a cercare chi sia quel “nostro ragazzo che è stato bocciato”.Toh! E’ Renzo, il figlioletto del re, Bossi – già designato, come in tutte le democrazie futuro capopopolo dei padani – che si è presentato da privatista davanti alla commissione del collegio arcivescovileBentivoglio” di Tradate per sostenere l’esame di maturità scientifica, ma ahinoi. Bocciato per il secondo anno consecutivo.

A bocciare il giovane Bossi non è stato un conclave di insegnanti del profondo sud, ma una Commissione al 75% nordista. La verità su questa vicenda è di una banalità sconcertante: tutte le prove scritte e orali del ragazzo sono state insufficienti. Se bastasse una tesina sul proprio argomento preferito a giustificare una promozione, l’esame di maturità non avrebbe alcun senso, commenta la commissaria esaminatrice.

Però, in questa terra di libertà e di meritocrazia, lo studente Renzo, un lavoro già ce l’ha. E solo per modestia il patriota dott Pasquini ha, con pudore, evitato di sbandierare nel suo comunicato. Attualmente Renzo Bossi è in servizio al Parlamento europeo con la qualifica di “assistente accreditato”. E’ stato papà a farlo assumere, insieme con lo zio Franco. Pertanto anch’io mi unisco al plauso e “ringrazio il Ministro delle Riforme per aver messo ancora una volta il dito nella piaga e per aver aperto gli occhi a chi non vuol vedere e le orecchie a chi non vuol sentire”Per il giovane padano dott. Pasquini, evidentemente bisogna attendere. E credo molto.

 Il dott. Pasquini, nei momenti più impensati, trova però sempre il modo di tenerci allegri. Grazie  ( se vuoi leggere anche il resto, continua qui)