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DOMANDA A GESUALDI

altraviaGiovedì 17 dicembre h.21 c/o L’Officina della Musica, via Plava, a LECCO

Avremo la possibilità di incontrare e discutere con Francesco Gesualdi di sobrietà, decrescita,  altra economia e benvivere. Servendoci anche del suo ultimo libro “L’altraVia” ed. terre di mezzo

 

Per farlo in modo più partecipato ed esaustivo possibile, crediamo possa essere utile raccogliere spunti e domande anche precedenti l’incontro, le quali ovviamente non esauriranno la possibilità di interloquire durante la serata ma sono principalmente finalizzate a costruire un percorso inizialmente più mirato.

 

La crisi economica che stiamo vivendo è una crisi degli eccessi, la presenza a Lecco di Gesualdi ci permette di sviluppare un’analisi e soprattutto confrontarci per trovare una nuova strada che sia equa e percorribile basandoci sia sull’esperienza diffusa del lavoro di Gesualdi sia per misurala con le esperienze locali .

 

L’incontro è una delle occasioni concrete per attraversare, guidati da un esperto, teorico e pratico, una teoria che da un decennio a questa parte sta facendo parlare di sé e via via guadagna consensi.

 

Da qui l’invito, per chi volesse a scriverci per formulare alcune domande che si vorrebbe trovassero ascolto e risposta nell’incontro.

 

Per farlo potete scrivere indifferentemente a uno di questi indirizzi mail:

ugomoi@libero.it (paolo)

acerorosso@tele2.it (mariacarla)

duccio4@gmail.com (duccio)

 

STAMPA E DIFFONDI VOLANTINO GESUALDI 

TEATRO A LECCO “A 100 PASSI DAL DUOMO”

A CENTO PASSI DAL DUOMO”

(lo spettacolo di teatro civile contro la mafia)

GIULIO CAVALLI sarà a Lecco venerdì 13 novembre ore 21.00

presso l’Officina della Musica (via Plava,5 – Lecco – mappa)

SCARICA E DIFFONDI IL VOLANTINO

“La mafia non esiste”. Figurarsi al Nord. “La mafia a Milano non esiste”. Non è mai esistita. “E’ tutta una montatura per screditare il ricco, produttivo, avanzato, civile, Nord Italia”.

C’è un’altra Italia che, fortunatamente, alle menzogne non s’è ancora piegata.

C’è un ragazzo di Lodi, di mestiere fa l’attore, che si chiama Giulio Cavalli. Ha avuto una pessima idea: parlare di mafia nei suoi spettacoli (oltreché del disastro di Linate).
“Che gli attori facciano gli attori”, gli contestano i tutori dell’omertà.

Lui invece s’è convinto che il teatro possa e debba parlare di temi spesso “dimenticati” da politici, giornali e televisioni.

E così s’è permesso di parlare di mafia. Non solo (sfacciato!): addirittura di mafia a Milano.
Di quella Milano “da bere” che fin dagli anni ’50 conobbe infiltrazioni mafiose nel mondo dell’economia, della finanza, della società, della cultura.

Eppure a parlarne, secondo i camerieri della disinformazione, non si fa che “screditare” i milanesi, i lodigiani, i lecchesi. Si manca di rispetto.

Molto meglio il silenzio.

Quello stesso silenzio che fa di Milano (e del Nord Italia) il nuovo centro operativo delle mafie.
Specialmente della ‘Ndrangheta.

LUN 2 NOV h21 “IO SO” serata della memoria

“IO SO” A LECCO diffondi VOLANTINO e MAPPA x raggiungere sala pasolini

Nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975 fu massacrato nel campetto dell’Idroscalo Pier Paolo Pasolini. L’iter giudiziario è giunto alla conclusione che a commettere l’omicidio fu un diciassettenne della Borgata romana di nome Pino Pelosi (detto “la rana”). Da solo. Nessun complice rimasto ignoto, nessuna “lezione”, nessun agguato, nessuna premeditazione, nessun mistero. Il massacro di Pasolini è passato alla storia di questo Paese come una banale “lite sessuale” finita male.

“C’è scappato il morto, pazienza, peccato”.

Pasolini, già trentacinque anni fa, aveva denunciato con precisione e lucidità il modus operandi efferato e repressivo del trentennio democristiano nonché l’inazione dell’opposizione comunista. Le critiche più impietose pronunciate dall’intellettuale di denuncia sono contenute negli “Scritti Corsari”; dalle colonne del Corriere della Sera, il più importante quotidiano nazionale, Pasolini non risparmiava nessuno.

Nel Paese della Memoria oltraggiata, delle stragi di Stato ancora impunite, dell’abdicazione – da parte del ceto intellettuale soprattutto – di ogni sorta di critica e opposizione al degrado politico, morale e sociale, ricordare, ripercorrere e rileggere Pier Paolo Pasolini è doveroso. Specialmente per l’attualità delle sue lucide analisi.

Non soltanto però ricordarne le idee, i pensieri e le parole.

E’ necessario collegare i due fili che per troppo tempo la vulgata ha voluto tenere distinti: l’agguato dell’Idroscalo (consegnato alla memoria come una “lite sessuale”) e ciò per cui l’intellettuale fu tolto di mezzo: il coraggio intellettuale della verità.

“Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia” Pier Paolo Pasolini

“Pasolini se l’è cercata” Giulio Andreotti

è ora di UNO SPORTELLO UNICO ECO-informa

buone_notizieIl cambiamento, le sollecitazioni, ancora una volta, non possono che partire dal basso.

LEGGI la Proposta di delibera per la costituzione di uno sportello unico Eco-informa provinciale Al servizio di cittadini – famiglie e imprese che presenteremo a fine settembre all’Amminsitrazione provinciale a ridosso dell’incontro pubblico con Marco Boschini autore del libro: “L’anticasta. L’Italia che funziona”.

VEN 17 AI RESINELLI incontro con CURCIO

curcio-ai-resinelli-ven-17In un’epoca in cui si parla solo di “controllare” chi arriva dal Sud del mondo, di impedirgli l’accesso nei nostri paesi, di “difenderci” e di difendere quello che siamo, al più di riservare qualche spicciolo per “aiutarli a casa loro”, qual è l’apporto sostanziale che invece riceviamo (o potremmo ricevere) da quelle persone, dai loro luoghi di provenienza, dai loro pensieri e dalle loro azioni? Continua la lettura di VEN 17 AI RESINELLI incontro con CURCIO