Archivi categoria: Lavoro

L’APPORTO ECONOMICO DELL’IMMIGRATO

badantiI diritti son diritti. Per tutti. E non sarebbe nemmeno il caso di star a discutere. Ma se proprio volete, non lo capite. Mi adeguo al livello. Faccio i conti della serva.

Una valutazione realistica dell’apporto economico del lavoro extracomunitario è resa complessa dall’assenza di indagini tecniche indipendenti. Proprio la difficoltà nel reperimento delle informazioni apre a posizioni ideologiche infondate.
Sappiamo però che il totale delle imposte e dei contribuiti dei lavoratori stranieri somma 10 miliardi di euro nel 2007 (dati INPS, banche dati dei lavoratori e redditi lordi). Il che equivale ad una normale finanziaria.

Il valore aggiunto è invece pari a 122 mld., circa il 10% del PIL (dati Centro Studi Unioncamere, Istituto Guglielmo Tagliacarne.) Solo le imposte sui consumi generano circa 1 mld a vantaggio dell’erario perché il reddito da lavoro degli extracomunitari è mediamente quasi la metà del reddito medio dei lavoratori italiani e quindi viene investito totalmente in consumi. Alle entrate fiscali sui consumi si aggiunge, Continua la lettura di L’APPORTO ECONOMICO DELL’IMMIGRATO

LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA… O no?

mobbingLa riforma della Giustizia… O no?

La ragazza mi interrompe con quel mezzo sorriso di chi vuole scusarsi: “Io della riforma della Giustizia non ne capisco molto, ti dispiace?…“. Mi fermo.

Romana, trentacinque anni, si era licenzia da un impiego a tempo indeterminato per esasperazione. I motivi. Nessun riconoscimento dell’impegno lavorativo, anzi, data per scontata. La collega appena assunta, una ex merciaia, diventò subito per ordine dall’alto la responsabile dell’ufficio che lei gestiva, questo senza aver inanellato neppure uno dei suoi 14 anni di esperienza. Da notare: la collega appena assunta faceva i weekend col titolare a Saturnia, e tale individuo se ne vantava in giro per l’azienda con battute da caserma. Per lei invece erano urli, telefonate isteriche dai piani alti, persino insulti, e non ultimo promesse di avanzamento di carriera mai mantenute. Altre colleghe le suggerivano “fregatene, tu fai il minimo, fai come noi“, un collega aggiunse “la vendetta è un piatto che si consuma freddo“. Lei aveva protestato con la dirigenza in ogni possibile modo, denunciando sia le ingiustizie che il clima di menefreghismo che regnava in tutto l’ufficio e che poi si traduceva di regola in un sovraccarico di lavoro per lei al limite del crollo fisico. Dal titolare le era arrivato di rimpallo un “rompicoglioni“. Così ogni giorno, mattina, pomeriggio e notte (il veleno ti insegue sempre) per 14 anni. Poi lo schianto Continua la lettura di LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA… O no?

I SALARI PIU BASSI E LE RENDITE PIU ALTE

altan-crisi-fine-meseLa notizia è da prima pagina di tutti i giornali: Stipendi, Italia tra gli ultimi.E di seguito i commenti uguali per tutti i giornali: colpa della tassazione. Invece se la prima è una notizia vera la seconda è una furbata.

Dimentichi che minori tasse, in termini generali, comportano un minor  Stato sociale. Minori servizi che diventerebbero a pagamento, più di quanto trarremmo vantaggio da un calo delle trattenute in busta paga. Se si limitasse a questo. Ma si sa con l’arrivo di questa crisi, numerose “grandi scuole” di economia si trovano nella condizione di doversi scusare, ma non lo fanno. Sono divertenti le arrampicate sugli specchi degli (iper)liberisti, in questo periodo. Ma la furbata fa comodo per nascondere che la lotta contro i salari dei lavoratori c’è stata e l’hanno stravinta i padroni e chi mette via un sacco di soldi in banca senza tanto lavorare. Una furbata perché ci sono i dati, ufficiali della Banca Mondiale (non delle anime belle del fu-khorakhané), tenuti troppo nascosti, che esplicitano titolo e soluzioni.  Continua la lettura di I SALARI PIU BASSI E LE RENDITE PIU ALTE

LA FLESSIBILITA’

immagine-bellaE’ acclarato il fallimento dell’economia finanziaria, quella che produce aria fritta. Ci riferiamo in particolare al mito della “flessibilita”, bella sulla carta come lo era il Manifesto del partito comunista del 1848, che pero’ quando si traduce in precariato è all’origine della crisi attuale. Sappiamo tutti da dove vengono i subprime. Non siamo difensori del “posto fisso”, (ma del lavoro fisso, casomai) ma francamente non capiamo perche’ chi studia biochimica o per fare l’operaio specializzato debba essere pronto a fare dall’idraulico al business development manager, a meno che non sia una scelta personale. Noi vogliamo un’idraulico bravo quando ci si scassa lo sciaquone così come un business development manager con le contropalle se dobbiamo stipulare un accordo commerciale. Cazzo ce ne facciano di un biochimico o di uno che sa montare la turbina del motore di un Boeing 737? C’é chi è bravo a sintetizzare antibiotici e chi è bravo a venderli. Continua la lettura di LA FLESSIBILITA’

AL FONDO DEI FONDI

fondi_pensioneSe si volesse infierire sui Fondi Pensione si potrebbero evidenziare i rendimenti con cui hanno chiuso il 2008. Un bagno di sangue, infatti. Medie ben oltre il -8% (-8,61%) per quelli aperti e il -6% (-5,90%) per i negoziali. Ma con punte, per quelli azionari, vicine al -30%, (-27,28%). Per i negoziali, molti operatori segnalano che con la media aritmetica di tutte le linee, la perdita si riduce al -4,6%. Questo dato non è un fattore positivo, ma, ahiloro, maggiormente negativo perché sta a significare nient’altro che per i fondi complementari di categoria – cioè quelli chiusi, quelli sottoscrivibili solo dai lavoratori di quell’azienda o settore – con un patrimonio più ingente hanno fatto peggio degli altri, causando, quindi, per un numero maggiore di iscritti perdite più elevate. Ma, almeno a chi scrive, non va di sparare sulla croce rossa, quindi la storia dei rendimenti non staremo molto a rimarcarla. Mi permetto però sottolineare un altro aspetto che denota una gravità e un allarme che non va sottovalutato, una pericolosità maggiore dei rendimenti, Continua la lettura di AL FONDO DEI FONDI

QUEL MILIONE DI EURI A BONOLIS

bonolis_169mIl milione a Bonolis per fare Sanremo: è un problema di torta o di fette? Un milione di euri è un’enormità, vero. Però, sebbene non come giustificazione, sponsor o no, quanto rende alla Rai e alle sue casse l’ingaggio di Bonolis?
E’ come per il calcio, i calciatori sono la macchina che fa girare il circo, il business, se prendessero 300.000 euri sarebbe solo moralismo. La torta è la stessa non aumentano le fette ma la grandezza, per qualcuno. E’ questo il problema, non la pecunia. Leggi invece l’articolo indignato del milione di euri di Aldo Grasso sul Corsera Continua la lettura di QUEL MILIONE DI EURI A BONOLIS