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SE NON CI PENSA IL CITTADINO AL COMUNE NON VIENE IN MENTE

villa gomeseremoC’è qualcosa che non torna nella programmazione della città per i cittadini ancor più di quella per i turisti.

E il “Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi” non ha fatto pensare che forse più che tra le quattro mura ci sarebbe stato un giro fuori porta, una camminata in centro, un tempo all’aperto per i bimbi.

I musei statali a Pasqua sono stati aperti, quelli comunali, ahinoi, nemmeno uno.

E se è comprensibile che la Pasqua vale anche per gli operatori culturali, il Museo non è però un supermercato, è cibo per la mente.

Chissà se era fattibile tenerli aperti con l’aiuto dei volontari, per orari più ridotti ma quel tempo che permetteva di coniugare un servizio per cittadini e turisti e il tempo di riposo per i lavoratori.

Forse c’è già, ma altrimenti non sarebbe male creare un gruppo di corresponsabilità civica e culturale e, ampliare, ancor di più, gli orari, i tempi di accesso, le iniziative negli spazi pubblici della città, senza sottrarre diritti ai lavoratori.

Volontari per la cultura che tengono aperta la reception, il guardaroba, gli studenti liceali e universitari, e le guide lecchesi, artisti locali, che illustrano le opere, che generano iniziative da loro stessi pensate e promosse in questo spazio e in questo tempo che permette un ampliamento del servizio, un dono in più per la città, a costo nullo o contenuto.

Ma se è, più che parzialmente, comprensibile una mancata apertura odierna dei Musei perché non si poteva garantirne presenza e controllo continuativo per una fascia di tempo di diverse ore è incomprensibile e ingiustificabile che i parchi cittadini, che necessitano solo un passaggio per l’apertura e uno per la chiusura, senza nessun bisogno di controllo, siano restati chiusi come un uovo di legno, senza sorpresa e senza gusto.

E’ il solito problema delle piccole cose, piccoli accorgimenti che non creano visibilità, presunta, per un Assessore, son quasi certo che, a saperlo prima, si sarebbero trovati 1000 volontari per andare ad aprire e chiudere Villa Gomes, il Parco Belvedere, quello di Belledo, quello di Villa Eremo…ect ect.

Fors’anche negli stessi consiglieri comunali, nei cittadini disposti e aperti a quel Patto di corresponsabilità che si scontra, ogni volta, coll’evidenza che se però non ci pensa il cittadino, al Comune non viene in mente.

Forse è il caso di proporre al Comune ed ai consiglieri di pensare se è necessario un gruppo di Amici per la Città, non in alternativa alle cooperative che fanno un servizio, ma ad integrazione di questo.

Ci si potrebbe provare, almeno a pensarci a un registro, una lista, una squadra, un elenco di quali servizi integrativi possono essere condivisi da volontari e un elenco di chi ci sta?

E’ il cittadino che deve rincorrere e non il Comune che (gli) viene incontro

citterioPotrebbe quasi essere ascoltata e valutata con attenzione, financo, in parte, condivisa la replica da maestrino del Capogruppo del Pd in Consiglio Comunale di Lecco, Stefano Citterio, sulla riorganizzazione scolastica, rivolta al sottosegretario alla Regione Daniele Nava.
E ci si potrebbe pure soffermare plaudenti sulle parole dello stesso: “È ferma volontà dell’Amministrazione compiere degli investimenti nella scuola, sia sul versante dell’edilizia scolastica che su quello della didattica, ma tali investimenti, onerosi dal punto di vista economico in un momento particolarmente difficile per il Bilancio comunale, non potranno compiersi se prima non saranno intraprese quelle scelte strategiche volte alla qualificazione dell’intero sistema, le quali competono proprio all’Ente comunale”
se non ci venisse in mente, per chi insieme alla memoria ha anche la verifica pratica, che sono le stesse parole, con lo stesso zucchero a velo del politichese, che hanno detto, proprio gli stessi, quando hanno messo mano alla riorganizzazione del Trasporto pubblico locale: Investimenti, riqualificazione dell’intero sistema, scelte strategiche. Che però poi, tradotte nella quotidianità per i cittadini sono diventate e state: aumento di oltre il 30% del costo dei biglietti, riduzione delle corse dei bus, minor servizi.
In altre parole per Citterio è il cittadino che deve rincorrere e non il Comune che (gli) viene incontro.
E poi la stessa maledetta foglia di fico che è diventata un mantra per ogni colore politico, ogni amministrazione locale, il nero che va su tutto, che vuole zittire ogni obiezione, ogni possibilità di replica, che il capogruppo Citterio non si esime dal mettere sul piatto come fette di salame, dopo aver provato a mettercele sugli occhi: “…in un momento particolarmente difficile per il Bilancio comunale”  e ancora “Questo stiamo facendo con responsabilità, secondo il nostro stile di fare politica“,
Basta non se ne può più. Sempre la solita solfa, la solita farlocca scusa
Tagliano sull’Istruzione e poi spendono centinaia e centinaia di migliaia di euro, da anni, per il Bike sharing che usa una manciata di persone.  Ma si sa le priorità ed il senso di responsabilità sono soggettive.
Spendono milioni di euro, all’anno, per un servizio di ristorazione scolastica che è di livelli modesti quando, da anni, potevano risparmiarne altrettanti programmando la costruzione di un Centro Cottura (sovra)comunale. Ma si sa le priorità e il senso di responsabilità, sono soggettive.
Si sono spesi oltre 300.000 euro per comprare i pali dell’illuminazione pubblica senza fare una perizia di parte. Ma si sa le priorità ed il senso di responsabilità sono soggettive.

Si spendono oltre 1.300.000 per finanziare le scuole paritarie, oltre 1000 euro a bimbo, e non si pensa minimamente, in questi anni, almeno di mantenere il contributo per i soli residenti di Lecco e lasciando agli altri comuni l’eventuale contributo per i loro. Si risparmierebbero e si sarebbero risparmiati 250.000 euro ogni anno, tutti gli anni  Ma si sa le priorità ed il senso di responsabilità sono soggettive
Poi vai a vedere, oggi, a Bilancio il Derivato, lo swap, che hanno, con un accordo segreto non conosciuto nemmeno dal Consiglio Comunale, contrattato con una banca giusto tre anni fa, e come dice (anche) il consigliere Massimo Riva, si potevano e possono  risparmiare 300.000 euro, l’anno, tutti gli anni, essendo così sproporzionatamente a favore della banca.
E via di ‘sto passo non ultimo il Risparmio energetico degli immobili Comunali,che sono un colabrodo di soldi, che si sta suggerendo da anni. Ma si sa le priorità e il senso di responsabilità, sono soggettive.

Si spendono oltre 100.000 euro per due cessi autopulenti per il flusso turistico dell’Expo e, oltre alla cifra da vomito li posizionano per giunta mesi dopo la fine dell’Expo. .. Ma si sa le priorità e il senso di responsabilità sono soggettive.

Ma poi il capogruppo Citterio, così come se i cittadini non avessero memoria, trattandoli senza rispetto, prova ancora a spargere zucchero a velo, nebbia su cose altrimenti chiare e dice: “Il problema che ci sovrasta è legato al calo demografico, che si manifesta in città con le stesse modalità comuni a tutto il territorio regionale e nazionale” .
E la cosa vergognosa, perché è palesemente una presa in giro dei cittadini, è che lui con altri, solo poche manciate di mesi fa, ha approvato – votando a favore – un PGT, il Piano di Governo del Territorio, la visione della città futura – dove c’era scritto, nero su bianco, una crescita demografica della città, a due e tre cifre. Glielo si era fatto notare. Ma allora conveniva così’.
E oggi, una deroga per mantenere i bimbi nelle scuole dei loro quartieri e non far finta di far decidere cose già decise, non si può, è da irresponsabili, stando a sentire chi ha dimostrato di non capirci nulla in questi anni.
In altre parole per Citterio è il cittadino che deve rincorrere e non il Comune che (gli) viene incontro.
In quale scuola insegnano la parola: Ipocrisia?

IL BOOK CROSSING UNA LETTURA IN COMUNE

book crossing Simona Piazza la provincia di lecco 16022016
bookcrossing1

L’ASSESSORE ALLA CUTURA SIMONA PIAZZA HA TROVATO L’IDEA INTERESSANTE E STA CONTRIBUENDO A REALIZZARLA

Come ogni anno più o meno a ridosso della “Settimana della Cultura e del Libro” – in programma, questa volta dal 10 al 24 marzo – scrivo ai giornali e all’Amministrazione l’idea di promuovere nella nostra città il Book crossing.
Ossia una di quelle pratiche che legano la passione per la lettura e per i libri alla passione per la condivisione delle risorse e dei saperi. L’idea di base – ormai diffusa in tutto il mondo – è quella di lasciare un libro dovunque si preferisca, affinché possa essere ritrovato e quindi letto da altri, e altrettanto eventualmente farlo proseguire nel suo viaggio, di mano in mano.
Da questo piccolo ragionamento son partito per questa piccola proposta, soprattutto romantica, e senza particolari oneri. Quella di far si che il cittadino e perché no, il turista, possano trovare e lasciare un libro nei luoghi di attesa, sosta, passaggio.
L’inizio di un’avventura per i proprietari dei libri, per i libri e per i loro nuovi lettori. Ovviamente l’ho proposto anche agli Assessori competenti di Lecco, perché sarebbe bello vederlo anche in qualche punto della nostra città.
Di solito, in giro per l’Europa è un servizio che i vari Comuni, Biblioteche, Associazioni mettono a disposizione di tutti.

Un rapporto implicito fiduciario, senza nessuna registrazione, i libri si leggono lì dove si sono trovati, si portano a casa e si rendono dopo la lettura. O se ne portano di propri.

Se ci fosse il supporto e la condivisione con le Istituzioni questa “piccola idea romantica” potrebbe diventare anche un piccolo servizio concreto e continuativo. Con punti dedicati.

Quest’anno, grazie alla disponibilità all’ascolto da parte dell’Assessora alla Cultura Simona Piazza, si proverà a fare dei passi avanti per concretizzarlo. Iniziamo a parlarne con Lei lunedì prossimo in un incontro per farle conoscere, e ovviamente confrontarci, questa proposta.

E’ un libro quasi tutto da scrivere.

CENTRO COTTURA E LE FILASTROCCHE AI BIMBI

VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100

Volere è potere.

Soprattutto se il volere dipende dal potere e tu sei il potere. Un potere piccolo, in questi anni quasi totalmente inadeguato, ma pur sempre – e ancora – potere.

E il volere può solo bruciare contro il tempo quando non c’è tempo. Ma ancor oggi il potere ha tempo e il volere aspetta da tempo che il potere non lasci anche questa volta passare altro tempo.

E’, parte, di una filastrocca scioglilingua che diversi genitori raccontavano negli anni scorsi ai loro bimbi quando li mettevano a letto presto perché il giorno dopo bisognava andare a scuola.

Erano genitori come tanti, erano bambini come quasi tutti gli altri.

Se andavi all’asilo ti poteva capitare che la cucina per preparare i pasti era all’interno, c’era una cuoca e c’era una grossa stufa.

Se andavi alle scuole paritarie trovavi chi mangiava il cibo cucinato a 16-20 kilometri di distanza e chi se lo portava da casa. E tutti insieme si mangiava e si parlava, si parlava del tempo e del volere.

Se andavi, e continui andare alla scuola pubblica invece mangiavi e mangi a caro prezzo, solo appena dignitosamente per gusto e qualità, e il cibo veniva e viene da 16/20 km di distanza e, nonostante questo, le famiglie e il Comune pagavano e pagano soldi che nemmeno Alì Baba.

5.295.886.20 euro, 5 milioni di euro più iva, è infatti stato il prezzo dell’ultimo Bando per 3 anni di servizio Mensa. 5 milioni più IVA. Per 375.415 pasti all’anno. Dal 1 luglio 2014 al 30 giugno 2017. E questo giro di tavolo si son pure risparmiati 300.000 euro + iva.

Un Bando con le offerte al ribasso. Con 1 o massimo 2 concorrenti.

Il Comune perde in partenza.

Anni fa si suggerì, all’allora Assessore all’Istruzione Francesca BohBonacina e al Sindaco Brivio, la soluzione di pensare e mettere nei Piani Triennali delle Opere pubbliche la costruzione di un Centro Cottura Comunale o, perché no, sovracomunale.

Le esperienze, diverse, in tutta Italia dimostravano, dati alla mano, un risparmio economico di notevole entità – nella misura di milioni di euro – un innalzamento della qualità del cibo e del servizio e, conseguentemente, un alto gradimento del cittadino e dell’utente.

La Legge, già a quei tempi era magnanima, si poteva aggirare il Patto di Stabilità che limitava le spese, grazie sia alle Tasse di Scopo sia con Progetti “chiavi in mano” con leasing finanziari.

In altre parole serviva solo il volere del potere. Il tempo c’era, il Bando scadeva solo il 30/6/2014.

Ma non provarono nemmeno. A parole si ma solo il tempo di finire le riunioni

Oggi, la filastrocca si canta ancora, il Piano delle Opere si potrebbe integrare e il tempo, da qua al 1 luglio 2017, non è molto ma come si è detto, volere è potere.

Si potrebbe copiare l’esperienza di Grugliasco, Comune piemontese grande più o meno come Lecco, con poli universitari e un Centro Cottura inizialmente gestito dal Comune con una Cooperativa sociale, prodotti locali e bio, recupero del calore, costato circa 2 milioni e abbattimento del prezzo del pasto per i cittadini. O quello di Empoli, 2000 mq per 4000 pasti al giorno, in un unico turno, che servono oltre che gli studenti della Città anche altri enti pubblici del Circondario Empolese-Valdelsa. Uguale per Settimo Torinese, per quello di Capannoli che serve anche Plessi dei Comuni del circondario, o quello di Pistoia, o ancora Capannori, altro Comune grande come Lecco, all’avanguardia nelle politiche ambientali, partecipative e di amministrazione virtuosa.

Insomma volere è potere.

Qui a Lecco si potrebbe valutare se pensarne uno solo per il fabbisogno attuale, o sondare, con serietà e volontà, le esigenze del Politecnico, dell’Ospedale, delle altre strutture pubbliche, il fabbisogno e la sinergia con i comuni limitrofi. Qui si parla sempre così in astratto di Grande Lecco e con il Centro Cottura Sovracomunale ci sarebbe la reale possibilità, senza aspettare l’umore dello Stato centrale, di fare economie di scala. Insomma. Volere è potere.

E così, finalmente pranzeranno tutti più ricchi e felici e contenti.

Che assessore, consigliere ci studia e valuta se farla sua?

PROFUGHI A LECCO e Ponzio Pilato. Chiedere ad altri di fare quello che già si potrebbe far da soli

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Leggo la lettera aperta del PD della città di Lecco sul tema Profughi con i loro 7 punti che mi paiono tutt’altro che concreti e puntuali,a  differenza di quanto ne dicano gli estensori.
Iniziano la lettera aperta con un autoelgio che va ben al di là della realtà: “…e parallelamente i livelli istituzionali, a cominciare dall’Amministrazione Comunale, si sono attivati per gestire con celerità ed efficacia la situazione emergenziale»
Il lassismo o bradipismo istituzionale, anche di Lecco, è sotto gli occhi di chi vuol vedere e si documenta.

Il ritardo nella stesura dei Piani di accoglienza, nella ricerca di strutture, lo stesso nel coordinamento con le realtà di volontariato, l’assoluta delega lasciata alal Prefettura per il controllo del rispetto delle convenzioni… per citare le più gravi. Vien da sorridere, amaramente, ma se si pensa che il Comune di Lecco non è riuscito neppure a organizzarsi per buttar via la pattumiera prodotta dai centri di accoglienza.

A Lecco per fortuna dei profughi e del senso umanitario della Città, ci sono stati, e ci sono, innanaitutto i volontari delle Lezioni di italiano che suppliscono a deficit vergognosi e forse pure contrattuali; per fortuna ci sono state, e ci sono, Associazioni come Mir Sada, ma non solo, che hanno raccolto vestiario, intimo e e scarpe arrivato come la manna, soprattutto nelle scorse settimane di feddo.

La lettera aperta del Pd poi cita un passaggio che in realtà pare a tuttoggi sconosciuto agli amministratori e ai consiglieri.
Scrivono infatti: “A questo riguardo si potrebbe fare un passo avanti prevedendo che le convenzioni con gli enti gestori comprendano, oltre a quanto già previsto…”

ECCO, sta qui il punto, oserei dire che sarebbe buona cosa, nel caso il PD le avesse, – visto che ne parla come se le conoscesse nel suo contenuto – che queste convenzioni, che dovrebbero già essere di norma già pubbliche – essendo, apputo, Atti pubblici – le metta a disposizione di tutti i cittadini.
Per una questione di trasprenza, controllo e civiltà.

Dei 7e punti della Lettera aperta  in cui si articolano le proposte PD, non serve neppure un giornalista per notare che tranne il punto 5 (sostegno finanziario per la gestione dell’emergenza), tutti gli altri son punti triti e ritriti.

Son punti, infatti, che sono stati sollecitati, da mesi, MESI, all’Amminsitrazione comunale e agli Enti superiori, da cittadini, associazioni e volontari.

Ossia il Pd lecchese arriva buon ultimo – meglio ultimo che non in gara, ovviamente – per dire cose già dette.
Dal Pd (lecchese), che governa la città di Lecco, indirettamente pure la Provincia e decine e decine di Comuni del territorio, ci si augurerebbe più che proposte così, per altro retoriche e soprattutto rivolte ad altri, che faccia azioni pratiche, risolutive. E che soprattutto le avesse fatte in questi mesi di lassismo e  bradipismo istituzionale.

Perchè la cosa che non si capisce è soprattutto cosa abbia fatto in questi mesi per affrontare e risolvere i punti che chiede facciano altri.
E capire, oggi, cosa il PD e l’Amministrazione stia facendo e non solo chiedendo ad altri di fare.

Per capirci meglio:
Il punto 1) “lo smantellamento del campo del Bione” visto che la data e le dichiarazioni dell’Assessore Mariani sono state in queste settimane le più bizzarre e ogni volta impalpabili…”Il campo sia smantellato nel più breve tempo possibile..” e, peraltro, subito dopo smentito malgrado l’aleatorietà, dal Capo di Gabinetto del Prefetto, Simeone che ritiene il campo del Bione, una struttura tutt’altro che smantellabile
Il PD può dare una data certa, misurabile? Perchè se no è solo propaganda.
Si veda questo articolo

Il punto 2) Un’accoglienza diffusa su tutto il territorio provinciale; questo è quanto chiesto dai volontari da mesi, in maniera così insistente che finalmente a fine settembre, solo a fine settembre, era il 23, l’Amministrazione si è spinta ad affermare “stiamo cercando di studiare un piano di accoglienza”.

Bene forse a fine mese se ne sa qualcosa – la pressione è nella speranza che i Comuni dicano sì – ma ci vorranno settimane e settimane, nel caso andasse a buon fine, per un’entrata a regime.
Un Piano B non esiste, richiesta di spazi (come per esempio la vecchia sede lecchese della Nostra famiglia) non sono stati nemmeno chiesti (almeno a sentire l’ultima commissione comunale di inizio settimana)

il punto 3) minori tempi d’attesa per l’identificazione; è un punto positivo, dove da una parte si spera che la fretta però non sia foriera di superficialità nell’analisi dei casi, dall’altro, sentendo le parole dell’on. Fragomeli, anch’esso del PD viene però da chiedersi perchè inserire questo punto da parte del Pd lecchese, quando non più tardi di una decina di gironi fa, era il 27 ottobre, l’on. Fragomeli, in visita al campo del Bione disse ..il giudizio è più che positivo. In particolare abbiamo constatato la celerità dei tempi con cui viene ora effettuato il processo di riconoscimento delle persone ospitate».
Si veda questo articolo

Non si parlano tra di loro? Racconta balle l’onorevole? O è solo propaganda sulla pelle dei altri?

IL PUNTO 4)
soluzioni per “occupare il tempo” dei migranti; non si capisce bene a chi lo chiedano, quando è il Comune, anche in autonomia, che potrebbe farlo. A volerlo.

Basta vedere altri Comuni e ammisnitrazioni: Colico, Parma, Soliera (Mo), dove raccolgono foglie e fanno pulizia urbana, o a Suvereto (Li) dove fanno lavori di tinteggiatura scuole e piccoli lavori edili; di Trieste arruolati per i lavori socialmente utili dove anche qui fanno pulizia strade (A Lecco ce ne sarebbe tanto, tanto bisogno) e assistenza anziani; a Viareggio e  Capannori (Lu) pulizia dei parchi e sistemazione giochi; a Bergamo e Sesto S. Giovanni, diversi profughi richiedenti asilo stanno pulendo strade da foglie e le vie dalle erbacce e sporcizia; per i Comuni dell’Emilia Romagna è stato Firmato un accordo dove i “lavori socialmente utili” indicati sono  pulizia strade e sentieri, cura di parchi e giardini pubblici, trasporto sociale e piccoli lavori di manutenzione nelle scuole o in altri edifici pubblici; così vale per Treviso, Bolzano, Lignano Sabbiadoro (Ud), o in vari comuni della Toscana dove i profughi sono impiegati a tenere in ordine un pezzo di via Francigena; o ancora ad Umbertide (Pg), Aosta, Verona, a Settimo Torinese (To) con altri Comuni del Piemonte e ancora Lentella, Carunchio, Palmoli e Schiavi di Abruzzo, in provincia di Chieti; e ancora a Rovereto e Pescara; per citarne solo alcuni che da mesi e mesi, stanno facendogli “occupare il tempo”.

Qui a Lecco pare sempre tutto più difficile.
Ma forse abbiamo solo Amminsitratori, politici e istituzioni più menefeghiste o solo incapaci.

Se poi si leggesse il DL nr 142 del 18 agosto2015 (clicca qui) all’art.22, divenuto Legge, e che recepisce due direttive Comuitarie, si leggerebbe addirittura:art.22 Lavoro e formazione professionale 1. Il permesso di soggiorno per richiesta asilo di cui all’articolo 4 consente di svolgere attivita’ lavorativa, trascorsi sessanta giorni (e non più 6 mesi ndr) dalla presentazione della domanda, se il procedimento di esame della domanda non e’ concluso ed il ritardo non puo’  essere attribuito al richiedente“.

Insomma vista l’ampia esperenza di altri Enti basterebbe copiare. Invece che chiedere ad altri di fare quello che già si potrebbe far da soli.

Se poi volessimo continuare un’analisi dei punti della Lettera aperta del Pd lecchese più propaganda che concretezza
il punto 5) sostegno finanziario per la gestione dell’emergenza; non si capisce il perchè.
In fondo già oggi vengono indirizzati 35 euro per la gestione di ogni Profugo e vedendo che, per esempio, le ore di italiano son fatte da volontari (i giovani democratici del Pd, dovrebbero rendersi in massa disponibili), gli abiti, vestiti e scarpe son state donate in gran numero dai cittadini tramite le associazioni, il cibo è pasta mattina e sera, ci sono già risorse – e fors’anche capitolati di convenzione – che vedono ampi margini di risorse disponibili. Non ultimo potrebbee ssere lo stesso Comune, anche in rete con altri, a garantire direttamente la gestione dei campi accoglienza, come per altro consentito dalla Legge.

Il penultimo punto, ossia il punto 6) maggiore coordinamento con volontariato e associazioni; è il più paradossale.
Lo si sta chiedendo al Comune da oltre 3 mesi, per palese evidenza di una carenza, e il Comune non ha battuto colpo fino a poche settimane fa con precarietà e pochissima organizzazione – se non fosse per i cittadini di Maggianico e i volontari che insegnano italiano – (peraltro mal visti dalla Prefettura che ne aveva vietato l’ingresso al campo del Bione e lo svolgimento delle lezioni) non è il resto pulluli di code di volontrari e Terzo settore, forse perchè troppi si muovono solo se ci sono i soldi?

L’ultimo punto il 7) evitare ulteriori nuovi arrivi nella città di Lecco  èpuò essere un bun auspicio ma in contraddizione con le parole dell’Ammisnitrazione che prima vedeva l’Hub, quindi il campo di smistamento e prima accoglienza al Bione, ora lo vede al Ferrohotel.

Certo che se dovesse fallire il Piano di accoglienza diffusa forse è più probabile che non ne arrivino più.
Dove li metterebbe il Comune?

NOI SIAMO DA MENO? Finchè facciam suonar la banda per la lucidatura delle Statue…

parchi_letterari

La Statua dello Stoppani (a prescindere dall’opacità dei costi) pulita e messa a nuovo è, ovviamente, molto meglio che sporca e rotta. Ma non porta un turista in più.

Nessuna statua di Lecco ripulita è funzionale a portare un turista in più. Puliamole per noi. Ma non vendiamolo come volano al turismo.

1) Questo fine settimana inizia a Lucca Comics&Games un appuntamento di fumetti, animazione, giochi di ruolo, videogiochi e del fantasy.

Ogni anno cresce di presenze, introiti e indotto.

Quest’anno sono previste oltre 500.000 persone, più della metà han pagato un biglietto per esserci.

Da 20 euro al giorno. Lucca i più dei visitatori della “Fiera” è ritenuto che non l’abbia mai vista prima. Lucca non è nemmeno il doppio di Lecco.

Comics&Games è stata un’idea del Comune che ancor oggi, dopo anni, ne è garante insieme ad altri.

Noi facciamo la guerra a Malgrate quando, per un giorno, organizza il Mercato del Forte perché ci ruba compratori di mutande nelle bancarelle.

2) Le Valli Bergamasche, solo più organizzate certo non più belle di Lecco e della Valsassina, dal 2010 si sono messe assieme – non centra nulla la GrandeLecco – e 44 Comuni, 300 operatori commerciali e una cinquantina di imprese, han creato Promoserio, l’agenzia di sviluppo turistico delle valli bergamasche Seriana e di Scalve.

Il partenariato pubblico-privato più grande delle Alpi Lombarde.

5 anni fa, non un secolo. Una sinergia che si è tradotta in un modello organizzativo vincente.

Su molteplici attività. Dalla costruzione del prodotto turistico all’arte, dalla neve alle attività sportive e i sapori. Passando per le nuove forme di ricettività con il sistema degli affitti turistici alla gestione manageriale dei Distretti del Commercio che qui in Comune gli Assessori manco sanno cosa sono (vedasi l’Accordo del 12/1/09)

Il tutto per valorizzare una terra ricca di Storia e di attrazioni.

Noi facciam suonar la Banda per la lucidatura di una Statua.

Noi siamo da meno?

A vedere questi anni amministrativi e le (non) proposte pare, purtroppo, di sì.

3) Non riusciamo nemmeno a pensare che Lecco non è una monade isolata ma un centro della 3a più vasta area urbana d’Europa, quella di Milano.

Servirebbe per rendersi conto dei nostri limiti ma anche delle potenzialità, cioè di avere un’utenza potenziale amplissima.

Se lo avessimo chiaro non riprodurremmo quello che si può trovare, e molto meglio, a pochissima distanza. Ad es. è velleitario pensare di poter far concorrenza, nel campo dell’arte moderna e contemporanea, con i 34 quadri di Palazzo delle Paure, alle gallerie del Novecento o a quelle di Arte Moderna e Contemporanea di Milano e Bergamo, e neppure ai Musei d’arte moderna, ricchissimi, di Lissone o Gallarate o Cinisello.

Ma finché riteniamo che l’attività espositiva può essere “affare” dell’Assessore di turno, che agisce secondo i suoi interessi e conoscenze personali, come è successo troppo spesso, invece che un’attività da pianificare attentamente con indagini ad ampio raggio sul pubblico, i trasporti, l’accessibilità culturale, il marketing culturale, la comunicazione ecc.. Un lavoro per professionisti e di equipe, necessariamente con pianificazioni a medio-lungo termine, campa cavallo.

4) Riusciremo una volta a potenziare le peculiarità locali?br />
Cioè le cose del territorio
che soltanto qui possono essere viste?

AJàsnaja Poljàna, la casa di Tolstoj, arrivano da ogni parte del mondo, ogni anno, oltre due milioni!! di visitatori. Un risultato non così eclatante, ma sicuramente molto interessante, lo otterrebbe un Parco a Tema Manzoniano, visto che solo qui da noi potrebbe esistere e i visitatori devono, per visitarlo, venire per forza qui.

Oggi, nelle orribili condizioni in cui è Villa Manzoni – si è aspettato una perizia di possibile rischio crollo, per far mettere soldi al Comune – attira ancora 40.000 visitatori all’anno e Villa Monastero, per la sua straordinaria posizione sul lago, ne attira quasi altrettanti.

L’Assessore precedente osannato, s’è battuto per l’Isola Viscontea e intanto stava andando a pezzi Villa Manzoni. Quello di oggi, dell’Arci, è lì perché, ha detto il Sindaco, è brava a reperir risorse.

Per le idee, pare, stiamo a zero.

E come sempre a Lecco, avremo i soldi e li sprecheremo.

Forse è necessario un Governo ombra, seminatori di ragionamenti. I Daccò, gli Scotti, i Lionello Colombo, gli Alessandro Bario, gli Angelo Rusconi, i De Battista, i Sampietro…ottimi contadini. Bisogna, credo, iniziare a trovare un campo, sceglierlo. Con o senza Amministratori.

Il parlarne è già un inizio di aratura

5) Partiamo da quello che siamo, da quello che ci appartiene, da quello che è nel dna del nostro territorio. Quali sono, stringi stringi, le peculiarità di Lecco? La letteratura e il fil de fer.

Ragionare su istituire dei parchi letterari (anche) pluritematici, credo sia essenziale e abbastanza facile.

Partendo certo dal Manzoni, che è la nostra icona principale, ma allargando la cosa ad un più ampio spettro: i “salotti” letterari del Lecchese, quello di Agudio a Malgrate, della Venini a Varenna; c’è il grande patrimonio del Parini che è lì solo da sfruttare, ci sono le suggestioni fogazzariane, c’è da promuovere i “bellanesi”: Tommaso Grossi, e il grande Sigismondo Boldoni, recentemente riportato “alla luce” dagli ottimi studi del professor Minonzio; c’è poi tutta la questione legata alla Scapigliatura a Maggianico e alla realtà che ruotava attorno all’albergo del Davide.

C’è anche la Brianza, dove Foscolo passò e ripassò e vi scrisse anche pagine importanti, e vi è persino il Monti. E di Gadda dove nella sua “La Cognizione del dolore” è ritratto il nostro territorio. Non ultimo la valsassinese Antonia Pozzi, che è un affermato valore aggiunto.

Insomma, a voler ben vedere di carne al fuoco ce n’è e forse anche troppa.

E quel bel personaggio che fu lo Stoppani. Le tre opere più lette nel e dell’ottocento italiano sono i Promessi Sposi, il Belpaese e Pinocchio. Fate un po’ voi!

Noi qui invece applaudiamo le imprese delle imprese di pulizia.

Facciam suonar la Banda per la lucidatura di una Statua.