Archivi del mese: settembre 2013
Ci scommettete sul Referendum contro le scommesse?
Non lo si fa per la causa ma per il risultato, ed il risultato sperato è quello di tornare in parlamento. E’ la loro scommessa. Se serve sputtanarsi va bene uguale.
Come spiegare altrimenti l’ultima evoluzione da pinguni del madagascar 3 dell’Italia dei valori, dell’IDV? Fiato alle trombe e cento comunicati stampa per promuovere la raccolta firme per indire un referendum contro il Gioco d’azzardo piaga di tutti i mali.
La scommessa dell’IDV è che la gente non ricordi. Non ricordi non di giocare alle macchinette, che sarebbe buona cosa, ma delle storia dell’IDV. Quando erano maggioranza, infatti, non hanno fatto nessuna Legge contro il gioco d’azzardo, ora, che non sono nemmeno in Parlamento, indicono un referendum. Roba da matti.
Se poi a livello locale lo promuove, lo firma, e si fa fotografare, anche chi, come il consigliere Venturini dell’IDV e lo stesso sindaco Brivio, è colui che con un Regolamento Comunale ha autorizzato l’aumento – aumento!!! – delle sale scommesse in città, azzardo..son ben accette anche le firme di chi era contrario? Dov’è che si firma? Dovreste metterci dei premi per chi firma. Scommetto che ci avete già pensato.
UN PO DI MEMORIA QUI
L’arrocco del facimme ammuina
Se i #bimbiminkia sono in guerra e, come dice il loro padrone Grillo, “Il M5S è condannato dalla sua stessa natura a vincere la partita o a perderla irrimediabilmente” chi può escludere che questi gridino “NO al voto segreto per la decadenza di Berlusconi” solo per distrarre, per fare ammuina, ma invece lavorano per un salvataggio?
Poniamoci la domanda: Ai #bimbiminkia per vincere la guerra è più conveniente che B. venga salvato sottobanco (apparentemente da Pdl e Pd-l) o che decada?
E allora proprio perché il pentastellato “Si Buona” considera il tutto un partita a scacchi non è per nulla escluso che abbia pensato bene di provare a fare l’arrocco.
(L’arrocco è l’unica mossa degli scacchi in cui un giocatore può muovere due suoi propri pezzi in un colpo solo)
L’arrocco è quello che succede gridando di volere il voto palese, sapendo che il regolamento del Senato (sembra) non prevederlo.
La prima mossa/risultato è che concedendo(gli) il voto palese il M5S vince. Si prende il merito più di altri e ci costruisce il consenso compensando i fallimenti di questi mesi.
La seconda mossa/risultato è che se anche non glielo concedessero, vince lo stesso perché può fare la vittima. Soprattutto se la decadenza di B., grazie ad una manciata di franchi tiratori, non dovesse essere votata dai senatori.
In quest’ultimo caso, lo scacco al Re B. non avviene ma Grillo fa Scacco a tutto il Parlamento.
Perde fintamente una battaglia ma vince la guerra.
Potrà gridare dal suo blog e far gridare, come un ventriloquo, i suoi Parlamentari le peggiori nefandezze contro i partiti e la politica, riempiendo quelle caselle della scacchiera che oggi vede i #bimbiminkia perdere posizioni.
Chi può trarre più vantaggi da questa vicenda della decadenza di B.?
E con il voto segreto chi ha più convenienza a diventare franco tiratore, se siamo in guerra?
L’unica speranza per soffocare in gola ai #bimbiminkia l’ennesimo vuoto vaffanculo è che B. decada per voto segreto.
Grillo dice di tenersi pronti.
Quanti #bimbiminkia si alzeranno al coro “Si Buona”, “Si padrone”?
Una pianificazione svizzera
La gestione del Ponte Vecchio in confronto sembra pianificazione Svizzera.
La gestione Amministrativa della Tares da parte del Comune rasenta il ridicolo.
Giovedì mattina, in coda all’Ufficio Tributi mi ero permesso di “suggerire” ad Assessore e Presidente di Commissione Bilancio che potevano fare (ancora) una Delibera di Giunta, sbattendosi un po’, e far così slittare la data ultima dell’incasso della prima rata della Tares di 15-30 giorni.
Questo avrebbe dato tempo ai cittadini di verificare la correttezza dei dati, non affollarsi in coda per ore e ore agli sportelli comunali e, nondimeno, di ricevere i moduli per il pagamento via posta. Cosa questa che per molti non era ancora avvenuta.
L’aspetto organizzativo che rasenta il ridicolo e pure una presa per il fondelli è che lo hanno fatto solo oggi, lunedì 16/9, cioè l’ultimo giorno di scadenza previsto per il pagamento e, non bastasse, solo nel tardo pomeriggio, quando banche e molti sportelli postali erano ormai chiusi.
Una genialata.
Vergognosa.
La gestione del Ponte Vecchio in confronto sembra pianificazione Svizzera.
Post precedente: I pro e contro di questo caso Tares
VISTI PER VOI (visioni a perdere) 1 LO SCATENATO
Giusto ieri ho visto Lo scatenato (F. Indovina, 1967). Credevo di aver visto tutte le commedie italiane anni 60/70, tuttavia questa mi era sfuggita e sono lieto di aver colmato la lacuna.
Il film narra delle vicende di un attore di spot pubblicitari (V. Gassman) che vede pregiudicata la sua carriera entrando in collisione col mondo animale. Film profetico (ricordiamo che siamo solo alla fine degli anni ’60) che affronta ironicamente il mondo della pubblicità. Un mondo sul quale oggi non si può certo scherzare, sarebbe blasfemo: la pubblicità è sacra (infatti oggi un film così non potrebbe uscire), un mondo che oggi domina il mondo stesso; viviamo, per chi ancora non se ne fosse reso conto, in un contesto di pubblicità fatta mondo. La cultura, l’informazione, l’intrattenimento non possono in alcun modo prescindere dagli ‘inserzionisti’, che sono gli autentici kingmakers nelle società ‘moderne’, poiché lo scopo ultimo di queste ultime è proprio ‘vendere’. Per ‘vendere’ è necessario creare un bisogno, indurlo attraverso tecniche ben collaudate che fanno ricorso principalmente alle ‘immagini’, e secondariamente ai suoni, e successivamente ancora alle parole. Il presupposto per creare un bisogno è creare insoddisfazione; si può quindi ben affermare che mission primaria della pubblicità sia formare individui e famiglie insoddisfatte. Il bacino cui attingere, il target, è costituito da persone infelici, e quanto più sono infelici tanto più saranno sensibili alle lusinghe del consumismo che, viene ben spiegato dagli spot, potrà ben lenire le loro pene.
Film profetico, si diceva, poiché illustra il grottesco divenire del protagonista, prima beneficiato dal successo e via via ridotto in rovina e in schiavitù (finirà in gabbia allo zoo, accettando le noccioline) dalla persecuzione (reale o immaginaria) di quel lato bestiale che alberga in ognuno di noi. Significativa la sequenza in cui si reca a chiedere lumi a un esperto che reclude formiche (che gli danno dell’idiota) e che gli consiglia il Mein Kampf per risolvere i suoi problemi.
Profetico e irripetibile, dunque, poiché la pervasività pubblicitaria, con il suo carico di infelicità e insoddisfazione, oggi renderebbe impossibile concepire simili opere, e semmai concepite non troverebbero ‘mercato’ in una società senza orizzonte. Senza orizzonte come Il trionfo della morte di Bruegel, come Il trittico del millennio di Bosch, quell’inferno preconizzato nel ’500 che insiste sull’eterno presente, sulla coazione a ripetere, a vendere e consumare, vendere e consumare, niente porta a niente. Quella profezia che, come dice Berger nel suo Contro i nuovi tiranni, annuncia l’immagine del mondo che ci viene comunicata oggi dai media sotto l’impatto della globalizzazione, con il suo criminale bisogno di vendere incessantemente.
I PRO E I CONTRO DI QUESTO CAOS TARES
I pro e contro di questo caos Tares erano tutti apparecchiati oggi all’Ufficio Tributi.
Diario di uno che era presente. Tra code, modelli, scadenze, categorie, rate, mancate urgenze, password promesse ma non mantenute – e anche alcuni aspetti positivi (ad esempio l’assessore in trincea a spiegare “al volo”.
Ecco la cronaca:
Le note negative:
1) La coda infinita e l’attesa snervante, soprattutto perché vi erano molte persone in su con gli anni.
2) Perché non si può dover stare a casa dal lavoro per pagare le tasse locali. Le 2 ore di apertura del sabato sono una boccata d’ossigeno in una camera a gas. Solo una.
3) I modelli spediti a ridossissimo dalla scadenza del pagamento, solo in questi ultimissimi giorni, senza nemmeno avere quasi il tempo delle verifiche e di porvi rimedio. Una leggerezza non da poco. Viste le quantità di errori di attribuzione delle categorie ect.
4) La scelta – e non modifica – della scadenza di pagamento al 16 settembre, malgrado il caos prevedibile, il ritardo nella spedizione dei moduli è un’altra delle pecche dell’Amministrazione. Potevano deliberare d’urgenza, sbattendosi un po’, la posticipazione della prima rata così da dare più tempo per sistemare errori o aggiornare i dati.
5) L’aver indicato sui moduli la finta possibilità di verificare i propri dati collegandosi al sito del Comune (con le passw indicate) e non essere vero. Una presa in giro.
Il Comune ha quindi perso diverse occasioni per evitare questo caos.
Se ci aggiungiamo:
6) La non volontà di ridurre i costi dell’Appalto usufruendo delle Leggi, che lo permettono.
7) La scelta, paradossale, di applicare coefficienti mediobassi a banche e supermercati ect. così come se fossero le realtà meno abbienti.
8) Considerare il garage come l’abitazione cioè come produttore della stessa quantità di pattumiera dell’abitazione è burocrazia miope.
Tutte cose che nessun consigliere ha colto e voluto sistemare.
Le note positive, emerse in questo caos nei corridoi dell’Ufficio tributi, però ci sono:
1) L’assistenza e il tentativo, seppur minimo, ma comunque utile, da parte dell’Assessore Corti nel provare a spiegare la lettura della cartella esattoriale alle singole persone in attesa è uno dei primi aspetti che va sottolineato e riconosciuto.
Questo ha permesso a diversi cittadini di evitare la lunga attesa e vedersi chiarito il dubbio. Sarebbe auspicabile che questo tipo di consulenza “volante”, fosse sostenuta anche dai consiglieri Comunali.
2) La pazienza e competenza degli impiegati, malgrado ritmi e stress che indubbiamente possono esserci è una nota molto positiva.
3) L’aver scelto il numero massimo di occupanti, quando il dato non era chiaro o presente negli archivi, elevando così di molto l’importo della tassa. Un ottimo escamotage per far emergere anche tutte quelle situazioni di furbizia e errate dichiarazioni che nascondevano a volte elusioni e furti alla collettività.
Il Comune ha quindi perso diverse, troppe, occasioni per evitare questo caos ma almeno alcuni lì dentro han provato a metterci almeno mezza pezza.
Di questi tempi non è poco.