
Non tutto il caos automobilistico vien per nuocere.
Questi tre giorni di passione dolorosa per quasi ogni strada di Lecco ha fatto emergere certamente il forte disagio per gli automobilisti che indifesi han dovuto subire una manutenzione straordinaria di un’arteria fondamentale come lo è il Ponte Manzoni, ma tralasciando le polemiche e gli isterirmi accusatori – soprattutto dei partiti – buttati così in mezzo alla strada investendo a caso più il Comune che i reali artefici del disagio, l’Anas, per altro parrebbe proprio un disagio senza possibilità di alternativa.
Cosa che credo, sia un aspetto da tenere presente in un ragionamento serio.
Ossia il Comune ha avuto delle evidenti pecche che vanno sotto il nome di mancata comunicazione – qualche comunicato stampa e cartello segnaletico avrebbe senz’altro aiutato a non far sentire abbandonati gli automobilisti ma certamente, va riconosciuto, non sarebbe servito moltissimo per ridurre il disagio e le code – un attenuante per il Comune, non secondaria è che Anas non ha comunicato a nessuno l’inizio dei lavori.
Qui il Comune deve, con le altre Istituzioni, prendere provvedimenti e rispondere con forza e obbligare Anas ad ogni informazione preventiva per il futuro.
I fatti reali poi fanno emergere, scendendo dall’auto e tornando ad essere prima cittadini che automobilisti, visto che purtroppo le due cose parrebbero non riuscire ad andare di pari passo, che se sul ponte c’è il restringimento di una corsia causa lavori improcrastinabili e da quell’unica corsia devono passare 10000 auto in 3 ore, non serve nessun vigile per salvarci e, tantomeno, come può risolvere?
Se tutti devono andare in direzione di Milano cosa potrebbe suggerire un vigile se l’unica via per andarci è funzionante a metà?
Certo poi se l’assessore alla viabilità evita di dirci di prendere il treno che può essere pure un suggerimento ma nella fattispecie suona più come una presa in giro è ancora meglio.
Ma passati questi tre giorni di caos automobilistico credo che sia occasione da non lasciarci sfuggire quella di:
- obbligare Anas a comunicare con congruo anticipo e comunque in tempo per predisporre almeno comunicati informativi da parte di Comune e altri Enti per gli automobilisti,
- credo sia occasione anche per mettere mano ad un Piano della Mobilità ormai vecchio di decenni e costruito con i diversi stockholder. E credo sia utile
- comprendere che i mezzi pubblici sono la salvezza e il benessere di una Comunità, anche a vantaggio degli stessi automobilisti privati.
Sarebbe buona cosa che a partire dagli Enti, dalle grandi fabbriche, dall’Ospedale e dalle aziende più evolute e vicino ai dipendenti, ma anche attraverso un auto-organizzazione degli automobilisti stessi, che si promuova il car-pooling cioè l’autocondivisa. Era evidente soprattutto in questi giorni che la coda era formata da 3000 auto e ognuna aveva un sedere solo dentro.
Forse è il caso di provare a fare in modo che aumentino i sederi e diminuiscano le auto.
Se questo caos dell’Anas può potare in questa direzione forse possiamo vedere del bene anche in questi avvenimenti e non limitarci per frustrazione a dare la colpa al Governo ladro.
Ognuno deve mettersi in moto, per il suo pezzo di strada