Era martedì 19 luglio 2016. Piazza Garibaldi, fronte Teatro.
La Giunta, quasi al completo, e un centinaio di cittadini. Occasione importante: “Un anno insieme a voi”.
Intervengono solo due cittadini. Un operatore del Mercato che vuole tornare in centro e il sottoscritto.
Tra le altre cose (ri)chiedo all’assessore Rizzolino quello che chiedo da anni. Valutare-seriamente- un Centro cottura (extra)comunale per il servizio di mensa scolastica. Come sua abitudine consolidata, in quello stile caricaturale da vecchio curato e da anziano barone di scuola, garantisce, anche stavolta millanta, un coinvolgimento di genitori, città, uffici e consiglieri per valutare – approfonditamente – la possibilità di dotare la città di questo servizio.
Obiettivamente uno strumento che migliorerebbe qualità del cibo, aspetti ecologici/ambientali e, nel medio lungo periodo, un risparmio economico per Comune e famiglie.
Oggi si legge che ha detto no al Centro Cottura. Decisione legittima, i ruoli decisionali spettano a Giunta e Consiglio mica ai social e piazze più o meno virtuali.
Ma quello che non sta in piedi, e un poco fa girare i piatti, sono le motivazioni: “Le verifiche che abbiamo fatto hanno dato esito negativo:non abbiamo a disposizione un edificio adatto, né aree per costruirlo. Abbiamo anche ipotizzato se vi fosse la sostenibilità economica per affidarne la realizzazione direttamente al vincitore della gara, ma i costi sono tali che avremmo dovuto prevedere o un affidamento di lunghissimo periodo oppure un aumento eccessivo del costo dei buoni pasto” ,
Quello che non è dato sapere, in questo (più di un) anno di lavoro è però chi ha sentito, i verbali, quando e come ha coinvolto genitori, famiglie, cittadini e, oserei dire, commissioni e consiglieri. Perché non vi è traccia alcuna.
E quando parla di non sostenibilità poteva studiare – cosa che non ha evidentemente fatto – l’esperienza di Grugliasco, Comune piemontese grande come Lecco, con poli universitari e un Centro Cottura inizialmente gestito dal Comune con una Cooperativa sociale, prodotti locali/bio, recupero del calore, costato circa 2 milioni e abbattimento del prezzo del pasto per i cittadini. O quello di Empoli, 2000 mq per 4000 pasti al giorno, in un unico turno, che serve oltre che gli studenti anche altri Enti pubblici del Circondario. Idem per Settimo Torinese, Capannoli, Pistoia, o ancora Capannori.
Insomma volere è potere. Qui a Lecco l’Assessore Rizzolino avrebbe potuto valutare, coinvolgere e relazionare, le esigenze di Politecnico, Ospedale, altri Enti, il fabbisogno e la sinergia con i comuni limitrofi.
Invece, anche per questo giro, in tono curiale non se ne farà nulla. Con il forte peso indigesto sullo stomaco di non averci nemmeno provato.
Gli assessori, con evidenza, non sono tutti uguali ma uno come Rizzolino viene continuamente da chiedersi se è in grado, davvero, di farlo. A beneficio della città, si intende.