
Aumentare le tasse, tagliare stipendi pensioni e sanità, e/o continuare ad operare a deficit.
Tutte e tre le soluzioni indignano, giustamente, il suo alter ego.
Mi permetto suggerirne una quarta che il dott. Puccio, ahinoi, nemmeno minimamente accenna. La lotta all’evasione e il cambio delle poste di spesa.
Ogni anno, a seconda delle fonti, l’ammontare delle imposte dovute ma non pagate allo Stato (ossia a tutti noi) è mediamente di oltre 150 miliardi di euro, per spingersi nell’ultimo Rapporto sull’evasione fiscale a cura del Ministero dell’Economia a 255.
Perché non sono intercettabili nemmeno una parte di questi nostri soldi? Non è qui che bisogna indirizzare le attenzioni?
Credo sia già grave il non pensarla come soluzione. Grave perché non può essere che figlia di una mentalità dove lo Stato è il cattivo e noi cittadini i buoni.
La lotta all’evasione si fa in tanti modi. Culturali ed etici che evidentemente mancano, e operativi.
Investendo in semplificazione burocratica e in maggiori controlli.
Tutte le operazioni bancarie, per fare un esempio, sono tracciate da un codice anagrafico che si basa su quello fiscale, quanto ci vuole a incrociarli con il fisco?
Proporre un uso obbligatorio e gratuito delle carte di credito/bancomat sopra una determinata cifra è complicato? L’uso delle carte elettroniche permetterebbe anche, visto l’abbattimento automatico dell’evasione al dettaglio, di restituire nel 730 parte dell’Iva pagata dal cliente.
Inasprire le norme sulla chiusura degli esercizi che non rilasciano ricevute? E il credito d’imposta come oggi avviene per ristrutturazioni edilizie e risparmio energetico, è complicato?
Ma poi, aumentare le tasse, a transazioni finanziarie, assoggettare all’Irpef le rendite finanziarie oggi al 26%, sui profitti dei beni di lusso, eliminando la cedolare secca sugli affitti a canone libero; o con una tassa di proprietà per gli immobili vuoti, una maggior tassazione su voli, auto aziendali e di lusso, sul gioco d’azzardo ect, è veramente un danno per il salumiere del dott. Puccio?
Ovviamente questi risparmi nella loro totalità o anche parzialmente, comportano una riduzione del debito pubblico e, se reinvestiti a sostegno delle famiglie, dell’innovazione tecnologica, per una sanità pubblica più efficiente q riduzione dei tempi di attesa, nell’incentivo alla mobilità sostenibile, ai negozi di vicinato, al reddito da lavoro, all’accesso alla cultura e alla formazione, all’allargamento delle tutele per anziani e disabilità, per il sostegno alle pensioni minime, a supporto delle potenzialità giovanili, a parità di risparmi insomma, sono veramente un danno per il salumiere del dott. Puccio?
Un conto è andare a debito per sostenere le famiglie e le imprese un conto per sostenere la rendita finanziaria, non siete d’accordo? Ovviamente son tutte cose – insieme a molte altre – che si possono fare, oggi, anche se non le ha dette il dott. Puccio.
C’è gente talmente povera che non ha nient’altro che il denaro, il guaio è che governa, fa il commercialista o il salumiere