Nel degrado quasi generale della politica (come in quello sociale) per preparare tempi migliori, se non si può fare il bene bisogna almeno non collaborare con il male.
Oggi il rischio di una vittoria delle destre (in politica e nella società) è reale. Sostenere chi può fare argine all’estremismo razzista e populista che si appella alla paura e amplia le disuguaglianze è quindi una precondizione indispensabile. Serve una “riduzione del danno“.
Messe in sicurezza le Istituzioni, poi si potrà puntare nuovamente al meglio. All’ideale.
Nell’emergenza democratica che stiamo attraversando bisogna guardare alle priorità, ai punti comuni più che a quello che divide.
Le elezioni del 4 marzo sia per la Regione Lombardia sia per il Parlamento presentano una prospettiva drammatica: la possibilità reale di un Governo dichiaratamente di destra, con Salvini Ministro o addirittura peggio, con il fiancheggiamento dichiarato di Casapound e le facce e azioni di Brunetta, La Russa, Meloni, Bossi in giro per ministeri.
Non si tratta però del rifugiarsi “nel meno peggio” ma di valutare attentamente le priorità e la realtà, attraverso le valore delle proprie scelte e sapere bene chi sono gli avversari e quali possono essere gli alleati per contrastarli insieme con più forza. Oggi i miei avversari sono il centrodestra, la destra, i leghisti a guida Berlusconi e Salvini.
Certo c’è anche Liberi e Uguali, ma sono ininfluenti nel futuro del Paese e addirittura facilitanti della possibile vittoria della destra in Lombardia. Preferisco quindi la difficoltà di stare con gli alleati del centrosinistra, dai quali tante cose mi dividono, ma ce ne sono altrettante su cui si possono trovare convergenze e buoni compromessi.
Dal 5 marzo preferisco continuare ad avere a che fare con un Gori piuttosto che con gli eredi di Formigoni e Bossi, con Gentiloni piuttosto che con Berlusconi o Salvini.
Allearsi oggi con gli avversari di domani, per contrastare assieme un avversario peggiore, è una strategia seria. Basta farlo alla luce del sole.
Saper vedere la differenza di un governo Gori e del centrosinistra dai governi delle precedenti legislature, quelli berlusconiani leghisti è non girarsi dall’altra parte.
Sostenere un argine e vedere i rischi è fare una scelta dentro la realtà.
Anch’io vorrei un Governo che mi assomigliasse perfettamente, anzi vorrei essere io il Governo. Ma non si può. La realtà è questa
E’ con questo che abbiamo a che fare.