Ascolto le nuove dichiarazioni dell’assessore ai Lavori Pubblici Corrado Valsecchi sul Teatro della Società ormai chiuso da quasi un anno e mi rendo conto di essermi sbagliato su di lui.
Mi spiego.
Sebbene non ci si può che augurare che il suo amico Giorgio Gori, insista per fargli fare l’assessore a Bergamo – va bene anche ovunque, pur che Valsecchi la smetta di continuare a non farlo a Lecco – la messa in scena delle sue dichiarazioni sul Teatro e sui tempi della riapertura sono davvero indecenti, una farsa che tende al dramma e soprattutto un improvvisare, ahinoi, senza arte ne parte.
Basta ricordarsi lo yo-yo delle sue altre dichiarazioni sui tempi di riapertura: alcuni mesi, sei mesi e ora, come se fosse un’altra cosa, due anni, forse.
Il ridicolo è che sono sempre date tutte buttate lì, con amara evidenza, checché ne dica l’assessore, a caso, come se fosse il bimbo bendato davanti alla tombola coi fagioli.
Date dette in realtà senza nessuna certezza, senza nessuna cognizione di causa e soprattutto, proprio per questo, senza nessun rispetto per i cittadini. Rispetto che invece – è già paradossale doverlo ribadire – deve essere una precondizione, perché i cittadini non sono né marionette, né tanto meno stupidi.
Perché è anche questo un aspetto grave della vicenda. Dire le cose tanto per dirle.
Non c’è un programma dei lavori, non c’è un bando, non c’è neppure un’indagine effettuata, eppure si fanno date smentibili alla prima verifica.
Un comportamento così arrogante e irrispettoso verso i cittadini – per sorvolare il suo screditare gli stessi suoi uffici e tecnici, che è di un infantilismo da asilo mariuccia più che da manager – é davvero deleterio e imbarazzante.
E lo è sia verso l’Amministrazione – e potremmo anche dire chissenefrega – sia, innanzitutto, verso la Città perché contribuisce a far perdere fiducia, stimoli e senso di appartenenza.
È per questo che oggi mi rendo conto d’essermi sbagliato su Valsecchi.
Ho sempre pensato, infatti, che fosse solo un po’ come il bullo della giostra, solo l’assessore del far credere, vedasi: Parco Belgioioso, Piazza Affari utile per opere e spettacoli senza accorgersi di quei 4 pali eppur enormi al centro, il PalaLecco, il parcheggio della Ventina, il ritorno dei Cinema (che se fosse stato vero ogni volta che l’ha detto, adesso saremmo Hollywood per numero di sale) ect.
Oggi, con tutta evidenza, Valsecchi si dimostra invece soprattutto e ancora più gravemente, non essere all’altezza, di non essere capace.
Sarebbe quindi ora che anche chi di dovere se ne rendesse conto.
Paolo Trezzi