DECRESCITA GENETICA

Il concetto di decrescita é stato elaborato da un circolo di economisti e sopratutto antropologi, di cui l’esponente più divulgato é S. Latouche.
Latouche é un economista che, integrando le scienze antropologiche, ha imposto un differimento sostanziale al paradigma economico dominante, deprivando il concetto di crescita sostenibile.
L’economia, per quanto, almeno fino allo scorso anno, sia stata reputata una disciplina scientifica incapace di verificare le proprie teorie per l’inesistenza di un laboratorio sociale in cui impostare esperimenti, sembra rimanere, paradossalmente, isolata da altre discipline sociali.
L’economia ha stretto un legame solido con la meccanica newtoniana e, di conseguenza, ne subisce tutti i limiti e le impossibilità applicative.
A fronte di ciò, é particolarmente patetica l’ arroganza con cui alcuni paradigmi economici sono stati imposti nonostante, appunto, l’inattuabilità perfino teorica.
Con la stessa arroganza, il neo liberismo é stato assunto a feticcio della divulgazione del pensiero unico di destra ed é divenuto il modello dominante.
Come già detto, e credo anche dimostrato anche in questo sito, il neo liberismo é solo la copertura, il travestimento, di forze monopolistiche di natura economica finanziaria e politica che hanno governato il lato marcio della globalizzazione.
Se ne é reso conto anche Tremonti, il concetto é disponibile a tutti.
Il lato padronale che nelle nazioni sviluppate ha concentrato la ricchezza in mano a pochi trasferendola dal reddito da lavoro dipendente.
Se qualcuno si impressiona che il 10% delle famiglie italiane detengono più del 45% della ricchezza, meglio non indagare cosa succede in altre nazioni “sviluppate”.
Lo strumento privilegiato di rilevazione del ciclo é stato finora il PIL, definito intorno agli anni 30.
Il PIL misura sostanzialmente la produzione nazionale a prezzi di mercato.
Come già affermato in anche in altre sedi, le nazioni unite hanno elaborato un indicatore dal 1990, l’Human Development Index, alternativo al PIL, in grado di considerare lo stato dei diritti umani, la scolarizzazione, i servizi sociali e sanitari.
Il differimento implicato non ha avuto una larga diffusione ma già da diversi anni il neo liberismo é ritenuto il paradigma perdente non dai no global ma dagli aderenti al world economic forum di Davos, la sintesi ultima dei leader economici e politici.
Da qualche anno la ricerca di indicatori alternativi al PIL ha ricevuto un impulso imponente.
Qualcuno ricorderà, forse, che Berlusconi ha cercato, nel 2003, una misura diversa dal PIL per valutare la ricchezza nazionale.
Ovviamente il suo problema era solo trovare qualcosa che non valesse ZERO come il PIL di quell’anno.
Il mondo si stava confrontando, più o meno in quel periodo, con un fenomeno interessante: il Bhutan.
Il Bhutan é una nazione asiatica che circa 60 anni fa poteva essere considerata un paese del terzo mondo. In seguito, l’epurazione cinese del Tibet, spinse gruppi di monaci buddisti a rifugiarsi in Bhutan.
Oggi il Bhutan é una nazione sviluppata, con un reddito medio alto e servizi efficientissimi e capillari.
Il sovrano é un religioso illuminato il cui percorso di realizzazione spirituale coincide con il benessere della popolazione e dell’ambiente che, per i buddisti, coincidono.
Può quindi, a buon diritto, essere considerato uno stato etico alla pari dell’Iran.
Ciò che rende il progresso del Bhutan fondamentale é il GNH, gross national happines, che in quella nazione sostituisce il PIL.
Il fine ultimo dell’indicatore é evidenziare lo spostamento dalla ricchezza al benessere.
Da quando la nazione asiatica valuta il gnh, l’interesse per tale misurazione, coadiuvato dalla storia di successo del paese, si é diffuso in tutto il mondo.
Nel novembre del 2007, la commissione europea, il parlamento europeo, il club di Roma l’ OECD e il WWF hanno tenuto una conferenza dal titolo beyond GDP (PIL).
La commissione ed il parlamento europeo sono gli organi istituzionali dell’area più neo liberista in assoluto.
Sono stati esposti i lavori riguardanti i tentativi di superamento del PIL ed é divenuto chiaro che il prossimo sviluppo dell’area non potrà essere dissociato da un indicatore fondamentale per la teoria della decrescita: il GHA (l’ettaro globale).
Globalmente, per ogni essere umano, é disponibile 1.8 GHA.
In Europa ne consumiamo 4.7, in america circa 7. Ne consegue che ogni europeo ruba 2.9 gha a qualcun altro.
La risorsa é limitata perché, quando una materia prima a bassa entropia, come una pietra un po’ unta, entra nel processo produttivo, viene raffinata, trasportata e bruciata nelle automobili, si trasforma in materia ad alta entropia, inquinamento, a cui difetta l’energia per riconvertirsi in pietra unta.
Il concetto di decrescita non é quindi un’ utopia ma una necessità avvertita perfino da ottusi fanatici seguaci della setta di A.Smith. (quello della mano invisibile che regola l’economia)
Ovviamente molti non se ne sono accorti e propagandano ancora polverose ed irrealizzabili, questa volta si, utopie liberiste, applicando puntualmente, e contraddittoriamente, politiche economiche keynesiane.
Ne consegue che i partiti di destra, non potendo essere operativamente liberisti, sono solo padronali.Purtroppo la sinistra, almeno in Italia, é l’ unica ad applicare il liberismo che la destra solo propaganda.
Pensandoci bene, perché la destra non può essere liberista se lo é la sinistra?
La risposta non può che essere, a questo punto, apodittica.

13 pensieri su “DECRESCITA GENETICA”

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