A volte incroci persone che pur essendo dentro le pagine di un libro ti danno la possibilità di vedere sotto ulteriori luci esperienze e percorsi che hai già vissuto.
Mi è successo, e seppur precariamente, lo racconto come possibile ulteriore stimolo e contributo, a chi andrà a vedere – o come ho fatto io – a rivedere, la Mostra “Pescatore d’immagini” di Robert Doisneau a Palazzo delle Paure.
Una mostra fotografica di eccezionale bellezza, del grandissimo fotografo francese.
Ulteriori luci si illumineranno leggendo prima – o dopo- la visita alla Mostra, il libro “La ragazza con la Laica” di Helena Janeczek, ed. Guanda, fresco vincitore del Premio Strega:
La biografia, con robusti documenti ma sotto forma di romanza, di Gerda Taro.
Una giovanissima fotografa, splendida e libera. La prima caduta su un campo di battaglia, nella guerra di Spagna, nel 1937.
Allieva, sodale, complice di Robert Capa, lasciò nelle sue foto testimonianza dell’enorme delitto che era stata la guerra.
La fotografia raccontata da chi l’ha vissuta come testimone, in un crescendo di interesse, sorpresa, commozione. L’arte della fotografia che parla della passione, del grande fatto, dell’amore e del risultato di quanto si possa raccontare compiutamente e perfettamente una vita di un tempo, senza usare parole.
In un click.
La carismatica e giovanissima Gerda Taro che centellinella gli scatti nella carenza della guerra, per raccontare un mondo.
E così, sempre dentro il suono della pellicola che scorre sotto il movimento di pollice e indice sulla leva della macchina fotografica, senti la stessa cosa guardando nella teca bianca della sala in fondo al corridoio a Palazzo delle Paure, con la Leica e le parole di Robert Doisneau, riportate sulla parete della sua Mostra in corso a Lecco.
Quelle foto in bianco e nero posate sulle pareti, nelle varie sale, raccontano anch’esse un mondo, più piccolo e così altrettanto enorme.
Singoli attimi, dettagli, che la loro già enorme bellezza, grazie a questo libro, che pur non parlando degli stessi tempi, luoghi e dello stesso artista fotografo, ne fanno emergere affiorare, una luce nuova, già dentro la fotografia di Robert Doisneau, un modo che così diventa anche nostro, da visitatori, di essere “Pescatore d’immagini”.
Il linguaggio universale delle immagini è una vita raccontata. Andate a vederla la Mostra, dentro ognuna delle 70 fotografie, da quella famosissima a quelle che lo diventeranno per voi. E ritrovate quel singolo click, quel suono, dentro le pagine di uno splendido libro.
Ognuno così incornicerà le sue fotografia, soprattutto quelle, che sono le più importanti che scatterà nella vita reale, come hanno fatto, Gerda Taro e Robert Doisneau, loro con la propria macchina fotografica.