LA POLITICA E’ MEDIAZIONE NON CONCERTAZIONE. Tantomeno abdicazione

tore_rossiTore Rossi, la sua famiglia acquisita e d’origine, sono prezioso valore aggiunto e caratterizzante della Comunità lecchese.

La sua concretezza del “farsi prossimo” è esempio e, allo stesso tempo, imbarazzo di inadeguatezza per quelli come me. Pieni, ma manco bravi, soprattutto di parole.

Eppure non posso non esprimere la mia quasi totale contrarietà alla sua lunga Lettera/Appello. Pronti, inconsistenza, via.

Non ho intenzione di sminuire i suo impegno di ampliare il Bene Comune. Non ho ne autorevolezza ne ragioni. La lettera l’ho però letta, mi sono soffermato su più passaggi, ho provato a darle la forma e la forza di un invito, di vederla come un canovaccio in divenire per una costruzione comune più concreta, ma non ce l’ho fatta. Secondo me resta una lettera inconsistente, un’omelia, che lascia quella sensazione marziana di essere fuori dal mondo e dal tempo. E ingenerosa. Non solo i punti che tocca sono tra il libro dei sogni e responsabilità di decisioni più che altro sovracomunali. (terza corsia della 36, potenziamento treni e raddoppio binari, trasporto pubblico, ect)

Sono marziane perché Tore sembra non accorgersi che già diverse sono in costruzione o presenti, parlo del turismo, della Cultura, di sentieri e montagna, di sport, di Festival (più d’uno) altre perché non sembrano proprio priorità e non perché lo dico io, ma perché non ne ha mai parlato nessuno in questi anni. Per non dire, ma è giusto dirlo, dei soldi che servono a fare.
I libri dei sogni, le promesse che non diventano mai impegni, le stiamo già vedendo con il Governo centrale e oltre ai soldi, bisogna fare i conti coi vincoli a spenderli.

Ma quello che mi lascia ancora più perplesso è questo “svuotamento” della politica che propone Tore. Il modello di Città, le politiche per farla, le priorità, la visione, i bisogni, il metodo, non sono uguali se a governare c’è uno schieramento piuttosto che un altro. Questa idea che tutti sono uguali, che tanto non c’è differenza, che non bisogna essere né di sinistra né di destra, è una cosa che fa più danni degli errori materiali. Come diceva anche don Milani. La politica è mediazione non concertazione. E tantomeno abdicazione. Lo stesso Tore, a suo tempo era candidato per una parte politica, non per entrambe. Pur essendo poi stato,nel caso, Sindaco di tutti.
Non facciamo finta, non per difendere il nostro orticello ma per un modello di Città, relazioni, cultura, che non possono essere neutri, che una Comunità non si misura solo e spero soprattutto dai chilometri d’asfalto.

Almeno la giunta Bivio – o meglio alcuni e alcune ben più di alcune e alcuni altri – ha messo mano, si è sporcata le mani si è scontrata con la realtà e le possibilità, negli errori, ovviamente. La destra – con modelli tra Formigoni e Berlusconi – si è limitata a fare le barricate per le strisce in centro. Dopo aver soffocato Lecco e l’Italia.
Io credo che sarebbe un buon passo avanti se militanti, simpatizzanti, del proprio schieramento possano partecipare, con pari dignità, alla costruzione del programma amministrativo. Che il promettere abbia le fondamenta dell’impegno e che sia chiaro non solo cosa si vuole fare ma soprattutto come e perché si vuole farlo.
Quindi oltre il pronti, inconsistenza, via, Tore cerchi, lui autorevole e prestigioso, di essere semina, sole e acqua per chi questa città la vuole bella, seria, aperta e solidale. Migliore. Per chi già c’è e per chi vorrà arrivare

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