E’ la semplicità con cui le non notizie si vestono di apocalittiche tragedie che fa del rampante e strabico Boscagli il poco credibile paladino della #lecchesità
Quel politico che sembra dire cose banali, in maniera anche educata, ed invece dice banalità. Pubblicitarie per sé. Che è l’unica finalità vera della notizia di oggi, perché, santa pazienza, una tenda da montagna nel sottopasso della stazione non ha niente a che vedere con il rischio di tranquillità e sicurezza che millanta Boscagli per i lecchesi.
Una foto che potremmo vedere, senza scandalo, a Berlino, Amsterdam e persino Pasturo. Qui addirittura si scomoda Boscagli che alle 6.30 del mattino riceve queste foto sul telefonino. L’erotismo di una volta per eccitarsi era molto più casereccio e dignitoso.
Siamo poi d’accordo che la stazione di Lecco dovrebbe avere migliori comfort, migliori spazi di accoglienza, migliore pulizia, ma farne il Bronx per una manciata di consenso è tra le peggio modalità per promuovere la lecchesità.
A me, più che una tenda nel sottopasso per una manciata d’ore, fa scandalo che da un mese 2 porte su 5 per l’accesso alla biglietteria sono rotte e una terza è più che precaria.
A me, più che una tenda nel sottopasso per una manciata d’ore, fa scandalo che il servizio di trasporto regionale è da 20 anni uno schifo di ritardi, soppressioni, cancellazioni, carrozze indecenti, mancata manutenzione e continue decennali promesse di miglioramento e son sempre tutte balle.
In Regione queste promesse le hanno fatte e le continuano a fare proprio i compagni di partito di Boscagli e fino a poco tempo fa persino i suoi parenti.
Che non significa che non ha diritto di fare critiche Boscagli, ovviamente, ma almeno abbia la qualità della misura, la puntualità delle priorità, il biglietto della decenza, e non il deragliamento per una manciata di voti.
La promozione della lecchesità non è ovviamente nascondere le cose, ma la corruzione del linguaggio che pratica Boscagli, e cioè la sua riduzione a sistematico ammiccamento, trasformando ogni cosa in tragedia è devastante.
Persino a ciò che ha già un suo significato comprensibilissimo viene imposto, come una ridicola parrucca, un significato aggiornato apocalittico ad uso e consumo del grande pubblico elettorale