LO SPLENDIDO FRESU E GLI STONATI PIANGINA DELLA CODA

FRESUUn nuovo genere letterario rischia di imporsi a Lecco: i piangina della coda. Quella narrazione che confonde le code per un concerto di eccezionale qualità come quello di Paolo Fresu, offerto a gratis!!! dove altrove costa 30-50 euro, con le code per una mammografia.

Domenica causa previsioni di pioggia, il concerto di chiusura dello splendido LeccoJazzFestival, appunto con Fresu, è stato spostato per serietà e sicurezza alla Camera di Commercio.
Purtroppo 350 posti disponibili a fronte dei potenziali 1000 della Piazza Garibaldi.
Già per questo il piangina della coda ha indossato la casacca del io non l’avrei fatto per nulla allora” e sui social scatenati. E se poi non piove?” “scommetto che almeno 100 entrano perché sono raccomandati” “è una sala da 150 posti” ect.
Ovviamente sarebbero stati gli stessi che se non si fosse spostato e pioveva erano in prima fila per il mancato spostamento.
Domenica i piangina della coda hanno criticato perché c’era più coda che posti. Zero invece sul fatto che non c’è un luogo dove fare concerti da migliaia di persone, zero per la cafonaggine, la furbizia, di chi, indisturbato anche dai piangina, saltava avanti.
Tutte solo dirette a chi da Comune o Camera di Commercio non ha portato il rotolino dei numerini. Numerini per educare i cafoni.
L’autogestione della fila indiana, nel 2019, a un concerto jazz, richiede la maestra, manco fossimo all’asilo.
I piangina si sentono clienti anche quando non pagano. E padroni quando gli dicono che è pieno e nessuno li costringe a stare in coda.
Fan sei ore di coda per il padiglione Giapponese all’Expo e tutti muti. Fa Figo. Fanno la coda per il nuovo telefonino. È tendenza.
Alcune istituzioni come EuroDisney o Ryanair han risolto il problema alla vecchia maniera, cioè con la cara, intramontabile questione di classe: se paghi di più salti la fila (si chiama fast-pass o Capitalismo, il ricco passa davanti al povero).
Ma a Lecco alcuni non sopportano di farla, tutti alla stessa maniera, e si scambia il privilegio e dono (anche alla Città) di uno spettacolo eccezionale, a gratis!!!, per un disagio insopportabile.
C’era gente in coda che era la seicentesima e dopo avergli detto che c’erano solo 350 posti ha risposto che era in coda per veder la coda.
Verrebbe voglia di suggerire al Comune di non farli più a gratis gli spettacoli che ci invidiano ovunque e di metterli a 50 euro a biglietto. Zero coda. Exclusive.
Magari così i piangina iniziano finalmente a lamentarsi per le code davvero oscene, quelle per la mammografia che è lunga 16 mesi! O al nido che devi prenotare prima il posto che la copula.
Naturalmente anche lì c’è il fast-pass: se paghi la mammografia la fai domani. E dura molto meno di un concerto di Paolo Fresu, a gratis.

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