Il Tintoretto rivelato ha chiuso domenica a Palazzo delle Paure con numeri da record e la presenza celebrativa di Vittorio Sgarbi.
Un evento dal primo all’ultimo giorno con numeri che hanno, contemporaneamente, oscurato e esaltato lo stesso dipinto.
I lanci giornalistici erano solo, o quasi, per le cifre degli spettatori. E chissà se gli spettatori erano lì soprattutto per quello.
Un quadro che ha avuto sì, la straordinaria capacità che porta scompiglio in una città che si sta solo da poco abituando a imparare a essere luogo di cultura, di curiosità e coinvolgimento.
Ma che rischia, più o meno inconsapevolmente, di far sottovalutare quello che già solo in questo ultimo anno Lecco ha offerto, lo sguardo straordinario di un nuovo allestimento e percorso Museale a Villa Manzoni, una esposizione di Mostre che sono state meravigliose e storicamente almeno altrettanto importanti del quadro del Tintoretto (L’ottocento lombardo, i Macchiaioli, su tutte).
Detto questo e chiusi i battenti sul Tintoretto non attendiamo, per favore, il prossimo Natale per entrare massicciamente in un Museo cittadino solo perché c’è un nuovo evento di un quadro prezioso da guardare.
Approfittiamo di quello che abbiamo quotidianamente. A partire già dalla prossima Mostra intorno a Manzoni che si inaugura fra pochi giorni proprio a Palazzo delle Paure e, appunto, delle esposizioni permanenti dei Poli Museali della Città.
Non possiamo e dobbiamo aspettare gli eventi irripetibili. Irripetibili o quasi anche per i soldi necessari per offrirli.
Proprio per questo sarebbe interessante sapere quanto è costato tutto il Progetto e l’organizzazione del Tintoretto. Dall’idea fino a Sgarbi.
Chi vorrà dircelo?
Lo chiedo anche come un dato di trasparenza e correttezza.
Per comprendere anche lo sforzo e il valore del quotidiano.