Toh, chi si rivede: Mauro Piazza.
Cioè quel nobile politico che ha cambiato più partiti in una manciata di anni che Balotelli squadre.
Ora fideisticamente nominato dagli stessi imputati vicepresidente Commissione d’inchiesta sulla gestione del Coronavirus in Lombardia e costretto per questo a essere nella realtà dei fatti e delle sue stesse parole un pavido uomo di parte: “lavorerò per smontare le accuse strumentali, pregiudiziali, faziose e vampiresche che sono state mosse per puro tornaconto politico’”.
Perché lui già sa. Non ha bisogno di ascoltare, di studiare le carte e soprattutto non ha interesse a vedere la lista dei morti ancor più della colonna dei camion militari, le circolari regionali che trasferiscono malati infetti nelle Rsa, a portare rispetto ai familiari delle vittime, ai medici e infermieri che sono stati lasciati soli dai loro vertici sanitari e politici in piena emergenza e pure dopo, senza protezioni, mascherine, tamponi.
Insomma la sciantosa dei cambia partito per convenienza dovrebbe capire che la Regione ha un problema più grave e più grande delle accuse di questo o quel partito e financo anche di quelle che arriveranno, perché arriveranno, dalla magistratura.
Il problema più grande, irrisolvibile che dovrebbe farlo meno spocchioso e servizievole è che le prove che non potrà smontare, denigrare, strumentalizzare per puro tornaconto politico sono quelle, infinite e granitiche di tutti quei giudici che vanno sotto il nome di liberi cittadini lombardi, i quali non han bisogno di altro di quello che già hanno visto, vissuto, patito e sofferto in questi mesi.
Solo politici di una Regione in bancarotta etica e di dignità non lo capiscono.