Il tribunale di Ferrara ha condannato a tre anni e sei mesi i quattro poliziotti accusati di eccesso colposo nell’omicidio colposo di Federico Aldrovandi, il ragazzo di 18 anni morto il 25 settembre 2005 durante un intervento di polizia. Alla lettura della sentenza i genitori del ragazzo si sono abbracciati piangendo e in aula sono partiti applausi.
“Volevo che a mio figlio fossero restituiti giustizia, rispetto e dignità”, ha detto il padre di Federico. “Mio figlio non era un drogato, era un ragazzo di 18 anni che amava la vita e che quella mattina non voleva morire”. Sua moglie è sembra stata convinta della colpevolezza degli agenti: “Ci sono stati momenti in cui ho avuto paura che se la potessero cavare, ma in fondo ci ho sempre creduto. Ora quei quattro non devono più indossare la divisa”.
NEL MESE dell’anniversario DI GENOVA 2001, dell’assassinio di CARLO GIULIANI, della violenza delle Forze di Polizia, in quei giorni di sospensione della democrazia consapevole e studiata, queste condanne, seppur simboliche, seppur di primo grado, non riaccendono la speranza e nemmeno la giustizia ma profumano, almeno, di Verità