L’ABUSO DEL QUESTORE IL 25 APRILE anno zero A LECCO

11-bella-ciao

caro Direttore,
forse è necessario metterla così.

Le scrivo perchè bisogna precisare meglio la cronaca riporata nell’articolo sulla Provincia del 26 aprile in merito all'”attrito” avvenuto nella manifestazione del 25 aprile a Lecco, tra alcuni cittadini e il Signor Questore.
Lo spazio nel pezzo non ha potuto forse esprimere compiutamente i fatti, così da rendere la mia dichiarazioneseppur  riportata fedelmente, non chiarificatrice dei fatti.
Quindi, mi permetta di togliere ogni dubbio al lettore.

Denuncio pubblicamente l’abuso messo in pratica, immotivatamente – da qui l’abuso – dal Signor Questore che preventivamente e non invece “invitando al silenzio per rispettare educatamente il programma della cerimonia” ha zittito e costretto cittadini a non cantare i canti partigiani e, apice del fatto spiacevole ed offensivo, a non sventolare bandiere (della pace, del sindacato, degli eredi dei partigiani)
Il fatto inaspettato è stato messo in atto all’interno, per giunta, del Palazzo Comunale, la Casa di tutti i Cittadini.

Imporre, come ha fatto il Signor Questore senza nessun potere e Diritto, a dei ragazzi, dei genitori e persino ad un bimbo, di sventolare delle innocue e semplici bandiere non aveva nessuna scusante.
E nessuna ce n’è. Non disturbavano, non impedivano la vista ne l’ascolto ma, casomai, rafforzavano la speranza, la democrazia, i Valori per cui si era, tutti, lì.

Ma è evidentemente facile farsi forza soprattutto davanti a dei ragazzi con il loro solo torto di avere barbieri diversi da quelli esercitanti in centro città.

E’ stato impedito, nei fatti, a dei cittadini di partecipare ad una manifestazione e io lo denuncio pubblicamente.
Da parte mia, tranne poca cosa, ho mancato – e questa è la mia responsabilità – un sussulto di dignità.
Intervenire durante la cerimonia pubblica per costringere gli astanti, le autorità ad un sussulto di Diritto.
Da qui, parzialmente, mi sia permesso, rimedio almeno con la cronaca, con la denuncia pubblica.

Paolo Trezzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *