
Che spettacolo indecoroso la conferenza stampa del Sindaco di Lecco sulla lotta all’abusivismo. “La nostra volontà non è quella di prendercela con coloro che sono l’ultimo anello della catena, non ce la prendiamo con i più deboli…” queste sono state le parole, giustificatrici, pronunciate dal primo cittadino Antonella Faggi.
Almeno, dico io, il coraggio di ammettere che colpiscono il più debole, e lo colpiscono forte (denuncia, carcerazione nei lager Cie, espulsione…) perché ne va del loro consenso, per mascherare la loro impotenza a fare il resto. Immobili a Palazzo, tra beghe e confusione. E allora caccia aperta. I bersagli sono i mendicanti, gli elemosinanti, e, cavolo è concorrenza sleale, qualche abusivo con la borsetta contraffatta. Giocando sulle più deprecabili debolezze umane: la paura ed il disprezzo per l’ultimo. Per “gli ultimi”. Ultimi spesso per volere nostro, tra l’altro. Perseguitare il povero piuttosto che la povertà non è ne lungimirante ne civile. Ed è così che in Italia (Lecco compresa), nel terzo millennio, nel paese della mafia, della corruzione, dell’evasione fiscale, delle speculazioni edilizie, dei morti sul lavoro, dei bambini che affogano nelle acque perchè “clandestini”, dei lavoratori che perdono il posto, delle ditte non pagate dagli Enti locali, i problemi derivino prioritariamente dai venditori di borsette contraffatte. Questi sono i tumori da asportare. Queste le metastasi. Sacrosante panzane per allocchi. Per illudere i farlocchi che si sta combattendo per loro contro chissà quale piaga. Che si sta arginando chissà quale inondazione d’insicurezza.
Sei povero? Vendi le borsette contraffatte? Elemosini quattro soldi per strada? Affaracci tuoi. Qua stiamo a Lecco. Qua si riga dritto. Poi non c’è da stupirsi se magari si scopre che questi duri hanno regolarizzato le proprie badanti clandestine. Poi magari non avremo gli uomini ed i fondi per curarti sul serio – tutti impegnati in rate mutui per passerelle inesistenti, per voragini in cantieri di tribunali, per prebende a amici di partito – però intanto un po’ di propaganda ce la facciamo. E non è mai così male. Quel che non ci chiediamo però è dove sia finita la solidarietà. Quella che una volta contraddistingueva il buon cristiano. Colui che attendeva gli ultimi perchè, su questa terra, sarebbero poi risultati i primi.
Resto basito che con tutta questa arroganza e fermezza istituzionale si vuol far passare per concorrenti coloro che vendono collanine, cani di pezza che scodinzolano e, sembrerebbe, le stesse borse firmate, gli stessi maglioni di cashmire. Facendo cioè passare per bamboccioni quei consumatori che comprano i prodotti da questi venditori abusivi. Come se non sapesse che non è merce originale. Ma per non essere ipocrita come molti, eviterò di indignarmi troppo: ogni movimento politico, ogni partito soprattutto di questi tempi ha tra le sue fila qualche “picchiatore”, seppur in tailleur, generalmente però è il più “ganassa” della compagnia. Una volta gli si faceva fare solo il servizio d’ordine, ora facendo così i duri si diventa con più facilità ministro o sindaco. Con tutta evidenza e, qui si, sicurezza.
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