IL SUPERINDICE e i corvi

grafico1 “Forti segnali di ripresa. Ocse, l’Italia è al top” Sale il superindice di settembre, da noi a +10,8 (+1,3 su base mensile) Secondo i lanci di agenzia l’Italia è il Paese che mostra l’incremento maggiore su base annua. “Ci sono forti segnali di ripresa, basta vedere i dati dell’Ocse”, ha detto subito al balzo il Presidente del Consiglio. Tremonti non si è trattenuto ed ha aggiunto: “Il tempo è stato galantuomo, ora dobbiamo insistere”. Italia al top“, scrivono Corriere e Repubblica, che aggiungono: “la nostra economia è quella che va meglio” e anche “Noi nella media europea“. Delle due l’una. E’ al top o nella media? Sarà ma allora come ci spieghiamo che le ditte cominciano a fallire adesso? Non so in altre parti d’Italia come si sta, ma qui tra Bergamo, Lecco e Como si vedono anche le grosse aziende storiche in forti difficoltà….concordati preventivi, ritardi nei pagamenti.. e ora, oltre ai dipendenti delle suddette, soffre anche l’indotto, con i suoi dipendenti e i suoi fornitori che non riceveranno a loro volta i pagamenti…. Sara’, ma a me sembra che la crisi vera, quella che tocca la gente e non solo le banche stia cominciando adesso..E allora prima di andare a vedere cos’è mai questo superindice è bene leggere tutto il comunicato dell’OCSE che quasi tutti i giornali, orgasticamente supini alle dichiarazioni dei politici, si sono dimenticati di mettere almeno un poco in risalto…

“…Sebbene segnali di espansione possano essere osservati in vari paesi, nondimeno questi segnali dovrebbero essere interpretati con cautela perché l’atteso miglioramento dell’attività economica, in relazione ai livelli del potenziale di lungo termine, può essere attribuito in parte a una diminuzione dello stesso livello potenziale di lungo termine e non solo a un miglioramento dell’attività economica in sé».

E’ serio ricercare quindi, quantomeno prima di esagerare con i proclami, porsi necessariamente un’altra domanda: quanto sono crollate le economie dei diversi paesi prima: perché è vero che le prospettive per esempio della Cina, vedendo gli ultimi dati, sono solo un poco migliori di quelle dell’Italia (+1,6 punti rispetto ad agosto, +7 su anno), ma vorrà pur dir qualcosa che questi exploit per la Cina, avvengono dopo un incremento quasi a due cifre nell’ultimo anno e per l’Italia, purtroppo, giungono dopo un crollo della produzione a doppia cifra nello stesso periodo. Vero? Quindi la prima vera notizia è che Tremonti ha una fretta un po’ troppo sospetta nel voler far credere che tutto va benissimo.

Ma che cos’è quindi questo superindice OCSE che fa applaudire e fa fare titoli farlocchi? E’ un misuratore delle aspettative e non dell’andamento reale dell’economia. E già questo dovrebbe bastare, purtroppo, per ridimensionare l’entusiasmo. Il superindice infatti riassume variabili mensili relative alle aspettative sulla fiducia delle famiglie e delle imprese. In particolare quello italiano misura non l’andamento reale dell’economia, che rimane difficoltoso, ma le aspettative che gli operatori economici hanno sul suo andamento. Insomma è anche probabile che ci sia, finalmente, qualche modesta ripresa della produzione, dopo i crolli pesantissimi, ci mancherebbe altro, ma questo, purtroppo, non significa, innanzitutto che il bilancio dello Stato sia al sicuro e un benessere del Paese.

Se un impresa è pazzescamente indebitata è indubbiamente positivo per lei che ordini e vendite migliorino dopo il crollo, ma questo non significa che automaticamente, per questo fatto, riuscirà a pagare i debiti alla banca, se questi hanno superato il livello di guardia. Quando il superindice dirà la stessa cosa dei dati sull’aumento degli stipendi, sulla riduzione della cassa integrazione, sulla crescita del Pil, sulle nuove assunzioni, sull’abbattimento del debito pubblico, allora sarà veramente un dato credibile, da apertura di giornali, non prima. Non Adesso!

Dalla nostra ex-khorakhaneker Cristina, dai banchi dell’Università Bocconi. Cra cracra cracra

2 pensieri su “IL SUPERINDICE e i corvi”

  1. DI QUESTO superiencice INVECE NON NE HA PARLATO

    http://www.tgcom.mediaset.it/economia/articoli/articolo465445.shtml

    Industria: calo della produzione
    Istat: a settembre è scesa del 5,3%
    La produzione industriale di settembre è scesa del 5,3% rispetto ad agosto e del 15,7%, dato corretto per gli effetti di calendario, rispetto al settembre 2008. Lo comunica l’Istat, precisando che è il calo congiunturale peggiore dall’inizio delle serie storiche del 1990. Da gennaio il dato ha registrato invece una diminuzione del 20,3%.

    Grazie alla crescita registrata ad agosto, la produzione industriale ha segnato nel terzo trimestre un +4% rispetto al trimestre precedente, dato migliore dal 1990. L’Istat precisa che nei primi nove mesi dell’anno la produzione, sui dati corretti per gli effetti di calendario, e’ diminuita del 20,3% rispetto allo stesso periodo del 2008. L’istituto ha comunque rivisto al ribasso la crescita registrata ad agosto, dal precedente +7% congiunturale al +5,8%.

    L’Istat segnala come la produzione industriale sulla base di dati grezzi sia scesa a settembre rispetto a un anno prima del 15,3%. Nei primi nove mesi dell’anno la produzione e’ scesa rispetto allo stesso periodo del 2008 del 20,3% sulla base dei dati corretti per gli effetti di calendario e del 20,5% sulla base dei dati grezzi. Nel terzo trimestre la produzione e’ cresciuta del 4% rispetto al trimestre precedente grazie al buon andamento della produzione registrata a luglio (+1,9% congiunturale) e agosto (+5,8% congiunturale).

    A settembre la produzione dei beni di consumo registra un -4,1 congiunturale e un -5,5% tendenziale, mentre quella dei beni strumentali registra un -5,6% congiunturale e un -20,4% tendenziale. La produzione dei beni intermedi segna un calo del 7,9% e del 21,2% su settembre 2008, mentre quella dell’energia segna un calo del 3,9% su agosto e del 10,5% sull’anno.

    Vanno in controtendenza rispetto al forte calo congiunturale gli alimentari (+0,6% su agosto, +0,2 su settembre 2008) e la farmaceutica (+6,7% su agosto, +5,9% sull’anno). Torna a calare la produzione dei prodotti in metallo (-13,3% su agosto, -25,2% sull’anno) e dei mezzi di trasporto (-9,5% su agosto, -20,2% nell’anno). Nei primi nove mesi dell’anno ha sofferto soprattutto la metallurgia (-32,1%) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature (-31,8%). Gli autoveicoli nei primi nove mesi dell’anno hanno registrato un calo del 29% sulla base del dato grezzo e del 29,5% sulla base del dato corretto per gli effetti di calendario.

    Ultimo aggiornamento ore 10:44

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