Si sta ovviamente cominciando a sondare il terreno per il nuovo Sindaco.
Il Centrosinistra, anche questa volta, come per le altre 4 volte precedenti, sente la vittoria a portata di mano, è convinto di vincere. Pogliani verrà via con poco, se gli converrà, al vecchio vestito di nuovo, e sarà fatta. Dicono.
Ed allora, intanto, nel frattempo, nell’attesa che i capibastone trovino, contrattino, comprino alleanze, come al mercato delle vacche, via, capovolgono il paradigma della partecipazione popolare.
Le associazioni, la società civile, utilizzano, partono da internet, da facebook, per organizzare serate, incontri, decidere quando vedersi, invece la politica che fa? Il Pd locale che fa?
Nemmeno il contrario che sarebbe già qualcosa. Che sarebbe almeno una sintesi. No, salta direttamente il pezzo della partecipazione reale e la rinchiude dentro al computer, agli arresti domiciliari, con il gruppo facebook:
cosa vogliamo?
Una città senza le vostre solite, spente, burocratiche, facce.
Questa partecipazione sterile, da lontano, per mantenere le distanze, da appestati, permette di notare, ancora una volta, che questi politici, giovani o anziani anagraficamente, producono, ormai automamente, i modelli simil primarie vuote figlie della volontà dell’annullamento reale della partecipazione quotidianaLontani della città, zero o quasi promotori di incontri, zero o quasi dibattiti, zero o quasi proposte per soluzioni, per la paura che il vuoto li inghiotta.
Proprio quel vuoto che potrebbe salvarli.
Il Pd, questi 20 anni di politica e amministrazione, non ultima anche quella provinciale, ne sono la riprova, si limita a volere individui che fanno la fila per firmare un appello, un segretario, un leader di partito, uno straccio di idea non confrontata.
Si accontenta, anzi vuole, che tutta quella gente in coda – e dietro una tastiera – sembri proprio sbucata dal nulla.
E a guardarla bene proprio nel nulla subito dopo è destinata a ritornarci, neppure poi così tanto spinta ma volontariamente incolonnata. Sola. Abbandonata.
Cioè un’opinione pubblica che fa la coda nei gazebo e su facebook e poi irretita sparisce per sempre dallo spazio pubblico. Che si limiti a delegare a loro. Resto perciò dell’idea che bisogna fare un salto (più) in alto, non per schiaffeggiare, insultare il politico dall’alto della sua Poltrona e poi come nulla fosse tornare a votarli o a farsi gli affari propri.
Serve quella scintilla della partecipazione, dell’interessarsi alla “cosa pubblica” a pratiche alternative e non di alternanza, – per questo i Bruno Colombo, i Pogliani, i politici di questi anni d’opposizione dovrebbero essere mandati anch’essi a casa – pratiche insomma che possano quotidianamente allontanare, delegittimare la Casta, il Potere.
Chiedendo, insistendo, esigendo, perché la costruzione delle decisioni della Politica (soprattutto locale) siano continuamente partecipate, pubblicamente trasparenti, immediatamente misurabili.
Che le deleghe, sia scritto a fuoco, non siano – date e ritenute – in bianco. Che il clientelarismo e le combine non siano cattivi e sbagliati solo se fatte dallo schieramento opposto. Bisogna fare Comunità. Libera, egualitaria, solidale, popolare.
Per questo creare gruppi informatici e da tastiera di computer come sta facendo il pd per raccogliere idee per un programma (ma in questi anni dove sono stati? Dov’erano nell’ascolto, nella voce, nell’essere sentinella, nell’essere tra la gente? Dove sono stati, tra un elezione e l’altra, in tutti questi anni?) è utile solo per potergli dire: cosa vogliamo? Una città senza le vostre solite, spente, burocratiche, facce. Reggenti di partito che si stanno da mesi scornando tra correnti buone per ogni stagione si limitano a plaudire gaiosi a questo “nuovo partito” ed alle fila di votanti delle loro vuote primarie come la dimostrazione della novità, della partecipazione, poi, nella pratica quotidiana del loro amministrare, la partecipazione responsabile e propositiva la denigrano e non la applicano, nemmeno quando sollecitata.
Si limitano, perché questa volta si vince, a fare provare a far alleanze con chi è complice, non secondario, di questo sfacelo, di questa città impoverita e più cara. Dove è più difficile vivere dove basterebbe essere solo un poco seri per avere una città più pulita, vivibile, sostenibile, economica. Bella.
Certo non si può lasciare in mano la città ancora a questi politicanti che la impoveriscono ma è possibile farlo insieme ad altre facce?
Il problema dei Luca Cesana, del Pd di Lecco con o senza facebook è che paiono sì intenzionati a riprendere il colloquio, l’ascolto di e con la città – e questa potrebbe anche essere una buona notizia sebbene puzzi di ipocrisia – il problema sarà, dopo così tanto tempo, ritrovare il filo del discorso. Dove eravate rimasti?