Non e’ vero che la sinistra non è stata in grado di fare.
E’ vero invece che le uniche manovre che hanno effettivamente inciso sull’equilibrio economico dell’Italia sono state effettuate proprio dalla sinistra. E viceversa.
L’incapacità della politica economica della destra ha portato all’incremento dell’indebitamento e nonostante il timbro espansivo, al rallentamento del ciclo. Un vero miracolo economico. Tremonti, autore dell’autentico disastro, è stato ricompensato con un terzo mandato.
Le variabili macroeconomiche evolvono lentamente ma incorporano informazioni che permettono di distinguere le politiche di lungo periodo da manovre di breve a impatto limitato e incapaci di incidere nei percorsi di sviluppo. Detto in termini più semplici, non è difficile distinguere le politiche economiche effettive da promesse elettorali, se la pazienza di attendere non difetta.
Le politiche economiche, ancora in altri termini, sono efficaci se manifestano risultati sui conti aggregati.
Invertendo l’affermazione, l’osservazione dei conti aggregati è in grado di fornire indicazioni sull’efficacia delle politiche economiche.
Il primo grafico (in testa al post) mostra la serie storica delle spese e delle entrate in rapporto al PIL nel periodo 90-07, fonte: Relazione del Governatore Banca Italia. Le spese, linea rosa, sono diminuite dal ‘95al 2000 per riprendere fino al 2006, anno in cui hanno raggiunto il massimo e da cui sono tornate a ridursi nel 2007. Le entrate, linea blu, hanno segnato il culmine nel 1999 per poi declinare nel 2000 e rimanere sostanzialmente stabili dal 2001 al 2005. Sono poi tornate a crescere dal 2006. La scala di destra mostra l’avanzo primario, in giallo, che rappresenta la differenza fra entrate e spese a meno degli interessi sul debito pubblico.
L’avanzo primario è una misura dell’efficacia delle misure del Governo nella gestione dei conti pubblici e nella riduzione del deficit e del debito. La misura è cresciuta fino ad un massimo del 5.1% nel ’98 per diminuire fino a 0.3% nel 2005. Riprenderà poi nuovamente nel 2006 e nel 2007 fino a 3.1%.
Quando aumentano le entrate e diminuiscono le spese, la manovra è restrittiva e tende a comprimere il ciclo (PIL). Quando, al contrario, incrementano le spese e diminuiscono le entrate, la manovra è espansiva e porta, ovviamente, ad espandere il ciclo (PIL).
Il compito storico delle sinistre è sempre stato quello incrementare le spese aumentando il debito mentre le destre erano destinate a mantenere i conti pubblici sotto controllo estendendo lo spazio del mercato. Le destre applicano storicamente politiche restrittive e le sinistre spendaccione fanno il contrario. Il grafico smentisce clamorosamente questo primario paradigma ed esprime immediatamente l’inversione delle politiche economiche che, a sua volta, richiede il capovolgimento delle economie politiche e, infine, il ribaltamento del pensiero politico.
Gli effetti emergono nel grafico (qui di lato).
L’indebitamento netto, la differenza cioè fra entrate e spese, è diminuito fino al ’99 per poi crescere vertiginosamente in un nuovo trend che l’ha portato ai massimi del 2005.
A tal punto, il consiglio UE ha proposto la procedura per disavanzo eccessivo che la commissione europea, in funzione della riduzione dell’indebitamento attuato dal 2006 al 2007 e delle previsioni del 2008, ha chiesto di abrogare.
Letto in altro modo, la destra ha approfittato dei livelli di avanzo primario, ottenuto con politiche impopolari dalla sinistra, per incrementare le spese.
La manovra espansiva non ha però ottenuto alcun risultato su ciclo che, come si ricorderà, è diminuito costantemente fino al 2005.
In compenso ha creato un indebitamento che la sinistra è stata nuovamente costretta a comprimere con misure restrittive ed impopolari di politica economica.
Basterebbe aggiungere a ciò che le sinistre hanno prima privatizzato fino al 2000 e poi liberalizzato dal 2006. Hanno cioè operato come avrebbero dovuto fare le destre.
Ciò indicherebbe la netta inversione delle basi stesse del pensiero politico se non fosse che la nuova finanziaria delle destre ha ratificato il livello delle entrate per i prossimi anni fino al 2012, il livello del deficit/pil e del debito /PIL.
Tutti parametri approvati e proposti da Padoa Schioppa, legittimati dall’ultima finanziaria.
La politica economica del precedente periodo di governo di destra si è di nuovo invertita.
Non ha importanza, in questo momento, individuare le motivazioni del disastro nei conti pubblici implicato dalle politiche della destra.
E’ più decisivo notare che l’inversione dell’inversione è in realtà un annullamento.
L’annullamento delle correnti di pensiero politico.
La politica non ha più pensiero, non esprime più alcuna tendenza sostanziale, non si distingue più e non discrimina.
L’alternanza partitica o non ha nessun effetto o è un danno.
Se per gestire il lungo periodo, che identifica la sfida governativa più impegnativa, basta effettuare le stesse politiche di fondo, ne deriva necessariamente che i partiti non sono necessari.
Poiché entrambi gli schieramenti dominanti non possono incidere autonomamente sugli sviluppi di lungo periodo, questa responsabilità ricade direttamente su di noi.
A questo punto, la democrazia rappresentativa che consegna il potere nelle mani di qualcuno che lo conserva impropriamente per anni, è decisamente troppo vecchia ed altrettanto lo sono i vincoli costituzionali che non permettono leggi di iniziativa popolare diretta.
Non c’è niente di poli(s) tico in questo.
Il nucleo poli(s) tico è invece nel rifiuto di questi residui di 300 anni fa e nella proposta di autonomia e capacità deliberative diffuse.
Perché le correnti di pensiero esistono fuori dalla politica.
Se non si riuscirà ad imprimere uno spostamento legislativo dalla vecchia democrazia rappresentativa alle nuove forme di democrazia deliberativa, non ci resterà che scegliere la carta da pacchi perché il contenuto dell’offerta politica non potrà che essere lo stesso indipendentemente dagli enunciati di partito.
Ovviamente il gioco dei partiti consiste nello spostare l’attenzione sul gioco, gestendo cioè l’informazione nei termini di povere squadre di calcio contrapposte.
E dove la contrapposizione non può esistere, basta inventare le emergenze.