UNA BIRRA PER LA LIBERTA’ oltre la schiuma

 Deve essere stata la goccia, alcolica, che ha fatto traboccare il vaso o il semplice boccale.
Siamo stufi delle scelte ideologiche? Stiamo sul concreto?
Bene, noi aderiamo volentieri e convinti, al di là del nostro essere astemi, all’iniziativa libertaria “una Birra per la Libertà” di venerdì pomeriggio davanti al Palazzo Municipale di Lecco, per opporsi alle ordinanze del sindaco Faggi sul divieto di bere alcolici in città, promossa da alcuni componenti del centrodestra lecchese.
Stiamo sul concreto, però.


Perché molti di noi il Palazzo lo vedono e lo frequentano lungo i muri perimetrali, esterni, ma diversi dei proponenti o dei primi aderenti, il Palazzo lo vivono dall’interno ed hanno sodali che lo gestiscono.
Ebbene qui il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno?
Dopo la bevuta, lo smaltimento del grado alcolico della birra, speriamo locale, questi promotori che fanno?
Restano importanti ma solo chiacchiere da sbronza e ognuno torna a ratificare 1000 altri divieti o castronerie o la goccia che ha fatto traboccare il boccale lascia sul tavolo del consiglio comunale almeno l’odore della birra?

Ci spieghiamo: Gli aderenti firmatari (vedi loro appello come primo commento a questo post) che si rifanno all’area del centrosinistra dovrebbero, per un fattore di coerenza e di serietà nei confronti della città, vergognarsi e respingere pubblicamente le ordinanze simili che Sindaci della loro area hanno ancor prima di Lecco varato (Bologna, Firenze…) e i promotori/firmatari aderenti dell’area di destra dovrebbero, visto che alcuni siedono in consiglio comunale (e molti altri questo consiglio lo hanno votato e sostenuto) proporre un ordine del giorno che smentisca questa ordinanza e che chiede le dimissioni degli approvatori di tale provvedimento. Dimettendosi nel qual caso questo non avvenga.
Perché oggi di ideologia non ne abbiamo più bisogno ma tantomeno di cerchiobottisti. Di militanti, e forze, di “lotta e di governo”. (Pasquini, Zamperini…)

Noi aderiamo a “una Birra per la Libertà” ma non vorremmo che per i promotori e molti aderenti/firmatari questo presidio davanti al Palazzo sia inteso solo come un happy hour e domani l’aperitivo ritornino a berlo al tavolino del centro, chiacchierando di come è stato trandy fare i rivoluzionari di governo della città, addirittura per tutto un pomeriggio.
prosit

Un pensiero su “UNA BIRRA PER LA LIBERTA’ oltre la schiuma”

  1. LA PROVINCIA DI LECCO
    Dopo la manifestazione
    «Caro sindaco, sulla birra ci ripensi»
    L’appello alla Faggi: «Ordinanza troppo severa, non si potrà mai applicare»
    Caro sindaco, ci ripensi. Gli organizzatori della «Birra della libertà» non si arrendono e a distanza di una settimana dalla manifestazione in piazza Diaz contro l’ordinanza che vieta il consumo di alcolici, lanciano un appello ad Antonella Faggi.
    Partendo dal successo del raduno. «L’iniziativa voleva essere bipartisan e trasversale e ha colto in pieno l’obiettivo – dice Luca Cesana, ex assessore e portavoce de La Parte Liberale di Lecco- con la co-organizzazione degli amici radicali e le più svariate adesioni. Dal capogruppo di AN Antonio Pasquini coi ragazzi di Azione Giovani, al consigliere comunale di Rifondazione Lello Colombo, a un esponente del PD come Giorgio Radaelli, all’ex Assessore Silvia Galbiati, a Marilisa Rotasperti del Psi, a numerose associazioni che non elenco perchè ne dimenticherei qualcuna. Insomma, abbiamo dato dimostrazione concreta (testimoni i rappresentanti delle Forze dell’Ordine presenti) di come si possa brindare insieme a una trentina di amici, senza creare alcun disturbo della quiete pubblica o peggio».
    Ma non tutti i partiti sono scesi in piazza. «In effetti – rilancia Cesana – abbiamo trovato conferma (ove ve ne fosse bisogno) che il Pd (nonostante Radaelli abbia provato a coinvolgerlo), non c’è, non si vede, non parla e quando parla non si sente. Anzi, in questo caso, non ha manco parlato».
    Di qui l’appello al sindaco. «Vorrei chiedere al Sindaco Faggi, con amicizia e senza alcun accento provocatorio, di ripensarci e di annullare quel provvedimento. O è davvero convinta, Sindaco, che quella decina di imbecilli, che mi dicono soliti ubriacarsi e deturpare monumenti, si impauriscano di fronte alle sue “Grida” manzoniane, mentre non gli importa nulla di violare leggi assai più cogenti di una direttiva sindacale? Norme che prevedono sanzioni o pene non applicate, esattamente come non verranno applicate le sue.
    Lo conferma il fatto che la Polizia Urbana, pure presente, non ci ha comminato alcuna sanzione. Peccato perchè avremmo presentato ricorso, vincendolo, data l’evidente inammissibilità giuridica delle sue direttive». (*)

    (*) Nota: proprio perché chi è solito ubriacarsi e deturpare monumenti non gli importa nulla di violare le leggi, è importante non offrire occasioni in cui possano provocare danni. È curioso che, dopo essersi lamentati di chi non osserva le leggi, ci si vanti a propria volta di non rispettarle.
    Si fanno regole per gli altri ed eccezioni per sé. Charles Lemesle

    http://mg-stampa-alcolici.blogspot.com/2008/11/rassegna-del-03-11-2008.html

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *