mercoledi 22 ottobre a Lecco, sala della banca popolare di sondrio in via Amendola con inizio alle ore 21, organizziamo, ad ingresso libero, la visione del Film documentario IL CARNEVALE DI DOLORES, vincitore, del TekFestival 2008, come miglior film documantario italiano. Il Film è stato coprodotto da Michele Afferrante e Filippo Mauceri più conosciuti come co-autori di importanti trasmissioni rai-Mediaset quali. (Il senso della vita/paolo bonolis, Striscia la notizia, Zelig.) Sarà presente la regista
Questo film, partendo dal caso singolo di Dolores, si allarga per forza di cose al problema dell’abitare, alla necessità primaria che ogni essere umano ha di poter contare su una dimora, di contro alle profonde disattenzioni governative dello Stato Italiano che, a causa di leggi obsolete o comunque scollate dalla realtà, non riesce a far fronte adeguatamente al dilagante problema della casa e degli affitti, che affligge sempre più la categoria di recente definita “dei nuovi poveri”. Nel film non si ipotizza né si parla della fantasia irrealizzabile di avere una casa di proprietà; c’è un coro di voci di gente che, pur lavorando tutto il giorno, lamenta l’impossibilità di arrivare a fine mese per gli affitti da pagare così elevati da arrivare a consumare da soli tutto lo stipendio.
E’ questo un film che s’insinua tra gli ancor meno abbienti dando loro voce, sfatando il luogo comune che tutti quelli che vivono in strada “hanno deciso”di vivere così.
Forse questo per qualcuno è vero…ma la maggior parte dei senza fisa dimora afferma di volere una casa e che di sicuro l’abiterebbe se solo ne avesse la possibilità. Ne sanno qualcosa i mondi del volontariato e dell’assistenza sociale. Entrambi con le mani legate, entrambi impossibilitati a soddisfare realmente le esigenze dei più bisognosi.
Una triste verità è purtroppo l’assoluta carenza di strutture in grado di accogliere i senza dimora, persino per un primo passo verso il “reinserimento nella vita sociale”auspicato a piena voce da Stato, Comuni e Regioni.
In realtà esistono solo affollati dormitori comunali e qualche centro d’accoglienza.
Le case famiglia, dove ciascuno potrebbe avere una propria cameretta, sono inesistenti. Esiste solo qualche casa di riposo, ma per riuscire ad entrare bisogna accodarsi a una interminabile fila di persone bisognose, che si traduce in mesi, se non anni, di attesa.