Dopo queste elezioni il nord è in mano alla Lega, lo dicono tutti gli osservatori politici e, fatta salva la buonissima sorpresa di Brivio qui a Lecco, è difficile pure dar loro torto. Bossi ha pure sentenziato che la Lega è forte e in espansione perchè fa gli interesse dei suoi elettori. Del popolo del nord. Ho quindi bisogno di un aiuto, per favore. Non riesco, infatti, a risolvere quest’esercizio.
Prendiamo un foglio di carta e tracciamo una retta. Ad una “estremità” poniamo lo zero (coincidente con lo stato delle cose nell’anno della prima elezione di bossi a parlamentare), dall’altra “estremità” cento (punto di arrivo del disegno politico leghista). Quello che non riesco a capire è a che punto siamo della retta. E se, per caso, ci si è mossi dallo zero, quali sono gli avvenimenti sociali, economici, tributari, che hanno determinato l’avanzamento. L’argomento mi sembra abbastanza facile. Rimango in attesa di chiarimenti perchè appunto malgrado la facilità, è decisamente necessario risolverlo assieme. Astenersi leghista e perditempo… la risposta è dentro di te (ma è sbagliata – cfr. Corrado Guzzanti).
Non so a che punto siamo della retta. So, m’illudo di sapere, che la Lega ha saputo adeguarsi alle curve degl’italiani del Nord. E da qualche tempo non solo degl’italiani del Nord. Le curve sono quelle d’una vaporosa emotività, del linguaggio semplice e rotondo, delle esigenze elementari e gonfie d’aspettative. Le curve sono quelle della vita, che non è fatta solo di spigoli così razionalistici da diventare quasi o del tutto incomprensibili. La Lega ha risposto, risponde, innanzitutto facendo sentire la sua voce da vicino, dal territorio, dalla porta accanto. Di quella degli altri partiti si ha un’eco molto spesso lontana e indistinta. La Lega agisce come parla, parla come si chiacchiera per le strade, chiacchiera di ciò che sta soprattutto a cuore ai cittadini: la tranquillità, la sicurezza, la difesa dei propri diritti. La Lega non ha bisogno d’imprimere grandi svolte (federalismo compreso) alla politica nazionale per raccogliere voti in loco: le basta andare diritto per la via che ha scelto. La via del realismo. La Lega ha saputo anche scegliersi con calcolata astuzia l’alleato-cardine: ha capito che il berlusconismo era, ed è, qualcosa di diverso da Berlusconi. E’ un modo d’essere di molti italiani, al quale Berlusconi ha dato semplicemente il nome e la rappresentazione politica. Il berlusconismo ha preceduto Berlusconi e gli sopravviverà e la Lega se n’è resa conto da tempo. Ecco perché sta lavorando per raccoglierne l’eredità, ben sapendo che il corpo elettorale è fatto di molte teste e però anche di molte pance.
Max Lodi
risposta pubblicata in data 3 aprile 2010 su 3 edizioni della provincia. (como, lecco e sondrio) ed in data 1 aprile sull’edizione di varese