Si può essere il (papabile) miglior ministro delle finanze europeo solo per non aver tagliato le tasse? Si sta parlando di quello italiano, il tributarista di Sondrio, Giulio Tremonti.
Sembra assurdo, paradossale, inimmaginabile, impossibile eppure evidentemente è così.
Lo dice il Sole24ore di mercoledi 31/3 citando il Times di Londra.
«Berlusconi ha azzeccato una cosa: il suo ministro delle Finanze», commenta sul Times di Londra Bronwen Maddox. «Giulio Tremonti ha portato l’Italia fuori dalla crisi e gli elettori devono ringraziare il suo capo». Pur rimanendo critico nei confronti del leader italiano, Maddox riconosce due cose a suo favore. La prima è che «molti italiani lo appoggiano». Ma soprattutto, «l’Italia se l’è cavata sorprendentemente bene nella tempesta finanziaria globale». Merito non di Berlusconi, a suo parere, ma di Tremonti, che è «un buon candidato a essere il migliore ministro delle Finanze europeo» e «ha resistito alle pressioni di Berlusconi di tagliare le tasse o lanciare un grande stimolo». Il governo italiano non ha cominciato ad affrontare le tanto necessarie riforme. Ma Tremonti «ha fatto abbastanza per portare l’Italia fuori dalla crisi».
E’ bene mettere da parte lo spirito patriottico e concentraci sulla realtà. Su questo sito abbiamo postato diversi interventi che supportano questo nuovo intervento e le ragioni che seguono.
Ecco perché Tremonti, in realtà non dovrebbe essere nemmeno ministro delle finanze. Andrebbe ricordato al giornalista del Times Maddox schematicamente almeno che: L’origine della crisi finanziaria è, appunto finanziaria. Poiché le banche italiane sono in regime di oligopolio, sono in grado di far pagare prezzi elevati, di oligopolio appunto, alla clientela per servizi tradizionali. Ne consegue che l’impulso alla vendita di strumenti finanziari complessi con elevato up front non è stato confrontabile con i livelli usa e uem. Quindi Tremonti non ha dovuto sborsare una lira per salvare le banche come è accaduto in Gran Bretagna, Francia e Germania. Nonostante questo, si è intestardito con manovre inutili, i tremonti bond in primis che, appunto, non sono stati sottoscritti. Nonostante questo, il crollo del pil italiano è superiore anche a quello di altre nazioni che hanno dovuto sopportare il default di enormi settori del credito. Ciò perchè a fronte del rallentamento dell’economia reale seguito al congelamento del mercato finanziario, non è stata impostata alcuna politica fiscale. Di fatto, Tremonti ha copiato pedissequamente la manovra di Padoa Schioppa, scritta in un mondo che non c’è più. E’ il caso più evidente della pietrificante combinazione fra idiozia ed analfabetismo economico. La tenuta dei conti è un’altra favoletta. A fronte di zero manovre per gestire la crisi economica, il debito è cresciuto anche in valore assoluto questo perché è cresciuta la spesa pubblica e non la parte virtuosa ma la spesa corrente, quella che produce voti ma non pil. Figuriamoci risultati.
Un pensiero su “SAREBBE PIU’ SERIO DI NO”