DEPOTENZIARE UN COMUNISTA

Se il buongiorno si vede dal mattino l’assessore Moschetti è stato il miglior acquisto politico per la Città di Lecco.

Dapprima la verifica sui mutui sottoscritti gli anni passati dal Comune che ha evidenziato costi impliciti per 1 milione di euro applicati, di nascosto, dalla Deutsche Bank e che se portata avanti l’indagine, è un consiglio, attraverso un consulente pagato solo a risultato, cioè con una percentuale in base a quanto il Comune riesce a recuperare dal maltolto peserebbe zero sulle casse dell’Amministrazione

Subito dopo la riduzione dei benefit, per decine di migliaia di euro ai dirigenti e segretari comunali grazie alla conoscenza puntuale della Legge portando risparmi ai conti dell’Amministrazione

Oggi, con ampio risalto sulla stampa locale, si aggiunge, almeno come appello e impegno pubblico – che già è un passo avanti notevole confronto al passato – quello di rivedere i contributi, almeno 1.500.000 euro, che il Comune rilascia alle scuole private.

A me personalmente non sembra un atto comunista ma un semplice comportamento di buonsenso. Darà fastidio a molti, a troppi, ma se ci liberiamo delle ideologie e degli interessi personali non possiamo, anche per onestà intellettuale, che concordare. Sarà difficile che questo impegno che l’assessore Moschetti si è assunto trovi compimento ma proviamo a delinearne le cornici e rilanciare. Gli impegni hanno ancor maggior senso e concretezza se si stabiliscono anche dei tempi per il raggiungimento e le azioni susseguenti nel caso in questi tempi non si ottiene quanto “promesso”. Siccome, e me ne guardo bene, non sono a chiedere le dimissioni dell’Assessore nella probabile ipotesi che la Giunta faccia orecchie da mercante, chiedo l’impegno politico e intellettuale dell’Assessore ad esplicitare, anche sulla stampa, se non dovessero farlo gli interessati, chi e perché non ha permesso quanto da lui saggiamente proposto.

Pensiamoci bene. Il Sindaco Brivio con onestà ma troppa fretta, sul finire della campagna elettorale, ha preso l’impegno di eliminare l’Irpef dalle tasse comunali per l’anno prossimo, oltre un milione di euro, i conti in realtà già non lo permettevano così chiaramente, ma ora, grazie a Tremonti e la Lega, diventa ancor più difficile, ma la domanda è abbastanza semplice e, mi sembra oggettivamente, permette di trovare ragioni e facilità di esecuzione alla “proposta Moschetti”: basta soldi alle scuole private.

Perché mai, infatti, i cittadini lecchesi dovrebbero non pagare una tassa che va a beneficio di tutti, nei servizi di tutti, e continuare invece a pagarne un’altra, di oltre un milione mezzo di euro, 3 miliardi di lire, per un servizio che interessa solo una parte decisamente minore di cittadini che scelgono le scuole private? Perché, in altre parole non usare quello stesso denaro per servizi pubblici di tutti? Dalla riduzione della tassa rifiuti in termini ecologici, da tutti i bus gratuiti tutto l’anno, ad una riqualificazione dei quartieri, al sostegno concreto al lavoro e ai lavoratori, a migliorare la qualità della vita generale? Già perché?

Per depotenziare un comunista non serve molto. E’ sufficiente non lasciare solo a lui le idee – e le azioni – di buon senso.

6 pensieri su “DEPOTENZIARE UN COMUNISTA”

  1. Sulle scuole non statali:
    appunto , come dite voi, liberiamoci dalle ideologie (sicuramente la vostra non ha niente a che vedere con la mia, anzi credo di non averne nessuna) e ragioniamo SUL CONCRETO. Il testo della Convenzione è sul sito del Comune; se non lo avete ancora fatto, leggetevelo.
    Stiamo parlando di scuole dell’infanzia, 18 scuole che servono 1056 bambini. 1.400.000 euro diviso 1056 fa circa 1.300 euro di contributo all’anno per ogni bambino. Togliamo la convenzione e poi? Carichiamo 1.300 euro all’anno in più su ognuna delle 1000 famiglie (tutte ricche, vero? Ma per favore!). Facciamo chiudere le 18 scuole e mandiamo i 1056 bambini ai cinque asili statali? Anche se fosse possibile, credete che costerebbe di meno alla comunità pubblica? Meno slogan e un po’ più di buon senso, per favore.
    Grazie

  2. 1) I 1300 euro di contributo comunale “per bambino” alle paritarie sono gli unici contributi pubblici che ricevono?
    2) Come viene reclutato il personale che opera in queste scuole?
    3) Si impartisce un insegnamento di tipo confessionale?
    Credo che per esprimere un giudizio sereno sulla proposta dell’assessore Moschetti, occorrerebbe acquisire questi semplici elementi di valutazione.

  3. Grazie delle domande. Le domande denotano sempre un atteggiamento aperto e disponibile al dialogo. Quindi volentieri rispondo, invitando altri a fare altrettanto, perchè la verità sui fatti si raggiunge per approssimazioni successive, confrontandosi.
    Sul primo punto io ho informazioni medie a livello nazionale. Secondo i dati che ho io il contributo che lo Stato dà in media alle scuole paritarie dell’infanzia è di 584 euro all’anno. Se qualcuno ha informazioni diverse, si faccia avanti.
    Sul secondo punto , ci sono un insieme di regole e di garanzie previste dalla Convenzione e dalla legge (prima fra tutte la necessità dei titoli di abilitazione all’insegnamento), ma è chiaro che esiste una discrezionalità in chi gestisce l’istituto. E’ un elemento distintivo della scuola paritaria rispetto alla statale, che opera per graduatorie impersonali.
    Sul terzo punto, al di là di norme e regole esistenti, mi aspetto che a questi bambini qualche preghierina la facciano dire. D’altronde l’educazione è la comunicazione di sè al bambino e le persone che si sono messe in questa impresa spesso lo fanno per amore a Gesù (speriamo) e quindi comunicano se stessi senza censurare nulla.
    D’altronde capisco bene la perplessità del sig. Galeppi e mi viene da dirgli che la libertà di scelta della scuola deve essere per tutti. Sono favorevole a che esistano e abbiano i contributi pubblici tutte le scuole, anche fossero improntate al laicismo ateo o ad altre religioni. Purchè rispettino le norme previste per le scuole paritarie tra cui, per esempio, che il loro progetto educativo sia in armonia con i principi della Costituzione Italiana.

  4. Secondo me la discussione sulla stampa sta finendo, forse volontariamente, in un “cul de sac”.

    Credo stia venendo avanti un modo distorto di esporre i fatti da parte di noi lettori.

    Può sembrare arrogante, e me ne scuso, ma a me sembra che troppe dichiarazioni siano, suonino, come una voce della busta paga. Per questo non ho partecipato al presidio organizzato dai giovani comunisti in difesa di Moschetti. Ideologia abbastanza palpabile. Che però fa il paio a quello della consigliera Fortino espresso in C. Comunale

    Il fatto, come emerge da molte lettere di questi giorni sulla stampa, che esista un diritto inalienabile, assoluto, delle famiglie a poter decidere quale tipo d’istruzione dare ai propri figli, è un quesito mal posto.

    La scuola pubblica proprio perché è, costituzionalmente, di tutti assolve il ruolo ed il compito formativo che uno Stato maturo e democratico deve avere. Le digressioni e tutte le altre soluzioni che legittimamente possono parallelamente formarsi e nascere per iniziativa privata non possono trovare appigli nella falsa motivazione della “libertà di scelta” sovvenzionata.

    E’ come se io pretendessi che lo Stato/Comune mi pagasse la porta blindata perché c’è molto crimine in giro, che mi comprasse una casa più spaziosa con ampio giardino perché i miei figli debbono avere più natura e spazi propri per un giusto benessere.

    La realtà, evidente, è che si finanziano scuole private e confessionali che non starebbero altrimenti da sole “sul mercato”. Con buona pace degli stessi che quando gli fa comodo il mercato se lo dimenticano, oh si baby.

    Poi qui il tema è addirittura un altro, prioritariamente, ed il presidio giovanile e gli interventi dei consiglieri, fermandosi all’ideologico, depotenziano e offuscano.

    Oggi, per colpa e scelta del governo, retto da chi oggi difende la scuola privata, le risorse indirizzate alla scuola pubblica, libera, di Stato sono tagliate, umiliate. Cosa che non avviene per le altre. Quindi il tema è facile.

    Visto che le risorse ai Comuni vengono ridotte, è utile pensare alla necessità di fare delle scelte eque e paritarie?

    Non arrivo a dire che la scuola pubblica dovrebbe avere mense meno care, lavagne elettroniche e computer adeguati.
    Io mi accontenterei se mio figlio alle medie, per esempio, facesse di nuovo le ore di matematica, italiano e francese che sono state eliminate con la riduzione dell’orario e l’eliminazione del rientro pomeridiano, che iniziasse la scuola con tutti gli insegnanti e che ci fosse un supplente per quando l’insegnante manca. Altro che grembiulini, crocefissi, soldi alle private, buoni scuola ai milionari, e vacanze fin ad ottobre, sembra che la qualità della scuola (pubblica) sia tutt’altro che una priorità. Almeno per questo Governo e per le famiglie che, stando zitte, evidentemente concordano.

    E allora avanzo queste proposte.
    Non evidenziando che il signor Lotti nella prima mail cita come importo pro capite 1300 euri e poi a precisa domanda (il secondo commento del signor Galeppi) parla genericamente di un dato non più locale ma nazionale, 584 euri…

    Quiidi propongo:

    1) Fra pochi mesi scade l’obbligo dell’approvazione del Piano dei Servizi. Perché il Comune, quindi, non approva (non avendo nessun onere a suo carico) che queste scuole che finanzia diventino, invece, scuole statali?

    2) Perché non individuare aree nel PGT dove costruire scuole pubbliche?

    3) Perché non investire sulle famiglie la loro libertà di scelta da esplicitare, appena nato il proprio figlio, se vogliono mandarlo in una scuola privata o in una pubblica e da qui, come Comune, avere l’obbligo di soddisfare tale libera scelta della famiglia?

    4) Perché non ricordare che utilizzando, come fosse una rata annuale, lo stesso importo che il Comune paga per le scuole private, potrebbe beneficiare di un mutuo ventennale di oltre 15 milioni di euro? Quante strutture costruirebbe e gestirebbe ad uso collettivo?

    Per tutto questo, la “proposta Moschetti”, non è un atto ideologico ma semplice buonsenso.
    Perché è dura spiegare che si devono finanziare le scuole private così da arricchirle e non si debbano invece usare, quegli stessi denari, per servizi pubblici di tutti. Già perché?

    paolo trezzi

  5. “Perchè il resto del mondo non capisce che io ho ragione e gli altri hanno torto?” Già, perchè?
    Le auguro di avvicinarsi alla risposta oppure di arrivare a capire che forse è meglio farsi anche domande diverse da quella che lei si fa….
    Auguri!

  6. Buonasera signor Lotti,
    provo, mettendo da parte ancor di più l’ideologia che non ho,
    a focalizzare l’orgine del mio intervento sulle scuole private paritarie.

    In fondo la mia ultima domanda a cui Lei con cortesia interloquisce era, come sa, una domanda retorica…

    perchè si possono formulare anche domande diverse, camminare domandando diceva e dice un uomo senza volto messicano,
    ma non bisogna farlo se è solo per sfuggire a quelle precedenti.

    E allora perchè sfuggire?
    Perchè deve essere ideologico e non solo buonsenso riequilibrare i sacrifici?
    Riequilibrandoli sono sopportabili per entrambi chi se li mette sulle spalle o no?
    Non è anche questo aiuto e ascolto fraterno del vicino?

    Io credo che, basta vedere la distribuzione del peso dei buoni “dote scuola”
    per vedere un disquilibrio che una giustizia ed un equità, terrena, chiede di essere riequilibrata.

    Certo è uno sforzo immane provare a fare discorsi senza accusare l’altro di ideologia e tenendo presente una distinzione dei ruoli.
    E quindi io per primo ho difeso l’assessore Moschetti, deprecando le frasi grezze, iperboli e, sembra poi non pronunciate, di figli di papà e lavativi rivolto agli alunni delle scuole private paritarie
    ma signor Lotti credo non sia che un dato oggettivo che i soldi qualcuno li toglie e qualcuno deve farci i conti.

    E da qui io sono partito nel mio ragionamento che ripreso nel comemnto a cui lei fa riferimento portava alla domanda retorica che la spinta a riscrivermi.

    Perchè il sindaco Brivio dice di voler togliere l’irpef comunale – una tassa che ricade come peso e beneficio su tutti i cittadini e lascia una tassa implicita che ricade coem peso su tutti i cittadini e ne beneficia una parte ma non tutta la città?
    non c’è contraddittorietà?

    Io ho fatto poi delle proposte aggiuntive non ideologiche che possiamo discutere sulla fattibilità o meno
    però nessuna, fion d’ora, non riconosce il valore delle scuole private paritarie

    Secondo me, infine, a margine, dovreste usare molta di questa energia critica e compatta che avete riversato sull’assessore Moschetti
    verso il Governo che di tagli alle scuole e tarsferiemnti agli Enti locali ha fatto e sta facendo una carneficina.

    perchè credo ceh converrà con me prima di essere utilizzatori di strutture e servizi private e scuole paritarie siate, siamo, cittadini.

    un saluto e auguri anche a lei
    paolo trezzi

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