A furia di insistere, per anni e anni, nel silenzio assordante delle maggioranze e delle opposizioni che nemmeno si facevano nascere i dubbi, sabato un primo passo, non risolutivo ma almeno “benaugurate”, sulla trasparenza e la reale struttura del megamutuo “derivato” sottoscritto nel 2006 dal Comune di Lecco, si è fatto. Caparbiamente, da 4 anni, abbiamo chiesto, soli e ripetutamente, chiarezza, informazioni, correttezza su questo strumento finanziario che, visti anche i ripetuti silenzi a lettere protocollate e pubbliche, evidentemente “puzzava” non di buono. Ebbene sebbene solo per alcune domande, l’inserto plus del Sole 24 ore di sabato scorso, finalmente, dà delle risposte. E le risposte, purtroppo, come era immaginabile, non sono positive. Il Sole24ore titola infatti: “A Lecco costi occulti per 1 milione” con una conferma di quanto, sulla base dell’esperienza e purtroppo della prassi nella finanza, continuavamo ad avanzare e chiedere. L’ammontare delle commissioni implicite – implicite – applicate da Deutsche Bank appunto sul contratto firmato dal Comune nel 2006 ammontano a 2 miliardi di lire. 2 miliardi. C’è ancora un ex Assessore al Bilancio (Perossi) che anche ieri l’altro, oggi, sembra paradossale, va in giro, sulla stampa ed al bar a dire che è l’operazione migliore che ha fatto fare al Comune (e quindi ai lecchesi). C’è da spaventarsi e da sperare che non abbia più a che fare con la finanza. Sebbene, si dice, sembrerebbe che non sia così. Ebbene vogliamo dire che questi costi impliciti sono, nei fatti, come un metodo Scajola all’incontrario si vedrà poi se legale o no? In fondo qualcuno qui ha pagato caro qualcosa che ne vale decisamente meno. E’ grave che ci siano questi costi occulti, impliciti e che chi sottoscrive – politici e dirigenti – per conto dei lecchesi e non propri, impegnando soldi di altri e non propri, non si premuri di fare, per un discorso di serietà, etico e responsabile, un’analisi/valutazione indipendente del prodotto che impegnerà le casse comunali – ed i cittadini – per altri 20 anni e per 36 milioni di euri. Roba da matti.
Ma altre due cose. La prima è che 1 milione di euri, 2 miliardi di lire, è quasi quanto l’Irpef comunale che tutti i lecchesi pagano in un intero anno. Che 1 milione di euri, due miliardi di lire, è quanto spendono i lecchesi, in biglietti, per tutte le corse degli bus cittadini in tutto un intero anno. E’ però anche decine e decine di volte di più di quanto l’Ente Provincia ha messo per affrontare la crisi dei lavoratori lecchesi in difficoltà. L’altro aspetto è una domanda: quanto dobbiamo aspettare, questa volta, per avere informazioni, trasparenza, chiarezza su tutti i derivati, anche precedenti, sottoscritti visto che anche per il sole 24 ore sembra evidente che le perdite, elevate, del Comune abbiano interessato anche quelli precedenti? Forse vale la pena che anche le piccole e medie aziende che hanno sottoscritto i derivati si facciano fare, dallo stesso giornale, (a gratis) un’analisi, indipendente. Quello che per negligenza o altro non ha ritenuto – a torto – di farsi fare il Comune di Lecco. Un ringraziamento all’assessore Moschetti, che si è assunto il compito, appena ha avuto ruolo e strumenti per poterlo fare, di raccogliere il nostro invito a guardarci dentro e chiederne verifica e valutazione. Chi paga ora, ancora solo i cittadini?
2 pensieri su “IL SIGNOR BONAVENTURA de Lecch”