Seguendo la solita usanza politica, il manager tutto di un pezzo non si spezza ma si piega. Come quando si scordò l’etica ed il rispetto per tutta la campagna elettorale, per ricordarsene solo quando tutto fu finito.
Memore di quello che diceva De Andrè in una canzone: [Si sa che la gente dà buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio, si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare cattivo esempio], scrisse, era l’inizio di maggio, che: “seguiva con molta attenzione l’evolversi comunale della situazione”.
Una di queste, per lui spinosa, era l’indiscrezione per le nomine dei vertici delle aziende partecipate dal Comune. Polo Logistico, Silea e pure Linee Lecco. Le considerazioni pubbliche che intese fare erano relative a una inderogabile consapevolezza: “il Consiglio Comunale è una cosa, le Aziende sono tutt’altra cosa!” Questa era una ferma e forte certezza. Per lui e per gli altri che avevan risposto al suo Appello per Lecco.
Notò dall’alto della sua esperienza di manager prestato alla società civile che: “per troppo tempo i partiti hanno occupato in maniera indecorosa tutte le Società partecipate talvolta affidando la Presidenza e la carica di consigliere a persone assolutamente inadeguate”. “Le ex municipalizzate hanno spesso rappresentato, – scrisse tronfio a tutta Lecco -, una terra di conquista per sistemare professionisti della politica e addirittura una opportunità di lavoro per il personale politico “ trombato”, cosi si dice, in altre competizioni”.
“Un malcostume che Lui (e gli altri che avevan risposto al suo Appello), ribadisce, non intende assolutamente assecondare per il futuro e – ci metterebbe la mano sul fuoco – pensa che nemmeno il Sindaco voglia perseguire, altrimenti non avrebbe chiesto ai cittadini che si sentivano in grado di svolgere questi importanti ruoli di candidarsi”. Sigillò il tutto poi con la ceralacca: “Dobbiamo dare nell’occasione del rinnovo delle cariche un esempio di concretezza e un modo nuovo di fare proposte e politica. Ritengo necessario che la nuova amministrazione punti sull’innovazione e sulla competenza nella scelta dei nuovi amministratori e non si faccia influenzare dai “mal di pancia“ di qualche potenziale candidato…” Ebbene tutta questa manfrina, tutta questa etica, tutte queste lezioni di moralità pubblica, scandite per pubblicità, si sono perse nelle molte, eterne contraddizioni dell’essere e dell’agire dei politici navigati. Sparite, attorcigliate, nascoste nella galleria di macchiette, nello sbadiglio del superfluo, nelle tronfie professionalità manageriali che fanno solo emergere il calcolo di personaggi veramente memorabili che restano afoni davanti alle contraddizioni, evidenti, e risapute, dei propri compagni di coalizione, dei propri candidati sindaci santificati, di loro stessi.
In Silea c’è stata una spartizione partitica che abbiamo letto con chiarezza anche qui, a cui PD e Sindaco Brivio hanno partecipato alla banda per la nomina a Presidente del Pd Mauro Colombo o del “trombato”, autoritiratosi dalla politica (aah!!) Marco Molgora, o il più diretto caso del nuovo Presidente di LineeLecco il politico (pd) Fausto Crimella, compensato per la mancata assegnazione di un assessorato. E Marco Carboni scelto con questa logica da prima repubblica che prima delle elezioni tanto indispettiva il nostro?
Cioè due esempi, su due, di evidente spartizione delle cariche. [Anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti] cantava ancora De Andrè. Mi domando chissà dov’è che è sparito il portavoce (e tutto) il popolo che ha risposto all’Appello Lecchese. Gli stessi che seguivano l’evolversi delle situazioni comunali con molta attenzione e partecipazione. Già. Attenzione. (grazie, grazie, grazie, grazie). Uno non fa quello che può. Fa quello che gli conviene.