IL PROBLEMA oltre Esselunga VS Coop

A me ne Coop ne Esselunga stanno simpatiche, i modelli della GDO ritengo non siano sostenibili in termini di benessere collettivo, basterebbe conoscere un poco i Gas, i gruppi di acquisto, per averne, ulteriore, conferma. (altre si possono avere in termine di urbanistica, distruzione del territorio, sviluppo autocentrico ecc).  Però approfitto di un fatto recente che li riguarda per provare a fare un passo oltre, o almeno di lato.

Innanzitutto la premessa. Credo che leggendo un qualunque quotidiano di domenica 18 luglio non poteva sfuggire la storia pubblicata su 2 pagine intere di Esselunga che a Modena sarebbe costretta a cedere il suo grande lotto di terreno (44820 mq) dove doveva sorgere un nuovo supermercato, alla Coop Estense, proprietaria di un piccolissimo terreno confinante (8834mq) acquistato successivamente ad un’asta molto cara, perché quest’ultima sarebbe spalleggiata dal Comune. Pare che la lite tra le 2 vada avanti da una decina d’anni.

Un poco di polverone, ovviamente, si è sollevato.

Avanzano nei bar, nelle piazze, in rete, tra i politici,  già le sentenze: eccola qui, un’altra storia di soprusi, che questa volta però viene portata a conoscenza di tutti grazie ai mezzi economici impiegati dalla parte “lesa”! Esselunga parla al positivo, esorta concorrenza e libertà…Deve avere quindi ragione.

La storia pubblicata sembra, ma non è, un’inchiesta giornalistica, ma “solo” la versione di Esselunga che ha acquistato quegli spazi pubblicitari per far sentire la sua voce.

La versione di Coop, un poco più complicata da trovare sui giornali, da sentire nei bar, nelle piazze, in rete è quella che non c’è nessun “patto occulto’ con il Comune di Modena volto ad impedire la costruzione di un supermercato Esselunga nella città.

A loro sostegno Coop Estense ricorda che Esselunga dovrebbe prendersela anche con quei giudici penali, civili ed amministrativi che nelle cause da lei intentate contro Coop Estense ed il Comune, sino ad ora, gli hanno sempre dato torto.

Così, basta un attimo e nascono sostenitori dei due partiti. Chi sta con Esselunga chi sta con Coop.

Chi da una parte dice che lo slogan “concorrenza e libertà” usato per le due pagine a pagamento di Esselunga è inappropriato, ha poco senso, perché nel libero mercato Coop ha sfruttato un asta – tra l’altro molto molto cara – per prendersi 8000 e rotti mq di terreno per tutelare il suo interesse, Esselunga nel libero mercato avrebbe dovuto offrire di più. Qualcuno potrebbe dire:“E’ il mercato bellezza, proprio voi vi lamentate?”

Chi dall’altra si accapiglia su chi abbia, veramente, i prezzi più bassi. La Coop ha prezzi piu’ bassi a parità di prodotto perché la Coop sei tu. No è Esselunga che li ha più bassi, lo dice anche Altroconsumo e ci hanno fatto pure una massiccia campagna pubblicità, come hai fatto a non vederla?

Tutta ideologia, par di sentire. Nessuno, sembra, ritiene e pensa che il discorso invece è più ampio della diatriba coop/esselunga. I prezzi di Esselunga (o di coop) sono più bassi? Partiamo da qui. Inviterei a fare questo ragionamento che non è detto che non confermi le affermazione di chi parteggia per una o per l’altra però….

E se il prezzo più basso di Esselunga (o Coop) è figlio di un maggior sfruttamento che si fa? Si va ancora in Esselunga (o Coop)? E se Esselunga (o coop) chiedesse al produttore di essere pagato a 180-240-320 gg?

Se chiedesse margini fin troppo risicati? Se chiedesse di applicargli uno sconto del 2-3% se vuole avere la certezza, il fornitore, di consegnare in un determinato lasso di orario altrimenti nisba, sta in coda con il suo autotreno anche per un tempo indefinito? E se poi ci sono gli sconti per gli anniversari? Per le varie offerte speciali? Sconto del 3-5% sul listino del produttore a favore della compartecipazione alle offerte…? La concentrazione dei colossi della distribuzione permette la capacità sovente di “dettare il prezzo”. Auchan, Carreffour, Esselunga e Coop, per fare un esempio al riguardo, ne sono la prova lampante. Le quattro centrali d’acquisto delle quali si servono rispettivamente questi colossi, controllano da sole il 70% del mercato. (Rinascita – Auchan; Intermedia 90 – Carrefour; Esd Italia – Esselunga;  Finiper – Unes coop)

Cioè hanno il potere di dettare il prezzo alle estremità della catena: produttore, cliente. Però mi si può obiettare, giustamente, che non è detto – e non si sa – se Esselunga abbia regole molto diverse da Coop.

Questo è si un problema. Ma non di Coop, e nemmeno di Esselunga, come verrebbe, forse, da pensare. E’, invece, un problema dei consum-attori che non hanno strumenti responsabili e chiari per fare scelte consapevoli.

Per tutto questo e mille altro ancora… aveva ragione Gino Veronelli: mangiare locale, mangiare sano, mangiare pulito e “prezzo sorgente” sul prodotto. Voglio sapere cosa hai pagato il prodotto al produttore…

Sembra secondario ma così controlli anche la redistribuzione del capitale e forse tutta questa GDO non ha più la necessità di aprire un nuovo supermercato e di farsi la guerra con in mezzo noi.

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