LA RETORICA DEL FEDERALISMO

foto da www.flickr.com/photos/ayrtonrezzafrdasilva/

Nessuno nega che la crisi economica  e finanziaria sta condizionando il futuro dei paesi occidentali e che una manovra per correggere i conti pubblici appariva a tutti gli osservatori necessaria. Ma il motivo del dibattito che sarebbe da evidenziare è per contro la qualità della manovra. Sia sotto l’aspetto dell’efficacia degli interventi (in termini di riduzione dell’indebitamento pubblico e di sostegno alla ripresa) e, dall’altro, l’impatto sulla popolazione più debole, meno ricca la manovra di Tremonti e di questo Governo, appare inadeguata.  Anche guardandola con i soli occhi del nord, anzi guardandola soprattutto con questi occhi. Padani, leghisti, lecchesi.

Questa manovra dimostra e certifica, per chi vuol vedere, la retorica della Lega e del federalismo. Dopo i miliardi, 4, anche del nord, spesi per svendere Alitalia agli industriali, o gli altri 4, sempre anche del nord, per salvare dalla bancarotta i conti fallimentari del Comune di Catania e della Sicilia, degli altri 4 miliardi per pagare le multe europee per i furbetti delle quote latte, o, sempre anche del nord, i soldi regalati per Roma capitale ecc ecc., cioè tutti fior soldi che c’erano – c’erano – e sono stati sperperati al posto di utilizzarli per salvare fabbriche e famiglie del nord, le pensioni del nord, gli artigiani del nord, per abbattere le tasse, mai così alte, del nord. Mai così alte da quando c’è la Lega al governo la Lega. E ve la ricordate poi la promessa elettorale di Berlusconi e Lega di cancellare il bollo auto? Vi siete chiesti, almeno voi che, a differenza mia, avete l’auto che fine a fatto? Se era una balla federalista anche questa?

Ecco dopo tutto ciò, stupisce che ci sia ancora una cricca di politici che vogliono far credere alla retorica del federalismo e della Lega al servizio dei cittadini del nord. Lo hanno sottolineato anche le Regioni che segnalano il diverso sacrificio richiesto ai livelli decentrati di governo rispetto al livello centrale. I tagli incidono maggiormente proprio su di loro. I politici dovrebbero rispondere perché tali squilibri?  Il potere centrale – dove i leghisti siedono comodi e boriosi – ha scelto di imporre rilevanti sacrifici e ancora una volta i tagli più odiosi, quelli che incidono sul benessere dei cittadini, alle decisioni (inevitabili) degli enti decentrati. E’ uno strano comportamento da parte di un governo che ha fatto del federalismo la propria bandiera: si decentra il “bastone”, anziché le responsabilità. Decidono di “affamare” gli enti locali senza alcuna attenzione alle ricadute sui cittadini. Padani, leghisti, lecchesi che siano. Cioè il finto federalismo e il reale ri-accentramento. Comportando una ricaduta sulle persone più deboli Ridurre, infatti, le risorse a Regioni e Comuni vuol dire costringerli a ridurre i servizi. Una situazione particolarmente difficile proprio in un momento in cui dovrebbero, essendoci  crisi economica e di soldi nelle famiglie, al contrario, sostenuti. In altri termini, ai più deboli, ai cittadini del nord, per colpa dei politici a finta tutela del nord, non resta che sperare nella pratica della carità!

La Padania è piena di politici farlocchi, che parlano a vuoto e razzolano ancora peggio. Sarebbe ora di liberarla questa padania. Via la Lega, dal nord. Se serve a calci in culo.Io ci metto anche le scarpe.

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