La miseria è riservata sempre ai più deboli
Il genio Tremonti fa pagare ai cittadini miliardi per i debiti Alitalia e investe le briciole per la social card.
L’aiuto economico è pari a 1,33 € al giorno. Elemosina che diventa uno strumento mortificante di “distinzione” sociale.
Per i cittadini che ne fanno domanda e che hanno i requisiti di legge (D.L. n. 112 del 2008) è disponibile, infatti, direttamente dall’ufficio marketing del governo una Carta Acquisti utilizzabile per il sostegno della spesa alimentare e dell’onere per le bollette della luce e del gas.
La Carta Acquisti viene concessa agli anziani di età superiore o uguale ai 65 anni o ai bambini di età inferiore ai 3 anni (in questo caso il Titolare della Carta è il genitore) che siano in possesso di particolari requisiti. Cioè trattamenti pensionistici o assistenziali che, cumulati ai relativi redditi propri, siano di importo inferiore a 6mila euro l’anno. Per i bambini di età inferiore a 3 anni, necessario un Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) inferiore a 6mila euro.
La soglia di povertà relativa in Italia, certificata dall’Istat proprio in questi giorni, è di 987 € al mese http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20081104_00/.
Dare 1,33 euro al giorno a chi è più che povero è un’elemosina! Lo Stato dovrebbe, per questi casi, attivarsi in ben altri modi; una persona che “vive” con 500 euro al mese è al limite della sopravvivenza!
Tradotto: una tazza di caffé a chi ha bisogno di un primo piatto caldo.
Peccato che i poveri non siano in condizione di sputare su elemosine così ipocrite.
In Italia, le famiglie che nel 2007 si trovano in condizioni di povertà relativa sono 2 milioni 653 mila e rappresentano l’11,1% delle famiglie residenti; nel complesso sono 7 milioni 542 mila gli individui poveri, il 12,8% dell’intera popolazione.
La social card non è nemmeno un palliativo, giacché le cure palliative leniscono almeno il dolore di chi versa in stato terminale. Nel caso della social card non otterranno nessun risultato, se non quello di fare aumentare l’esasperazione dei beneficiari.
Tremonti, sembra evidente, punta sul marketing a suo favore e, con altrettanta evidenza, all’inefficacia della proposta.
Quanti la useranno? Quanti la richiederanno? Pochi, non tutti.
Per diverse ragioni: la compilazione del modello obbligatorio Isee, un senso di dignità e orgoglio molto presente negli anziani, la semplice non conoscenza della proposta del Governo.
E’ abbastanza evidente che Tremonti ed il Governo puntino a tutte queste possibilità perché altrimenti avrebbero applicato – con maggior facilità – una soluzione diversa della tessera annonaria per gli acquisti: avrebbe accreditato l’importo individuato sulla pensione/stipendio.
Costava pure molto meno.
Quanto costa, infatti, l’emissione della carta rispetto a un aumento da corrispondere direttamente al pagamento della pensione?
Prodi, addirittura Prodi, per semplicità e anonimato, fece pervenire agli interessati con questo metodo il migliaio di euri, pronti per essere ritirati e spesi “liberamente”.
No invece un pezzo di plastica che è come un numero tatuato sul braccio. Perché quando si parla di “anonimato”, va chiesto, ma rispetto a chi, dal momento che alla cassa di un negozio, bisognerà pur mostrare quella che diventerà l’inconfondibile “Carta acquisti” !
E poi non è facilmente prevedibile che questa tesserina, con le caratteristiche di denaro contante, è nel concreto, soggetta facilmente a cambiare di mano, soprattutto per le persone più deboli, come gli anziani senza difesa?
La carta della povertà diventa uno strumento mortificante di “distinzione” sociale dal peso di 1,33€ al giorno.
Peccato che i poveri non siano in condizione di sputare su elemosine così ipocrite.
La miseria è riservata sempre ai più deboli.
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