Il proposito della Giunta Brivio di intervenire sul depuratore della città per farlo diventare passabilmente tale è saggio e lodevole. In linea di principio. Se non altro si esce da un’impasse annosa e da un’ambiguità non più sostenibile, quella di pagare un balzello per avere la licenza di calpestare le leggi e di avvelenare i cittadini e il nostro territorio.
Detto ciò, bisogna però aggiungere che se la somma a ciò destinata, circa 300.000 euro, potrà coprire l’intervento di ripristino del regolare funzionamento dell’impianto di depurazione di tutte le acque reflue della città, ben vengano tale spesa e la sollecitudine dell’Amministrazione in questo ambito.
Se invece si tratta di un intervento temporaneo, se non estemporaneo, di minima rilevanza, incidenza sul problema depuratore che si trascina ormai da anni, anzi da sempre, forse è meglio frenare, lasciar perdere questo proposito e imboccarne magari un altro.
Poiché il problema del depuratore, secondo i dati a nostra conoscenza, è di tipo strutturale e non contingente (mancanza di spazi, sottodimensionamento dello stesso, acciacchi e inconvenienti vari) forse va risolto diversamente dalle “pezze” occasionali, ripetute e sempre inconcludenti, con l’avvio di contatti e di accordi con altre Amministrazioni anch’esse con problemi di depurazione delle loro acque reflue per addivenire alla loro risoluzione, insieme, con un piano preciso, con date e con risultati certi e con economie di scala, che, magari, non gustano. A nostro parere resta privilegiato l’obiettivo di arrivare ad un solo impianto di trattamento delle acque reflue civili a valle di Lecco.
Ads Olginate ad esempio, decisamente preferibile che a Calolziocorte, come invece si ipotizzava a suo tempo, evitando così di devastare il torrente Serta e non aggiungere danni alla già sofferente area da quando lì è stato costruito l’hollywoodiano Ponte Cantù.
Un impianto al servizio e utile per tutta la zona di Lecco e del lecchese, con garanzia continua di buon funzionamento e con recupero delle acque trattate. Aspetto che va evidenziato. Tale obiettivo, oltre ad assolvere ad un compito preciso – e già pagato dai cittadini – apporterebbe tanti altri benefici per i cittadini e per il territorio in primis il miglioramento dello stato di salute effettivo delle acque del lago, che già non ci sembra poco, il recupero ed il riutilizzo delle acque trattate, quello di spazi nei vari Comuni compartecipanti, migliore igiene, meno alghe appioppate agli altri concittadini e, soprattutto, meno spese ricorrenti e dall’esito incerto, anche se “immediato”.
Resta, infine, a nostro avviso, da risolvere il problema delle acque reflue industriali da affrontare in modo simile, con coraggio, senza sotterfugi, né remore, per il loro trattamento e recupero, per il bene-essere dei cittadini. Marginalmente ci si risparmierebbe la rincorsa dei dati sullo stato delle acque… una volta allarmanti e la settimana dopo del tutto confortanti, da parte del solito ufficio preposto e snobbato. Forse questo proposito dell’Amministrazione può diventare il propulsore del percorso virtuoso più consono alla salute e al benessere dei cittadini lecchesi o altri soldi buttati per metterci una “pezza”.
Prof. Rocco Giovine, Paolo Trezzi,Duccio Facchini