Ogni volta che c’è un inganno (anche solo presumibile) perpetrato dalle banche – come abbiamo visto domenica sera nella trasmissione di Rai3 Report – quello che mi stupisce è lo stupore.
Non credo che sia per una mia deformazione professionale – lavoro nel settore – ma come si fa ancora a credere che le banche siano al servizio del cliente e, come nel caso denunciato nella trasmissione Report dei Derivati per la copertura del debito, delle imprese?
Ogni volta che succede un crack o lo si sfiora (vedasi i mutui e obbligazioni subprime) ci si stupisce di come sia stato possibile.
C’è un’ingenuità di maniera che non è più lecita, non è più lecita perché procura solo danni ai risparmiatori ed agli investitori.
La pubblicità di banche, di società finanziarie che danno prestiti come acqua fresca, di compagnie assicurative dovrebbero essere vietate. Bello quel tempo che le banche erano pubbliche ora le pressioni avrebbero credo maggiori risultati.
Ed invece eccoci qua imprenditori che non sanno – non possono sapere – se hanno sottoscritto uno strumento di tutela per la loro azienda o speculativo. Un cuscinetto o una ghigliottina.
Le banche con la loro smania di utili a tutti i costi stanno minando la solidità e la sicurezza delle famiglie e delle aziende. Le Associazioni dei consumatori o degli imprenditori dovrebbero allearsi perché altrimenti solo il più forte vince. E non sono loro
Non si può non dire, non scrivere e non far sapere, sempre, che gli interessi di banche e imprese/famiglie cozzano tra loro.
Cozzano per quanto riguarda i derivati, ma cozzano anche più semplicemente per quanto riguarda la sottoscrizione di normali obbligazioni, index, fondi, prestiti personali.
Gli impiegati bancari hanno ogni giorni, tutti i giorni, pressioni commerciali dalla loro direzione per raggiungere budget – cioè risultati – sempre più ambiziosi e impensabili che portano ottimi utili e ritorni nel loro conto economico. Con questa metodologia è impossibile, è solo una variabile non voluta, non calcolata, se il cliente trae beneficio dal prodotto venduto.
Se non ci si allea tra piccoli e grandi risparmiatori, tra amici e conoscenti (mantenendo ognuno la propria privacy sui rispettivi risparmi e posizione economica) non ci si potrà salvare da chi ha in mano, come le banche le informazioni. L’informazione è in mano a chi vende non a chi compra. Vince la banca che è più brava a farti crede il contrario.
Restiamo in attesa di un altro crack – o di una legislazione che manca – prima di comprenderlo e metterci al riparo?
15 ottobre 2007