Non mi è piaciuto nemmeno quest’anno il titolo che è stato dato all’indagine della Cgia di Mestre sulle tasse locali pagate a Lecco, dal quotidiano La Provincia: “Fisco: siamo tra i più tartassati d’Italia” “Torchiati”
Io invece mi chiedo: Si pagano veramente alte tasse locali a Lecco? Qual è il parametro per stabilirlo? Ogni anno al rinnovarsi dell’indagine non riesco sinceramente a comprenderlo. Abbiamo sentito gli scorsi anni addirittura l’attuale presidente del consiglio comunale di Lecco, allora candidato sindaco, Marelli spingersi addirittura a dire che questa classifica era “un indicatore negativo” seguito a ruota, anche dai rappresentanti dei Consumatori e da una caterva di politici anche agli antipodi.
Tutte posizioni insomma che odoravano di populismo, cioè con l’obiettivo di cavalcare la facile onda qualunquista che ritiene le Tasse una brutta bestia, le nemiche del popolo. A prescindere.
Si ripeterà così anche quest’anno e immancabilmente anche il prossimo, c’è da giurarci. E io quindi scriverò, purtroppo, lo stesso pezzo.
Vorrei quindi quantomeno chiedere anche di girarla la medaglia, di attaccarci un pezzetto di ragionamento. Di provare cioè a rispondere nel merito alle domande che sarebbe utile porci. Ed è per questo che non mi è piaciuto il titolo della Provincia.
Senza, mi guardo bene dal proporlo, l’ho recentemente già fatto tessendo le lodi del vituperato Ministro Padoa Schioppa appena deceduto, ri-cominciare a ritenere in primis le Tasse lo strumento che lo Stato e l’Ente pubblico in generale – ha per ridistribuire la ricchezza ed erogare i servizi.
Siamo favorevoli, almeno a sinistra o per chi ha un ordinario senso civico, nel ritenere corretto che più alto è il reddito prodotto, proporzionale (progressiva) deve essere la tassazione?
Da qui allora proviamo ad andare oltre: riteniamo che i servizi erogati, in questo specifico caso sul Territorio di Lecco, siano adeguati? Coprono i 1,37 euro quotidiani, di media, che versiamo nelle nostre Casse pubbliche cittadine? 4,75 euro in complessivo come tributi locali? Se non ci soddisfano, ed a me non soddisfano, forse dobbiamo lamentarci di questo. Che non è la stessa cosa di “Torchiati. Tartassati e spremuti”.
Non possono essere uno scandalo 1,37 euro al giorno (o 4,75 se si tiene conto dei tributi a Provincia e Regione) versati nelle nostre casse pubbliche. Non sono buttati, secondo me, se servono a promuovere il trasporto pubblico, il biologico ed il chilometro zero in forma decisa nelle mense scolastiche o a prevedere un progetto di sviluppo dell’autocondivisa, o sul risparmio energetico a partire dagli edifici pubblici e perché non sperare ancora che con queste tasse locali si possa vedere che il Comune punti su nuovi asili pubblici, su un piano casa, Wi Fi libero ed altri servizi di pubblico interesse?
Forse il nocciolo, quindi, sta qui: insieme, dovremmo essere anche coinvolti in maniera partecipativa e responsabile alla costruzione delle decisioni. E in primis dovremmo chiederci – non se sono alte o basse le tasse (in base a che poi?) ma come vengono spesi – dall’Ente locale – questi nostri 1733 euro l’anno.
Sarebbe fare Comunità, sarebbe poi un buon metodo contro l’antipolitica oggi fortemente permessa, da molti di noi, a questa classe politica che a tutti i livelli fa passserella.
Ciao Venezia è una gran bella vittà. Ho visto il tuo sito è l’ho trovato molto interessante. Continua così.