CON LA PISTOLA ALLA TEMPIA
In Italia per prendere
la casa a chi non paga
il mutuo, ci vogliono 7 anni.
Alessandro Profumo
(A.D. Unicredit)
Il mese scorso abbiamo toccato la seconda tappa della ridistribuzione del reddito all’incontrario. La prima era la tassa sulla povertà promossa dallo Stato: il nome di Gioco del Lotto; la seconda era quella promossa dalle banche: il Credito al Consumo Inflatable Bouncers.
Questa nuova tappa entra un poco più in profondità nel tema dei prestiti concessi alle famiglie per poter pagare a rate i propri acquisti.
Il grande occhio…
Prima di concedere un prestito le banche e le finanziarie ci setacciano la vita a nostra insaputa. Attraverso una società, la CRIF: gruppo specializzato in sistemi di informazione creditizie a cui partecipano oltre 450 istituti bancari e finanziari. Il 90% degli sportelli bancari sono collegati online con CRIF. In questo modo l’operatore è in grado di vedere quanti debiti uno ha, se è stato inadempiente anche solo per ritardato – o non mancato – pagamento. Uno stato di polizia con i guanti bianchi.
Molte banche inoltre fingono di essere comprensive, “venendo incontro” al proprio correntista. In realtà i prestiti non li concedono direttamente loro – sarebbe più rischioso – ma si appoggiano a finanziarie, così da lasciare in capo a queste il rischio, limitandosi a prendere la “marchetta”. Oppure erogano il prestito “contro cessione del quinto dello stipendio” un modo sicuro, privilegiato, di essere ripagate. Questo sistema nel 2006 ha toccato il 5% dell’ammontare complessivo dei prestiti alle famiglie con un incremento di oltre il 30% sull’anno precedente. E dover usare per ottenere il prestito la formula della “cessione del quinto” – cioè il prelievo dalla busta paga, ancor prima che ti venga pagata – vuol dire non aver (più) neppure uno straccio di garanzia alternativa, meno impegnativa e vincolante da poter concedere.
Una rapina a mano armata
Non contente, le banche e le finanziarie, ti illudono di darti gratis alcuni strumenti di pagamento a rate. Avete mai sentito parlare delle carte di credito “revolving”? Una pistola puntata alla tempia! Nell’ultimo anno la loro diffusione è cresciuta enormemente: +15%. Si tratta di veri e propri strumenti di rapina legalizzata, che gettano fumo negli occhi ai possessori. Tutto gratis o quasi. Quasi sempre gratis la carta, piccoli rimborsi al mese con tasso netto, il TAN allo 0%. Invece non finisci mai di pagare, e più lungo è il rimborso: più paghi. Non finisci mai perché il TAEG (tasso annuo effettivo globale) è sempre ad un passo dall’usura: 18-20%. Senza contare l’assicurazione sul prestito che ti lasciano intendere essere una forma di tutela, quando in realtà è soprattutto un’ulteriore costo.
I prestiti al consumo rischiano sempre di più di lasciare una grave eredità alle persone che li contraggono. Sulla falsariga del boom delle borse e del loro crollo repentino che ha impoverito più che arricchito il comune cittadino.
Il nostro debito
L’OCSE ci ricorda che in dieci anni il rapporto tra il debito delle famiglie e il loro reddito disponibile è salito dal 32 al 59%. Dati da paura. Ed è solo la punta dell’iceberg, dati che sono solo l’anticamera – sottovalutata – del mondo illegale dell’usura. Le banche ad un certo punto chiudono i rubinetti, grazie alla CRIF che ti ha fotografato, e non è raro che si aprano le porte delle mafie.
Ma finché non si prenderà coscienza che ogni volta che entriamo in banca, davanti a noi, abbiamo un impiegato che è quotidianamente pressato dalla propria direzione per venderci questi e altri prodotti, non saremo mai liberi. Non saremo mai conduttori consapevoli delle nostre scelte. Non gestendo – o potendo gestire: per ignoranza, sovraccarico – le informazionivere (che di quelle false, le “comunicazioni pubblicitarie” ne abbiamo già più che in abbondanza)…
Unica speranza, oltre al comprendere che dobbiamo decrescere, nei consumi, nello spreco, nel produrre, è la cosapevolezza che inserendoci in questo meccanismo trasferiamo ricchezza dall’impoverito al ricco.
E’ ora di diffondere e promuovere le iniziative di micro/finanza in soccorso di coloro che incautamente si trovano nelle maglie di finanziarie senza scrupoli prima che finiscano nelle mani dell’usura. Di ricreare comunità con fondi sociali di quartiere (penso al modello delle Piagge di Firenze per esempio), dei banchi comunali (pubblici) di soccorso, delle mutue di autogestione (MAG4 di Torino e MAG6 di Reggio Emilia). Si chiama solidarietà, equità e giustizia. Si chiama nuovo modello di società (e mercato).
TTC ottobree 2007
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