I RESPONSABILI E I CAMERIERI

Non si può far finta di nulla. Non si può non evidenziare la sostanza che è emersa, per chi voleva vedere, nella serata con i big della politica nazionale organizzata da Appello per Lecco.

E’ stata solamente una passerella da talk show vespiano disturbata, senz’altro eccessivamente, da non educate contestazioni. Ma sono più deplorevoli, fastidiosi, contrappunti verbali poco urbani di alcuni presenti o la negazione dei fatti e il non riconoscimento delle responsabilità da parte dei politici?

Aleggiava un ospite mai invocato, mai materializzato, mai messo sul piatto della discussione e non raccolto nelle domande scritte (un metodo deplorevole, fifone e vigliacco, scelto dagli organizzatori per fare selezione) e quindi che ha falsato tutto l’incontro. I responsabili della crisi.

La serata aveva come tema, esplicitato nel titolo: “La crisi dei partiti e della politica nel rapporto coi cittadini” e tutto si è detto, non tutto si è in lasciato dire, tantomeno che su quel palco i vari D’Alema, Pezzotta, Garavaglia, Mauro, Tabacci erano i responsabili di quella crisi di questa disaffezione dei cittadini ai partiti e alla politica.

Ed aspettare da loro le soluzioni o l’analisi della situazione politica era da ingenui o da complici.

Prima della serata si poteva sintetizzare l’incontro con il corretto “da che pulpito” durante e dopo al serata con il desolante “questi sembra vengano da marte”.

E’ questo il problema e il fallimento della serata. Si è fatto finta, per ossequiosità, ospitalità, incapacità, complicità, di non sapere chi fossero i responsabili di questa crisi e gli si è lasciato fare passerella non portando nessun contributo che non si fosse già sentito a Ballarò, a Porta a Porta ad Annozero.

E’ per questo che il pubblico, se fosse stato meno di parte, meno d’apparato, c’erano infatti in maggioranza troppi politici, funzionari, amministratori, militanti  e poco pubblico vero avrebbe si trovato eccessive le intemperanze di alcuni presenti ma ne avrebbe anche palesemente condiviso le istanze e le critiche. Hanno preferito prestarsi per ascoltare comizi per non ammettere, nemmeno loro, le proprie responsabilità .

Il popolo che non fa autocritica è un popolo avvilente. Che si merita D’Alema, Mauro, Pezzotta, Garavaglia, Tabacci. Ed i camerieri che ne organizzano le passerelle.

2 pensieri su “I RESPONSABILI E I CAMERIERI”

  1. la serata di lecco
    Sicuri che la società civile
    sia così immacolata?
    Egr. Direttore,
    Paolo Trezzi, come al solito, ci fa la lezione di come la politica dovrebbe essere e invece non è. La serata è stata interessante e gli ospiti – D’Alema, Pezzotta, Tabacci, Garavaglia, Mauro – hanno posto ragionamenti e riflessioni di spessore politico, lontani dal clima dei soliti talk show televisivi che, in verità, hanno fatto breccia solo “grazie” alle Iene e ai rumorosi quanto inutili disturbatori molto pazientemente e democraticamente tollerati da quel popolo che Trezzi si arroga il diritto di chiamare “avvilente” perchè secondo lui non farebbe abbastanza autocritica.
    Mi sorge sempre spontanea una domanda da porre a Trezzi e ai vari contestatori più o meno rumorosi: ma la cosiddetta società civile italiana è davvero così immacolata e invece solo la politica è sporca? Sono stufo di queste distinzioni manichee e farisaiche in nome delle quali della politica e dei politici si dice tutto il male e tutti gli altri ovviamente si autoassolvono.
    E’ il solito modo all’italiana di dare sempre la colpa a qualcun altro quando invece la grave e inquietante crisi che pure colpisce la politica e l’intera società italiana ha responsabilità comuni da cui nessuno di noi e nessuna categoria – imprenditoriale, sindacale, associativa, giornalistica ecc. e non solo politica – si può chiamare fuori.
    Chi vuole che le cose cambino, chi contesta – anche giustamente nel merito di alcune cose – la realtà attuale deve fare una sola cosa: proporsi come fattore di cambiamento e ingaggiare la lotta politica e democratica per affermare le sue idee.
    Altrimenti fa, paradossalmente, il gioco dell’avversario che pretende di contestare e cioè lo rafforza nella convinzione che chi urla e strepita alla fine non sarà mai in grado di ottenere il consenso delle sue idee e di modificare alcunchè ma soltanto di alimentare – nel perenne gioco delle fazioni contrapposte – il famoso “teatrino della politica” che tutti deplorano ma di cui evidentemente non riescono a fare a meno.
    Cordialmente.
    Riccardo Mariani
    Sindaco di Mandello del Lario

    la provincia di lecco del 27 gennaio 2010

  2. Il sindaco di Mandello, Mariani replica alla mia critica sui responsabili della crisi della politica, cioè quegli stessi big di partito a cui Appello per Lecco ha fatto fare, supinamente, passerella, dicendo cose talmente paradossali da rafforzare la mia convinzione che non esiste facilmente potere libero nemmeno nei primi gradini della Casta partitica.

    Scrive per porgermi una domanda che gli sorge spontanea. Mariani, accusandomi, infatti, di fare distinzione tra la politica e la società civile mi domanda: “Ma la cosiddetta società civile italiana è davvero così immacolata e invece la politica è sporca?” Chiosando che è “stufo di queste distinzioni manichee e farisaiche”.

    Forse per rispondere basterebbe ribadire, per riportarlo alla realtà, che io sono talmente convinto che abbiamo, purtroppo, una classe politica indecente per gran colpa della società civile, che questi politici li vota e molto, da averlo già detto nella mia lettera a cui lui replica.
    La domanda quindi gli sarà pure sorta spontanea ma faceva bene a riflettere perché mi chiede una risposta che ho già dato. Talmente ideologico da non accorgersi che solo due righe prima della domanda si contraddice da solo dicendo che è saccente ritenere, come faccio io, un popolo “avvilente” quando non fa autocritica.
    Cioè delle due l’una. Si decida.

    Vorrei inoltre capire come Mariani non possa ammettere che la crisi della politica e dei partiti, cioè il tema dell´incontro, abbia come massimi responsabili proprio i big politici che erano su quel palco.
    Mariani è così fuori dal mondo e così uomo d´apparato da non attribuire gravi e pesanti responsabilità alla Casta partitica? Allarmante.

    Ritenere come fa in fondo poi Mariani che il diritto di parlare l’ha solo chi ha ricevuto il consenso dell´elettorato oltre ad essere miope e un bel po’ fascista è pure paradossale. Innanzitutto perché lui stesso nel primo suo mandato da Sindaco ha vinto le elezioni, perdendole, per usare i suoi parametri.

    Due terzi dei votanti, una maggioranza bulgara, avevano detto che lui non era il sindaco migliore per la sua Città. Il 70% di chi ha votato… se ci aggiungiamo anche l´astensione ancora peggio. Ma meglio così, ovviamente.
    E´ serio o grave che il politico si arroghi il diritto assoluto di essere l´unico legittimato a parlare? Cioè 40 consiglieri e 8 assessori di una città come Lecco, o gli stessi per tutta la Provincia sono i depositari unici del Verbo e tutti gli altri, perché non candidati, devono stare zitti. Ma siamo seri.
    E´ molto meglio che si promuova una seria democrazia partecipativa, di consultazione con i cittadini piuttosto che una delega in bianco, come chiede, nella sostanza, Mariani.

    Se andasse infine a vedere – come del resto Valsecchi di Appello per Lecco che fa fare passerella alla Casta, quest’ultimo per giunta per 15anni amorfo e apatico, menefreghista, del barbaro impoverimento della città ad opera dei politici e redivivo di botto solo un mese prima della campagna elettorale – le proposte politiche, organizzative, programmatiche che dei cittadini, che si bolla come urlanti e contestatori, hanno fatto e fanno concretamente ad altri cittadini, ai politici, agli Enti, capirebbe più facilmente quanto siano le idee e le azioni che differenziano gli uomini ed i cittadini a prescindere dai ruoli che ricoprono.
    Ruoli a cui, questa Casta, anche ai livelli più piccoli, comunali direi, dimostra di tenere a tutti i costi. A costo della realtà.

    Paolo

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