Sulla vicenda di Eluana Englaro ho le idee chiare, meno su quella del testamento biologico.
E’, per chi vuol vedere senza muri ideologici e tantomeno imporli a tutti, una situazione limpida quella di Eluana.
Limpida per le sentenze, per le argomentazioni di Eluana e della sua famiglia e da ieri limpida pure per il pronunciamento della clinica di Udine.
Le ragioni di Eluana, emerse con chiarezza sia dalla stampa che dal libro scritto dal suo papà, nonché riconosciute da una sentenza – definitiva è bene ricordare – non sono scalfibili o indebolite da nessuna ragione che fino ad ora è emersa dai contrari a queste.
Eluana sta chiedendo solo la libertà, il diritto, di scelta per lei e su di lei, non l’obbligo per tutti e su tutti a mettere fine alla sua non vita.
Non sta chiedendo – e questa non è una differenza da poco con chi si oppone – l’obbligo per tutti quelli che sono nella sua condizione di interrompere le cure ed i trattamenti. Casomai, oltre al caso personale chiede, con un atto di bontà ed altruismo, di mettere a disposizione di chi lo volesse, questo diritto. Un diritto che avrebbe, totale ed incondizionato, se fosse ancora nella facoltà di intendere e volere, come lo era quando ha deciso. I contrari invece hanno il torto e, mi sia permesso l’arroganza, di imporre ad altri la loro visione, legittima ma personale, ideologica e religiosa della vita.
Ed è questa la differenza tra rilevazione e rivelazione. Ci si basa sui fatti conosciuti e non sulla fede. La clinica di Udine, subendo il ricatto di un pronunciamento extralegislativo del ministro Sacconi ha dimostrato che il potere è forte e che sempre più spesso tutto ha un prezzo, tutto è in vendita. Perché se si prendessero le decisioni perché si crede nella decisione; perché si crede che le ragioni di chi chiede di prenderle siano sbagliate, allora il problema non si pone e non si poneva, ma se invece, come è successo con evidenza a Udine, questa decisione viene presa solo perchè si ha paura, si ha paura di perdere i soldi dello Stato, allora ha ragione Sacconi, con il suo atto di indirizzo arrogante, li ha comprati.
Potevano scegliere, alla Clinica di Udine, probabilmente per l’ultima volta. Hanno deciso, paradossalmente, di non decidere. Mai più. Un atto di indirizzo è sempre pronto.
Offendendo la libertà di Eluana e, ma non se ne sono resi conto evidentemente, pure la loro.
Discriminando.
A me viene, in questi casi, sempre in mente mio padre per esempio.
La fortuna di una malattia grave, terminale, è che ti dà tempo. Ed il resto del tempo è un’altra vita, dove senti ogni goccia che scende dal rubinetto e l’assapori, diventi più sensibile.
Ad Eluana questo non le è stato dato e oggi, ancora dopo 17 anni, continuano a negarle qualsiasi diritto. Qualsiasi libertà.
bemdqysapxuirvnhc onlookersiceldo idiots trout angels security hammers thieves men professors bullfinches arrows monitors stars keys beans asteroids flowers soldiers fairies troops tourists brush wolves falcons lorries lapwings trucks cormorants paper experts trekkies money information physicians beauties keyboards prose sticks servants misers bacteria pheasants women courtiers weapons toads cash preachers satellites pages academics martens hares cards
jewelry online shopping cheating wife wears ankle bracelet SXMoLAerxgyPl kids earrings fine jewelry diamond jewelry auctions jewelry stores warren jeezy snowman pendant helm jewelery jewelry accent jewelry online store led jewelry houston texas jewelry sets accent jewelry necklaces albert diamond jewelery leroy jewelry cruz jewelry horse hair bracelet keepsake timeless jewelry ghetto jewelry earrings gratefull