Mi stupisco ogni volta che c’è qualcuno che si stupisce. Leggi qui un investimento paradossale.
Mi stupisco dello spavento che un investitore, grande o piccolo che sia, famiglia o impresa che sia, azienda privata o Ente pubblico che sia manifesta quando gli dicono…“scusi abbiamo, forse, un problema. C’è crisi sul mercato c’è il rischio che…”
Mi stupisco perché prima sottoscrivono prodotti che non sanno cosa sono, come sono costruiti e per questo devono affidarsi alla fiducia di chi glieli vende e poi si accorgono che la fiducia l’han riposta nelle banche?
Così come per i fondi pensione, tantopiù per i prodotti strutturati, per i famigerati derivati, ci si fa illudere dai tassi, dalle parole roboanti, altisonanti (swap, sinking fund, up front) cioè dal nastro colorato del pacco.
C’è una precondizione che bisogna sempre tenere a mente prima – prima – di investire.
Il rendimento (atteso) non è l’elemento vero da tenere in considerazione, ma lo è il rischio assunto per cercare di raggiungerlo. Ma né sindacati con i Fondi pensione né le aziende e tantomeno gli Enti locali con i derivati sembrano ricordarlo.
Quest’ultimo caso è emblematico.
La Regione Lombardia non ha calcolato il rischio assunto nel farsi costruire un bond da 1 mld. di dollari (sì, 1 miliardo) da due banche – Ubs e Merrill linch – e ora perde oltre 100 milioni. Idem per il Comune di Milano, a processo 4 banche – UBs, Deutsche Bank, JP Morgan e Depfa – per una truffa di pari importo. E i casi sono a decine. Le perdite a centinaia.
Sono 407 gli Enti che hanno comprato derivati per 32 miliardi di euro. Anche Lecco, per 36 milioni e una perdita, periziata, “per i soli costi occulti”, cioè costi non detti al Comune, oltre 1,5 milioni alla Deutsche bank.
Certamente non lo sapevano i cittadini lombardi, milanesi o lecchesi, probabilmente pure, concedendogli la buona fede, i consiglieri regionali e comunali che hanno approvato questi strumenti, certamente però Formigoni, la Moratti e il Sindaco di Lecco, nonché i rispettivi consiglieri, a differenza dei cittadini, erano tenuti doverosamente a informarsi e a saperlo.
Lecco, per trasparenza e per i 1,5 milioni di euro pagati da tutti noi, è ora che dica a che punto è il recupero di questi soldi se dovuti. Perché ci servono.
Ci si appoggi se serve alla Sentenza del Consiglio di Stato nr 5032 del 7 settembre 2011 che consente l’annullamento per autotutela del contratto in derivati.
Il potere di autotutela, giova ricordarlo, trova fondamento nei principi di legalità, imparzialità e buon andamento, cui deve essere improntata l’attività della pubblica amministrazione, ai sensi dell’articolo 97 della Costituzione, in attuazione dei quali l’amministrazione deve adottare atti il più possibile rispondenti ai fini da conseguire.