“Una persona non muore quando dovrebbe, ma quando può”. Così ci ricorda Gabriel G.Marquez.
Devono averla però mal interpretata in quel di Berlino, alla Deutsche Bank, quando han deciso di metter sul mercato il fondo “db Kompass Life 3”.
Un fondo inovativo il cui rendimento finanziario è legato nientemeno che all’aspettativa di vita di un gruppo di persone ultra settantenni.
Potremmo chiamarlo, senza troppo esagerare “Fondo della Morte”.
Il campione di riferimento sono, infatti, 500 cittadini americani over 70, (tra 72 e 85 anni) le cui condizioni di salute vengono monitorate costantemente.
Se la durata della vita di questi ultrasettantenni va oltre le previsioni dei medici si fanno i soldi o si perdono. Se vivono in media 12 mesi in più, infatti, il rendimento del fondo supera il 6%. Se, invece, campano 3 anni più del previsto, gli investitori perdono metà dei loro soldi.
Questo calcolo è stato effettuato dallo studio legale von Ferber-Langer che ha efficacemente sintetizzato la complessa formula matematica di cui si è servita Deutsche bank: “Tanto più velocemente una delle 500 persone del campione passa a miglior vita, tanto più alto risulta il guadagno per l’investitore”.
Scandalizzati? Non sareste gli unici. Pure l’ABI tedesca, cioè l’Associazione delle banche tedesche si è vergognata: “Il modello finanziario di questo fondo, a nostro parere, è contrario alla nostra morale e alla dignità umana”.
Questo strumento finanziario è alla terza serie. La più macabra.
Le prime due, le Kompass Life 1 e 2, si “limitavano” a rilevare le polizze sulla vita di cittadini che non potevano più pagarle e “subentravano” all’assicurato incassando al suo posto il capitale al momento del suo decesso.
Con questi primi due giochetti sembra che la Banca abbia guadagnato ben 700 milioni di euro. Ora si è spinta oltre: in palio non c’è più la polizza ma la vita stessa dell’anziano.
Deutsche bank ha mal interpretato anche il verso del nostro Ungaretti: “ La morte | si sconta | vivendo”.
Chissà a Lecco quanti l’hanno sottoscritto.