SCIPPO SENZA SCASSO. LO STATO CONTRO GLI ENTI LOCALI

Il decreto liberalizzazioni del Governo Monti oltre a contenere la bella novità che banche e fondazioni saranno delegate a costruire le nuove carceri, contiene una chicca altrettanto bella. L’art.35

Monti è un genio del male.

Scippa senza scasso i soldi agli Enti locali obbligandoli a versare le loro disponibilità liquide ora depositate preso le banche alle sezioni provinciali del tesoriere. In altre parole alla Banca d’Italia.

Infatti, sospendendo l’attuale normativa fino almeno al 31 dicembre 2014, tornerà in vigore quella precedente del 1984. ripristina le disposizioni di cui all’art. 1 della legge 29 ottobre 1984, n. 720. Basta Tesorerie miste, si torna alla Tesoreria Unica.

La Tesoreria in Banca d’Italia prima serviva per versare i soldi e i contributi provenienti dal Bilancio dello Stato. Quella presso le banche per far confluire le entrate proprie, cioè tutte le altre. (Multe, bolli ect..)

L’articolo, se trasformato in Legge, mette delle scadenze pressanti e fulminanti. Entro il 29 di questo mese (mese bisesto, mese funesto) il Tesoriere di ciascun Ente dovrà, infatti, versare il primo 50% delle sue disponibilità liquide, il secondo 50% entro il 16 aprile.

Non è che Monti e lo Stato rubino queste risorse ai Comuni e agli Enti, li obbligano a depositarli, accantonarli, da un’altra parte, in Banca d’Italia. Non sembra, può ingannare, ma è una mazzata per le amministrazioni locali. Già in fatto di spesa con le mani legate

Gli Enti, fino ad ora, con la Tesoreria mista (banche commerciali e Banca d’Italia) contrattavano – attraverso un Bando pubblico – con gli Istituti di credito condizioni e poi strumenti finanziari, (la Provincia di Lecco per es. ha la Banca Intesa, il Comune la Banca Popolare di Sondrio).

Con il decreto liberalizzazioni, questa contrattazione non avrà più molto senso. Gli interessi, per le somme che venivano depositate, non ci saranno più. Il tasso in Banca d’Italia, infatti, è pressochè nullo. Deposito infruttifero.

Questa abolizione comporterà perciò agli Enti di perdere anche quelle poche – o tante – entrate da interessi che il c/c presso la banca tesoriera gli offriva. Gli Enti, va ricordato, non è per nulla detto che non abbiano soldi sui conti di Tesoreria. Molti, i virtuosi, come quelli della nostra Provincia, li hanno ma non possono spenderli, per via di quell’altra tegola, cappio al collo, di matrice tremontian-leghsita, cioè già del precedente Governo, che va sotto il nome infausto di Patto di Stabilità.

Il Patto di Stabilità, infatti, questo Decreto si guarda bene dall’allentarlo, migliorarlo. Questo Patto, infatti vieta, nei fatti, di pagare i lavori svolti per conto dell’Ente. Ci sono una marea di ditte che hanno svolto prestazioni per conto dell’Ente Locale da mesi e mesi e non sono state ancora pagate. Ci sono fermi milioni solo in Provincia (6o milioni) e milairdi in tutta Italia. E intanto le imprese crollano, vengono soffocate e con loro i propri dipendenti.

Resta quindi una perdita effettiva per gli Enti locali e per le Imprese. L’economia reale sconfitta dallo Stato e dalla Finanza di Stato.

Per tornare ai danni dell’art.35 è bene ricordare che la liquidità ora presente sui c/c delle banche in capo agli Enti, soprattutto per quelli grandi, veniva sovente investita anche in PCT, pronti contro termine, a pochi mesi, ( con un tasso certo) per aumentare di un poco la remunerazione da interessi, e impiegarli per spese in autonomia.

Perciò questo art 35, questo decreto liberalizzazioni, è un nuovo ulteriore taglio occulto di risorse per i Comuni, oltre ad una minore agilità e rapidità di utilizzo di queste risorse, dovendo, nei fatti, chiedere il “permesso” di utilizzo a Banca d’Italia.

La cifra di cui parliamo non è proprio un pezzo di pane. E’ di ben 8,6 miliardi di euro. (Lecco intorno al mezzo milione di euro). Cifra che lo Stato si ascriverà, per la quadratura dei conti richiesti dall’Europa. Questo permetterà a Monti di non emettere BOT per tale importo, e conseguentemente non pagare interessi sul debito, incipriandosi il naso agli occhi dell’Europa

Lo Stato contro i suoi Enti locali.

Non so se l’esempio calza alla perfezione però è come se il datore di lavoro requisisse tutti i saldi a credito dei propri dipendenti e li mettesse in un conto accentrato a suo nome. Dove, per usarlo, i dipendenti dovranno passare da lui.

Tu puoi attingerci ma lui ti controlla e forse non te li dà più. Se vuole.

Forza Monti, sempre in continuità con il precedente Governo

2 pensieri su “SCIPPO SENZA SCASSO. LO STATO CONTRO GLI ENTI LOCALI”

  1. Due osservazioni:
    i conti correnti di tesoreria, almeno per i medi e piccoli comuni erano quesi sempre ad interesse zero o quasi. Come esempio, posso portare quello del mio comune di residenza, un comune pugliese di 13.000 abitanti che, negli ultimi dieci anni ha avuto sul c/c di tesoreria cifre tra 1,5 e 2 milioni di Euro (tanto, con il patto di stabilità non poteva e non può spenderli). Solo da 3 o 4 anni la banca depositaria (che non faceva pagare spese al comune) ha dato un forfait annuo di 1.000 Euro al Comune, cioè lo 0,05% annuo (mentre lei se li investiva per conto suo e ci guadagnava enormemente di più) a titolo di, udite udite, “contributo per le opere sociali del comune”.
    Ma l’osservazione più interessante è, secondo me, un’altra: il mitico “federalismo”, fra questa misura che ripristina la tesoreria unica e l’IMU che è diventata una imposta statale per il 50% è, come si dice quando si gioca a battaglia navale, “colpito e affondato”.
    Non che io avessi simpatie per il federalismo che si profilava, ammesso che di federalismo si potesse parlare (cosa che non credo: il termine non corrispondeva alla sostanza della cosa).

  2. ciao Gianfranco,
    ti scrivo per chiederti il motivo per cui il tuo Comune non ha pensato di utilizzare
    questi soldi presenti sul suo c/c Tesoreria (1,5/2 milioni di euro),
    sottoscrivendo PCT, pronti contro termine, a 1/3/6 mesi, con sottostante TdS (titoli di stato). La remunerazione, certa, ottenuta sarebbe stata ben più di quello zero o quasi remunerato sul c/c che tu ci ricordi.

    Qual’è stato l’ostacolo?

    Ciao un abbraccio
    Paolo Khorakhanè

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