Vorrei essere populista e retorico.
Tutti abbiamo letto di quanta distanza ci sia, in dignità e decenza almeno, tra una dichiarazione di zero euro e un evasione di 177 milioni. Cioè di quanto scoperto dalla Guardia di Finanza nel 2011 nel Lecchese.
177 milioni di redditi non dichiarati sono una valanga di soldi, basti pensare che sono 40 milioni in più dei Bilanci annuali di Provincia e Comune di Lecco, messi assieme.
Chiara l’entità del furto?
Ebbene, malgrado la rapina alla collettività, i 21 evasori totali, oltre gli altri 40 che hanno ammesso i loro furti, e i proprietari delle 12 attività chiuse, quello che di questa storia non è serio è che innanzitutto pagheranno una quota di 1/3 di quanto evaso, o giù di lì, e non invece una bella requisizione totale del patrimonio non dichiarato. Alla fine uno evade anche perché, male che vada, paga solo una parte del maltolto. Gli resteranno cioè quelli in esubero alle tasse dovute e non versate, agli interessi e sanzioni. Ai ladri che usano strade, autobus, sanità, scuole, servizi, democrazia, pagate da noi, continuando però a lamentarsi che lo Stato fa schifo, restano milioni di euro.
Forse, e dico forse, se in Italia ci fosse più senso dello Stato, tutti pagherebbero le tasse. Con più risorse per lo Stato e per i contribuenti onesti (imprese e cittadini) lo Stato potrebbe garantire servizi migliori e renderci migliore la vita e le imprese potrebbero assumere più personale ed utilizzarlo in modo migliore. Che strano paese l’Italia, autolesionista.
Eppure dei ladri della politica sappiamo (giustamente) i nomi, di chi viene fermato dalla polizia perchè elemosina in strada non ce lo negano mai, questi no. E’ pretendere troppo sapere i nomi anche di questi evasori del civile lecchese?
Forse sono populista e retorico, forse è solo legittima difesa.