Il potere è folle. Consuma le risorse del pianeta come se fossero inesauribili. Fabbrica ancora auto che necessitano di petrolio. Venera il totem della crescita e stila budget come se non esistessero i limiti fisici dei mercati, come se il margine di incremento della domanda fosse infinito.
Il potere industriale, politico, economico si giustifica come i nazisti che non potevano che obbedire agli ordini del fuhrer-mercato. Si comporta come quei clan camorristi che si arricchiscono sversando rifiuti tossici e avvelenando le falde acquifere del proprio territorio, dove costruiranno le loro stesse ville. Il potere è folle, si alimenta di non senso. Costringe direttori di banca, commercianti e politici a sentirsi in dovere di ciulare i 50€ al pensionato.
E con quei soldini, guadagnati così onestamente, circondarsi di aggeggi elettronici che forniranno le risposte a tutte le loro domande, tranne una. Quella che dovrebbero porsi almeno seduti sul water: io chi sono?
Il potere è folle, ma non stupido. Ha individuato esattamente ciò che potrebbe nuocergli: la micro- conflittualità. Perciò lorsignori ci vogliono tutti coperti e allineati. Omologati, soprattutto nel pensiero.
Quando si dichiara guerra ai diritti dei lavoratori, si risponde con l’unica soluzione storicamente più efficace per contrastare ogni guerra: la guerriglia. Azienda per azienda, fabbrica per fabbrica, ufficio per ufficio. La guerriglia è la sabbia che inceppa gli ingranaggi di ogni guerra. Ognuno porti il suo granello. Non esiste piano perfetto che possa sopraffarci.
Il mondo deve vedere che non siamo protesi per macchine e macchinari, ma persone vive! Ogni singolo che prende coscienza diviene protagonista e stratega della rivoluzione necessaria, poiché vi è della ribellione già solo nell’immaginare di potersi ribellare.