LA LAPIDE FASCISTA, LA STORIA E IL RAGAZZINO

“Vogliamo ricordare 16 ragazzi che hanno dato la prorpia vita per un ideale, per avere un paese vero. Alcuni hanno detto che erano idee da condannare e chi avesse combattuto per queste idee doveva morire”. Così, falsamente, ancora una volta, ragazzini poco onesti e ideologicamente violentati scrivono e pronunciano senza vergogna. Una falsità che serve solo a loro per negare l’evidenza, negare la verità. Storica e quotidiana.

Quei 16 ufficiali e sottoufficiali fucilati il 28 aprile del 1945 allo Stadio di Lecco “avevano un’ideale” sì ma sarebbe onesto, è onesto dire pure quale. Il ragazzino intervistato dimentica di dirlo. L’ideale era quello nazifascista. Nazista e fascista che da oltre 20 anni stava massacrando, violentando e umiliando popoli e cittadini.

Il ragazzino dice ancora che “volevano un Paese vero” ma sarebbe onesto, è onesto, dire pure quale. Il ragazzino intervistato dimentica di dirlo. Il paese vero era quello nazista e fascista, dittatoriale e razzista. Quello delle Leggi razziali, delle violenze gratuite, dei campi di sterminio, delle torture, del ritenere gli altri, tutti gli altri, succubi, animali e meritevoli di ogni violenza. Un Paese così vero che negava democrazia, libertà, giustizia e solidarietà.

Il ragazzino dice ancora che “alcuni hanno detto che erano idee da condannare e chi avesse combattuto per queste idee doveva morire”. Ma sarebbe onesto, è onesto, dire che quegl’ufficiali e sottoufficiali, come tutto l’esercito e le milizie fasciste, che loro comandavano e rappresentavano, erano formate per uccidere e hanno ammazzato. Il ragazzino intervistato dimentica di dirlo.

Il ragazzino dimentica di dire a se stesso e a tutti che le milizie della GNR fascista da anni ammazzavano brutalmente e con torture partigiani e cittadini con la sola colpa di non esssere fascisti, di non volere la dittarura. Qui a Lecco i fascisti con i nazisti hanno mandato a morire in campi di concentramento e sterminio ragazzi, uomini che il 7 marzo del 1944 hanno avuto la forza e la dignità di rivendicare – con uno sciopero nelle fabbriche di Lecco, in primis la Rocco Bonaiti – pane e libertà, pane e pace.

Ma questo ragazzino e tutti quelli schierati ad onorare una targa disonorevole e falsa non sanno chi è Pino Galbani (58881, il numero tatuato indelebilmente sul suo braccio). E tutti gli altri. Non sanno, non capiscono e non si informano.

Quella lapide allo stadio che loro onorano omette la Storia, la falsifica, la manipola e la offende. La Storia dell’Italia, di Lecco e di chi ha combattuto e pagato anche con la vita per una Nazione libera, democratica, antifascista. Una nazione cioè esattamente agli antipodi di quella per cui combattevano, torturavano e uccidevano anche quei 16 ufficiali e sottoufficiali fucilati allo stadio di Lecco. Fascisti asserragliati in Casa Panzeri in Via Como, ormai circondati dai partigiani di Giovanni Giudici, Riccardo Cassin, Ettore Riva, Alberto Picco, Vittorio Ratti, Italo Casella ed, a differenza della colonna tedesca subito arresasi e consegnatasi all’interno dell’attuale Scuola Elementare De Amicis di via Amendola, uccisero chi lottava per la Libertà.

E dopo, vigliaccamente e contro le elementari regole e Leggi di guerra, con l’inganno e la viltà che la dittatura insegna e impregna le menti e le gesta, esposero, in segno di resa, la bandiera bianca. La esposero ma subito dopo, quando 4 partigiani uscirono allo scoperto, ripresero a sparare uccidendo due e ferendo gli altri.

E’ per questo che furono, come le Leggi di guerra sanciscono, e dopo regolare processo, fucilati. Onorarli oggi, ammantandoli di nobili ideali e di alti valori, non solo è una falsità e una vergogna, dimentichi di chi erano e cosa facevano, ma è proprio l’ennesima dimostrazione, che quella lapide deve essere tolta da quel luogo pubblico.

Indegno tributo a indegni comportamenti. I morti sono tutti uguali ma è da vivi che si giudicano le persone. E poi, per questo, si onorano da morti.

I partigiani lottavano per la libertà I fascisti stavano con i nazisti. Ricordarlo anche al ragazzino che ogni anno imbevuto di ideologia e di fasità storiche presenzia al ricordo di uomini indegni da vivi, sarà retorica – e pure inutile – ma è bene riperterlo. E ripeterselo.

Un pensiero su “LA LAPIDE FASCISTA, LA STORIA E IL RAGAZZINO”

  1. Trovo questo articolo ignobile.
    Ignobile perchè nega l’evidenza, nega ciò che gli stessi che perteciparono in quei giorni ai combattimenti e che persero loro amici hanno poi dichiarato(vedi proprio Cassin)
    Ignobile perchè dopo anni ritiene giustificata la legge del taglione, mi chiedo quindi perchè poi fare facce inorridite quando si parla di vendette fatte dagli altri.
    Ignobile perchè dare certe responsabilità a ragazzini che avevano 18 anni(si vada a guardare le età dei vari fucilati dai partigiani, troverà anche ragazzini di 15 anni!!!!) è Ignobile!
    Il suo discorso è pieno di tutta quella rabbia che forse era giustificabile in quei momenti ma non ora dopo anni!
    Le dico solo una cosa, mio nonno che era su quei monti prima e su quelle strade poi a sparare contro quei ragazzi si vergognò e disapprovò la scelta di fucilare quei ragazzini!
    Lui l’ha vissuta e ha avuto più umanità di lei che col culo al caldo giudica riportando solo ciò che le fa piacere.
    Non sono per i repubblichini(che ricordiamolo difendevano la patria a loro modo di vedere dagli stessi nemici che da 5 anni bombardavano le loro case, i vari Pippo erano alleati e NON tedeschi) ma sono per riconoscere con onestà che purtroppo degli eccessi ci sono stati e che dopo anni riconoscere che con visioni differenti si lottava comunque per l’Italia e si è morti tutti INUTILMENTE
    Inutilmente, e qui chiudo, è ciò che scrisse anni dopo chi comandò quel plotone di esecuzione, anche lui aveva capito ciò che a lei sfugge!

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